Saluti da ….Pino
Questa storia è tra i racconti più belli del mio diario perché me l’ha dettato il cuore❤️!
Rovistando in un cassetto tra cose smesse, ho ritrovato un vecchio diario di scuola media, (del 1966) e in esso una vecchia cartolina di Napoli…bella!
Perché bella?
Perché il panorama del golfo col pino è unico, bella perché mi ricorda chi me la donò: mia Zia Melina, che ho amato come una mamma e che, a quell’epoca aveva una piccola attività pseududoartigianale col marito in un minuscolo locale, dove creavano i famosi souvenir di Napoli, utilizzando, appunto le cartoline panoramiche.
Che straordinaria capacità di inventiva napoletana finalizzata, per necessità, ad arrotondare le entrate domestiche. Sapete, quei souvenir che si vendevano ai turisti in transito nella stazione Centrale di Napoli.
Quei pseudo quadretti con la cartolina del golfo e col pino, attaccate sul fondo, fotografati dalla chiesa di sant’Antonio a Posillipo, contornati da conchiglie marine.
Ebbene quelle magnificenze le producevano loro e quella mia cartolina con il famoso Pino, era stata sottratta dai capolavori di zio Antonio…(l’artista), per me, da zia Melina.(*)
Chissà, mi chiedo se si sono mai resi conto – se é vero che in ogni opera d’arte vi è lo spirito dell’artista – che il loro umile spirito è sparso per il mondo al pari di quel famoso panorama col pino, che oggi più non c’è.
Che emozione, nel rigirarla tra le mani ripensavo alle cose mancanti ed il ricordo di quel pino, tanto caro alla nostra città, di quel vecchio amico, che a quell’epoca, aveva poco piu’ di un secolo che è stato testimone silente di storiche trasformazioni e al tempo stesso custode del più invidiato panorama; una grazia dovuta ai naturali confini di beltà del nostro mare e dell’ antico gigante amico, che fà da sfondo: O’ VESUVIO.
Ed è proprio in questo panorama, che il nostro amato Pino vi si sovrappone come a voler siglare l’opera di un artista piú grande che ce l’ha donato.
Uno spettacolo mozzafiato rappresentato e cantato da numerosi autori e interpreti. Anche il mio papa’ era solito canticchiare (eufemismo letterario, perché papà era stonato come una campana) una vecchia canzone, sintesi di tante ispirazioni “A cartulina ‘e Napule …”, una canzone del 1927 scritta da Giuseppe De Luca, il cui ritornello risuonava cosi:
«…Che gioja, stu Pusilleco,
‘sta villa quant’è fina…
Comm’è bello ‘o Vesuvio e o’ Pino… che bella cartolina!»
Ebbene in un moto di malinconia l’assenza di quel vecchio pino mi ha ispirato, al pari di tanti altri questa breve ma accorata storia.
Ciao PINO
P.s. ( per chi ancora la conserva quella vecchia cartolina)
Note:
PINO…Pinus pinea definito dal National Geographic l’albero più famoso d’Italia abbattuto per una malattia nel 1984 dopo centoventinove anni.
(*) Zio Antonio Caramiello