Un mondo in H -D !
Se parliamo della storia della moto, anche a me che sono una donna, vengono in mente molti nomi famosi legati al vecchio continente: Triumph, BMW, Guzzi.
Ma certo non ci si può esimere dal non menzionare un nome che ancora oggi, forse più che mai, grida la sua presenza dall’altra parte dell’Oceano, un nome che è rimasto per tutti questi anni sinonimo di grandi cilindrate e di percorrenze chilometriche quali il coast to coast, degli Stati Uniti, più di 3000 chilometri di strade, cassette delle lettere che scorrono e case, più o meno abitate, per arrivare a Los Angeles dove l’Oceano è lì ad aspettarti: forse per taluni di noi un vero e proprio miraggio (più che un viaggio), tanto bramato da molti (me inclusa) da fare su di un auto cabriolet con i capelli al vento o, meglio ancora, in sella ad una moto!
Oggi i transatlantici della strada sono diffusi un po’ dappertutto tra le molte case motociclistiche che li producono, europee o giapponesi che siano, ma certo quel nome continua ad essere un faro, per un certo modo di intendere il turismo in moto: Harley-Davidson.
Milwaukee è una piccola città nel Wisconsin, nel cuore dell’America rurale del nord, famosa per una squadra di basket tra le più titolate nell’NBA ma anche per aver dato i natali a quella leggenda dei bikers che è l’Harley-Davidson: nel 1902 William Harley e Arthur Davidson, due ventenni intraprendenti, costruirono una bicicletta motorizzata nel garage di Arthur, uno spazio di tre metri per cinque.
Da quel prototipo il 28 agosto 1903 nacque l’azienda e iniziò la produzione che per il primo anno si fermò al numero di tre esemplari prodotti. Il primo stabilimento vero e proprio sorse nel 1906 in Juneau Avenue dove sorge ancor oggi il quartier generale dell’azienda. La prima sede era un edificio di 240 metri quadri, nel 1907 i mezzi prodotti furono 150 e, soprattutto, iniziarono a venire forniti al corpo di polizia, primo gradino nella costruzione della leggenda!
Ma il boom vero e proprio inizia con il primo conflitto mondiale che, intorno agli anni Venti, porta la compagnia di Milwaukee a diventare il primo costruttore di motociclette al mondo.
In questo periodo arriva anche un primato prestigioso: la prima moto a raggiungere i 160 km/h. La concorrenza aumenta negli anni, specialmente dal Giappone, ma il mito dell’Harley con il suo caratteristico e rumoroso suono di scarico resta immutato, conquistando star del cinema e della musica d’oltreoceno del calibro di James Dean ed Elvis Presley.
Grazie a loro e a film epocali come Easy Rider e a serie di successo come Happy Days e Renegade, l’Harley è diventata uno status symbol, uno stile di vita peculiare, legato a una ricca serie di gadget e alla possibilità di personalizzarla secondo i propri gusti.
Anche in Italia con film celebri come Un americano a Roma di Alberto Sordi, l’Harley contribuì ad alimentare il sogno americano.
Oggi l’Harley offre un catalogo estremamente ricco sia per numero di modelli sia, soprattutto, per le molteplici possibilità di customizzazione estremamente gradite al proprio pubblico di appassionati, tanto che spesso è difficile trovare due esemplari dello stesso modello con la medesima configurazione. Le varie personalizzazioni comprendono anche il mondo extra motociclistico con un merchandising che copre molte aree, dall’abbigliamento ai gadget domestici.
Certo l’Harley-Davidson è rientrata a pieno diritto nell’immaginario collettivo, non solo dei motociclisti, tanto che inforcando una concorrente dotata di un bicilindrico le cui forme potrebbero ricordare quello della casa di Milwaukee spesso qualche passante ti avvicina chiedendoti se si tratta proprio di un’ H-D!
In realtà un vero possessore di Harley saprebbe riconoscere subito dal sound del motore, se si tratta di un modello della casa americana, tanto che qualche anno fa la H-D provò – anche infruttuosamente – a brevettarne il suono.
In ogni caso, nonostante non siano certo tra i mezzi più economici, le Harley-Davidson sono tra le moto che più facilmente si incontrano sulle strade in qualunque stagione: il segreto di questa marca sta proprio nella filosofia “on the road” de suoi ownwers, gente per cui la strada non è un fine: è un mezzo per godere della propria due ruote.
… Un mito a due cilindri!