«Non siamo tutti così»
«Non siamo tutti così» è la frase che ci viene ripetuta dagli uomini quando si entra nell’argomento della violenza sulle donne; ed è vero, non tutti gli uomini farebbero del male a una donna, però quasi tutte le donne sono state violate da un uomo, per essere più precisi quasi il 99% di loro.
Di fronte a questo numero probabilmente rimarrete scioccati e anche un po’ perplessi, ma attenzione, ‘violenza’ non significa necessariamente lividi, botte e schiaffi, la parola ‘violenza’ comprende anche quei commenti volgari fatti mentre si passeggia per strada; comprende la sensazione d’impotenza lasciata addosso dopo una conversazione sul lavoro, sulla carriera o sulla vita in generale, in cui la figura della donna è marginale; comprende anche la sensazione di sporcizia che proviamo quando vi prendete la libertà di trattare il nostro corpo come più vi piace, senza il nostro consenso.
Adesso mi rivolgo agli uomini che stanno leggendo con faccia contrariata queste parole, già sento riecheggiare le vostre frasi: «Non vi si può nemmeno fare un complimento che vi offendete», «Vengo pagato di più solo perché sono più bravo della mia collega», «No, non mi ha detto esplicitamente di sì, ma aveva bevuto e si vedeva che lo voleva anche lei» … Caro uomo maschilista, il fischio che fai a una donna per strada non è un complimento, è un richiamo che solitamente si fa ai cani, lei si sentirà offesa, ma non ti dirà niente perché avrà paura di te; caro uomo maschilista, non vieni pagato di più perché sei più bravo e più qualificato di tutte le donne nel tuo ufficio, ma perché sei il preferito della società; e infine, caro uomo maschilista, se quella sera lei era ubriaca e non ti ha detto di sì, tu l’hai stuprata.
Non voglio generalizzare la figura dell’uomo come una specie di mostro, lo dite anche voi che «non siete tutti così», però noi donne, fin da ragazze, siamo quasi tutte così: il 70% delle adolescenti in Italia dichiara di aver subito apprezzamenti sessuali nei luoghi pubblici, il 64% si è sentito a disagio per delle avances fatte da un adulto vicino a loro e prima che facciate la famosa domanda: « E perché non li avete denunciati allora?»
Vi rispondo subito: solo il 50% delle donne arriva a denunciare le molestie perché il 29% di loro ha paura delle possibili conseguenze e il 21% si vergogna. In Italia, i dati della violenza sulle donne sono peggiorati dopo il lockdown: sono 103 le donne uccise da inizio anno, di cui 60 per mano dei compagni o ex compagni… per dirla in un altro modo, da gennaio ad oggi è deceduta una donna ogni tre giorni.
In onore del 25 Novembre, giornata contro la violenza sulle donne, la ministra Elena Bonetti ha tenuto una conferenza alla Camera per portare alla luce questi dati preoccupanti, purtroppo la stanza è rimasta deserta: di 630 deputati, solo in 8 si sono presentati. La risposta dell’Italia alle grida delle donne è stato un silenzio assordante.
Perciò, caro uomo maschilista, la prossima volta che ci chiederai perché rimaniamo in silenzio dopo aver subito della violenza, ripensa a Elena Bonetti, portavoce di tutte le donne, che quando ha provato a parlare, è stata zittita e abbandonata.
Che senso ha parlare se non c’è nessuno ad ascoltare?