Bye, bye Gambler
Kenny Rogers era una leggenda della musica country. La sua voce roca, la barba ben curata e la faccia di chi ha vissuto, lo portarono a vendere oltre 100 milioni di dischi, vincere 3 Grammy ed essere nella Top 10 degli artisti maschili che più ha venduto nella storia della musica americana. Questo anno bisestile e nefasto ci ha portato via anche lui: il cantante è infatti scomparso ieri notte ed aveva 81 anni. La famiglia ha riferito ai media che è morto nella sua abitazioni, per cause naturali: e noi ci crediamo anche perchè in questi giorni di naturale c’è ben poco.
La carriera del «giocatore d’azzardo» del country, soprannome preso dall’omonima hit The Gambler che diede vita anche a una serie di film tv con lo stesso Rogers protagonista, era esplosa tardi. Raggiunse le vette delle hit, quando aveva gia 38 anni con il brano Lucille, più che una canzone la storia di una donna che ha lasciato il suo uomo e annega i dispiaceri nell’alcool e nella ricerca di un sostituto.
A lui spetta il grande merito di avere portato per primo la musica country nel circuito live dei palazzetti.
Rogers era un interprete, non scriveva la sua musica. Tempo fa, in un’intervista aveva dichiarato: «Tutte le mie canzoni rientrano in due categorie: ballad che dicono quello che ogni uomo vorrebbe dire e ogni donna sentire; oppure storie con un significato sociale» . Ed in effetti sono stati il romanticismo ed i personaggi di un’America non propriamente vincente che lo hanno portato ad essere amato da milioni di fan.
Ma Rogers riuscì a sfondare anche nel pop: il primo numero 1 nella classifica assoluta di Billboard arrivò nel 1980 con Lady, scritta per lui da Lionel Richie, quindi nel 1983 un altro numero 1 con Islands in the Stream, indimenticabile duetto con Dolly Parton e i Bee Gees come autori.
E sempre nell’83 fu tra le stelle di We Are the World, il progetto benefico contro la fame in Africa firmato da Michael Jackson, Lionel Richie e Quincy Jones.
Kenneth Donald Rogers era nato il 21 agosto 1938 a Houston, da una famiglia working class con 8 figli. A 12 anni vide Ray Charles in concerto e ne restò folgorato. I suoi esordi musicali furono nel jazz, quindi il folk con i New Christy Minstrels, qualche brano azzeccato con i First Edition e poi il successo solista con Lucille, appunto, nel 1977.
A causa dell’emergenza Covid-19 negli Usa, i funerali dell’artista si terranno in forma privata e ristretta, in attesa che i suoi cari possano organizzare una commemorazione pubblica per condividere il ricordo del noto cantante scomparso con i suoi fan e rendergli omaggio con una cerimonia che sia degna del grande dono che ha fatto alla Terra con la sua arte.