Maturità, t’avessi preso prima…
Se Antonello Venditti in quell’ormai lontano 1984 si immaginava la storia di un ragazzo che, se non fosse stata la vigilia dei suoi esami, avrebbe potuto godersi con più spensieratezza la prima notte con la sua innamorata, quest’anno, molti dei nostri maturandi potrebbero pensare che volentieri avrebbero fatto a meno di sostenere una prova di maturità in condizioni tanto anomale.
Forse qualcuno tra loro penserà pure di esimersi da un esame complicato e, grazie all’emergenza Covid, riuscire a cavarsela con un colloquio di un’ora soltanto!
Si, perché per quanto la maturità sia sempre stato per tutti qualcosa di inspiegabile tra il miracoloso e l’imprevedibile, è altresì indubbio che nessuno si sarebbe mai immaginato di vivere una versione tanto inedita come quella di questo anno 2020, una data che ha imposto di dire addio a tutte le tradizioni studentesche, finora rispettate alla lettera.
Addio alle notti in bianco delle gite scolastiche, addio ai gavettoni d’acqua all’uscita di scuola dopo l’ultimo giorno di lezione; addio alle tesine fatte in gruppo e addio anche ai tanto attesi quanto celebrati “100 giorni” alla maturità.
E così via, fino ai giorni del quanto mai inutile toto-traccia per il tema di italiano!
Quest’anno niente siti la cui serietà legale possa ritenersi piuttosto discutibile, niente fughe di notizie che possano illudere di una qualche pur vaga certezza circa il tema, la traduzione o il quesito di matematica che uscirà!
Per farla breve, non c’è stato e non ci sarà niente di tutto questo.
Quest’anno, l’esame di maturità è stato preparato “a distanza”. I ragazzi e gli insegnanti in questi mesi non si sono mai incontrati; si sono visti soltanto attraverso gli schermi dei computer.
Sicuramente, i nostri figli avranno navigato a gonfie vele tra le migliaia di piattaforme digitali esistenti online, ma chissà quanto gli saranno mancate quelle pacche sulle spalle degli amici!
E così basta, domani 17 Giugno si comincia.
Un’ora di colloquio, un presidente esterno, presenza di persone minima e dopo, niente festeggiamenti in massa.
Eppure, nonostante i lunghi mesi di studi trascorsi in solitudine, sono stupita di come i nostri giovani, solitamente rumorosi, non sembrino urlare di rabbia. Studiano come possono e si preparano, adattandosi a questa nuova, assurda realtà.
Per fortuna li ho sentiti; continuano ancora a scherzare tra loro, a far esplodere whatsapp per i troppi messaggi inviati e ricevuti e continuano a martoriarsi le unghie ed i capelli, proprio come facevamo noi tanti anni fa.
Quasi a volerci insegnare che Maturità significa essere pronti ad affrontare anche questa difficile e surreale condizione. Quella che noi, in qualità di persone adulte, dovremmo sapere cogliere come buona occasione per riparare ai danni fatti, e offrire loro un mondo migliore, a partire da domani, magari!
Credo di avere detto tutto, mi fermo qui.
Dunque figlia mia, ragazzi tutti: fatevi forza e tenete duro. Perché … «questa notte è ancora vostra»!