Un curioso scherzo del caso
Lo studiolo del Serenissimo Granduca Ferdinando III di Asburgo Lorena era piccolo e raccolto come si conveniva chi reggeva sulle sue braccia tutte le sorti del Granducato. Ed il compito in quel periodo sembrava ancora più gravoso, al gentiluomo di mezz’età che rispondeva a quel nome.
Fastidi ne aveva avuti parecchi in quegli ultimi anni, a cominciare dalla rivoluzione francese che aveva sconvolto mezza Europa, uccidendogli anche la zia Regina di Francia, per finire con l’invasione di quel demonio còrso che lo aveva costretto alla fuga e poi all’esilio.
Grazie al cielo ormai era acqua passata, ma ora più che mai era necessario muoversi con i piedi di piombo; non solo era il granduca di Toscana, ma anche il fratello dell’Imperatore d’Austria e quindi le responsabilità erano decuplicate.
Con un sospiro, l’esile signore, si aggiustò gli occhiali che correggevano l’incipiente miopia e si applicò a consultare i fogli che aveva davanti.
Non erano atti di ordinaria amministrazione, no, questi erano dispacci che concernevano i matrimoni dei suoi figli…Eh sì, anche i matrimoni per gente come loro erano affari di stato, pensò mentre con la memoria andava indietro nel tempo e ripensava al suo di matrimonio, ovviamente combinato da suo padre Pietro Leopoldo, pace all’anima.
La principessa Maria Luisa di Borbone Napoli era stata una buona moglie, niente da dire, anche se in quanto a bellezza lasciava un po’ a desiderare, con quelle spalle strette e la schiena che tendeva a curvarsi. Quanto alla salute, poi era meglio lasciar correre, pensò sconfortato. Oltretutto loro due erano doppiamente cugini e questo non aveva certo giovato alla salute dei loro figli. Probabilmente avevano ragione i nuovi scienziati che si sgolavano a raccomandare di limitare le unioni fra consanguinei, come invece erano solite fare le case regnanti.
Gli aveva dato sette figli ed all’ultimo parto ci aveva rimesso le penne, povera Maria Luisa, ed ora di questi sette solo tre rimanevano in vita. La prima delle femmine, che ripeteva il nome della madre, non si sarebbe sicuramente mai sposata, cagionevole di salute e bruttina com’era; rimanevano il primogenito Leopoldo e la seconda figlia, Maria Teresa, ed era di questi due che i dispacci, ricevuti dal suo imperiale fratello, parlavano.
Leopoldo era l’erede ed il matrimonio avrebbe dovuto soddisfare diverse condizioni; un buon partito certo, ma in quanto a prestanza fisica, anche suo figlio non era certo il principe azzurro che poteva far sognare le fanciulle.
Altissimo, quasi due metri era quel perticone, con il labbro inferiore ciondolante degli Asburgo ed una grossa testa dai capelli color stoppa che sembrava sempre un po’ dondolante. Un ragazzo tranquillo, che non aveva dato soverchi problemi e quindi la sposa che gli avevano trovato sicuramente sarebbe stata giusta per lui, perché Anna Carolina di Sassonia era una ragazza dolce e remissiva. Lui non era neppure brillante ma sarebbe bastato che fosse un principe che si applicava alle cose dello Stato.
Per quanto concerneva la piccola Maria Teresa, bellina e vispa ma ancora un po’ infantile, ecco qui il candidato, anzi lo sposo “fortemente raccomandato come ideale” da suo fratello, beh qui qualcosa da dire c’era, perché era niente poi po’dimeno che Carlo Alberto di Savoia Carignano, nipote ed erede in pectore del Re di Sardegna, tristemente sprovvisto di figli.
Mah, si disse dubbioso il povero Ferdinando, ottimo partito, Carlo Alberto lo era senz’altro, sua figlia un giorno sarebbe stata Regina, ma sul giovanotto correvano voci che lo volevano un po’ strano, sempre preda di dubbi, amante voglioso di signore sposate ed al tempo stesso incline alla penitenza, imbevuto di idee progressiste, insomma un tipo da prendere con le molle. Comunque sarebbe arrivato a breve a Firenze e sicuramente il matrimonio si sarebbe concluso, sempre che la sposa designata gli andasse a genio, perché da un tipo così strano c’era da aspettarsi di tutto.
Quello che Ferdinando prevedeva si avverò. Convinto il riluttante erede sabaudo da un astuto Marchese Capponi il 30 settembre 1818 il matrimonio si celebrò e non risultò poi male assortito. Prima però si era sposato Leopoldo e, come il padre aveva previsto, il matrimonio si era rivelato felice, ma, ahimè, la Principessa produsse solo femmine e ben presto morì di tisi.
Occorreva in fretta un’altra consorte e Leopoldo, detto Canapone, ormai Granduca, chiese la mano di una cugina del ramo Borbone Napoli, Maria Antonia, bella anche se un po’ rozza che dopo qualche anno mise al mondo l’erede maschio.
Sembrava che tutto andasse per il verso giusto, pure Maria Teresa, che si era impalmata il bel principe sabaudo, aveva messo al mondo due maschi e l’ordine delle cose era perfetto. Ma, ma poi ci si erano messi di mezzo i moti del 1848 e quelli del 1859, le guerre di indipendenza, che rispecchiavano una volontà quasi popolare di unità, avevano dato i loro frutti ed il povero Canapone nell’aprile del 1859 si trovò costretto, lui e tutta la sua numerosa famiglia, a fare i bagagli e ad andarsene da Firenze, in modo pacifico ma irrevocabile.
Non ci sarebbe più stato un Granduca lorenese a comandare a Firenze ed in Toscana.
L’Italia (quasi tutta almeno) sarebbe stata retta, indovinate da chi? Ma dal figlio di Maria Teresa e Carlo Alberto, che con il nome di Vittorio Emanuele II di Savoia ma primo d’Italia, avrebbe soppiantato senza tanti complimenti lo zio Leopoldo ed il cugino Ferdinando, principe ereditario.
Povero Ferdinando III: forse, nell’al di là, non sarà stato molto contento dei frutti della politica matrimoniale voluta dal fratello Imperatore. O forse no….Dopotutto, era sempre un suo nipote quello che regnava.
Discendenza femminile, certo, ma non era il caso di sottilizzare!!