La storia del gatto Vasilij
Della serie…sempre dalla parte degli animali, per il loro amore verso gli umani … Come dimostrato in questa storia vera che intendo raccontarvi.
Durante l’invasione dell’URSS da parte della Germania nazista e dei suoi alleati, la città di Leningrado (così all’epoca si chiamava la San Pietroburgo) rimase sotto assedio del nemico per circa novecento giorni, senza mai arrendersi.
Sotto pesantissimi bombardamenti quotidiani di aviazione e dell’artiglieria del nemico, la città sul fiume Neva era totalmente accerchiata e separata dal resto del paese, i rifornimenti scarseggiavano e molto presto i cittadini hanno cominciato a morire di fame.
La famiglia Bugrov era composta da nonna e due piccole nipotine, i genitori delle bambine erano impegnate in guerra contro l’invasore. Con la famiglia abitava il vecchio gatto Vasilij, che, essendo l’unico uomo in casa, si mobilitò alla sua maniera per aiutare le sue donne a sopravvivere alla fame.
All’epoca a Leningrado i cittadini ricevevano una misera quantità giornaliera di pane fatto in parte con la farina di segale, cellulosa alimentare e segatura. I cittadini impegnati nei lavori utili alla difesa della città avevano il diritto ai 250 grammi di pane, tutti gli altri, compreso i pensionati e i bambini ricevevano 125 grammi di pane al giorno. Di altri prodotti alimentari non si parlava nemmeno, gli scaffali dei negozi erano vuoti, la carta mancava totalmente a tavola degli abitanti di Leningrado.
Con l’arrivo del primo inverno sotto assedio cominciarono a morire molte persone indebolite dalla fame. Si verificarono i primi terrificanti casi di cannibalismo che le autorità cercavano di tenere ben nascosti, per evitare il crollo della morale delle masse.
Il gatto Vasilij regolarmente usciva a caccia e portava ai suoi famigliari le prede che era in grado di catturare: topi, colombi e a volte anche qualche lepre di quelle che finirono in città spaventate dai combattimenti feroci tra gli eserciti che avvenivano nelle foreste circostanti.
Andando a caccia per sfamare i propri famigliari, il gatto Vasilij doveva stare attento a non diventare a sua volta la preda. In quei giorni terribili molti cittadini disperati uccidevano gli animali domestici che trovavano in giro per strada. Vasilij tornava sempre e portava le prede alle donne affamate. La nonna cucinava le zuppe con la carne dei topi e delle colombe che poi mangiavano tutti insieme, compreso il cacciatore Vasilij.
Dopo la vittoria dei sovietici nella guerra a casa tornarono i genitori delle bambine che subito iniziarono, come altri giovani a quei tempi, di lavorare sodo alla ricostruzione del paese devastato dalla guerra. Vasilij, già avanti con età, ha vissuto con la famiglia fino al 1949. Quando è morta la nonna lo seppellì al cimitero spacciandolo per un suo familiare; sulla tomba ha fatto mettere la croce con il nome Vasilij Bugrov, chiedendo alla famiglia di essere sepolta vicino a lui, quando arriverà il tempo.
La storia di Vasilij non è singolare, molti gatti hanno salvato i cittadini di Leningrado durante l’assedio, condividendo con loro le prede. Per questo, in segno di rispetto e gratitudine ai piccoli felini, i cittadini hanno eretto diversi monumenti in loro onore, il più noto è il “Gatto sulla sedia” che si trova nel cortile del palazzo numero 4 in Via dei Compositori e che oggi è diventato un punto di incontro dei molti amici dei gatti.