In giro per Firenze,Le vostre storie

Via de’Neri

Della serie…in giro per Firenze⚜️!

Nomi precedenti: Via de’ Nori, via della Piazza del Grano, via del Canto degli Alberti, via del Leone

Via de’ Neri è una strada del centro storico di Firenze. La strada corre da via de’ Benci (canto degli Alberti) fino alla piazza del Grano, dove convergono via de’ Castellani, via della Ninna e via dei Leoni. Lungo il tracciato si innestano: via delle Brache, via de’ Rustici, via della Mosca, via di San Remigio, via dell’Osteria del Guanto e via del Castello d’Altafronte.
La via prende il nome dalla famiglia fiorentina dei Nori, storpiato poi in Neri, che in questa strada aveva le sue case. Apparteneva alla famiglia per esempio Francesco Nori che salvò la vita a Lorenzo de’Medici durante la Congiura dei Pazzi, facendo scudo con il suo corpo e morendo per le ferite riportate: per questo gli fu concesso l’onore di essere sepolto nella basilica di Santa Croce sotto alla Madonna del Latte di Antonio Rossellino, addossata al primo pilastro di destra; vi si legge un’indulgenza speciale concessa da papa Leone X, figlio proprio del Magnifico.

La famiglia dei Nori si estinse nel 1631 con Francesco di Vincenzo Nori, vescovo di San Miniato. Altri studiosi separano i casati dei Nori e dei Neri (di cui fece parte san Filippo Neri), che entrambi ebbero le loro case lungo la strada, i primi vicino a via de’ Rustici, i secondo più presso la loggia del Grano.

Sono ugualmente attestate le precedenti titolazioni di via del Canto degli Alberti, dalla torre e dalle altre proprietà di questa famiglia poste lungo l’attuale via de’Benci dalla quale il tracciato si origina, e di via della piazza del Grano, per il tratto finale, in relazione alla loggia che ne segna l’angolo con via de’ Castellani.

Nella pianta di Firenze delineata da Ferdinando Ruggieri nel 1731 tutta la porzione dopo via della Mosca è segnalata con il nome di via del Leone, in evidente riferimento alla vicina via dei Leoni, mentre il primo tratto reca la denominazione di via de’ Neri. Lo stesso vale per tutte le piante cittadine consultate, fino agli anni di Firenze Capitale (1865-1871). Il distinguere questi due diversi tratti è ampiamente giustificato dall’andamento non rettilineo della strada, con un evidente rapporto tra l’antica via de’ Neri e via della Mosca dove sembra convergere la prima parte del tracciato (si veda l’evidente enfatizzazione di questa continuità nella già citata pianta del Ruggieri), e tra l’antica via del Leone, essenzialmente rettilinea, con via della Ninna.

Nelle piante ottocentesche che riportavano i tracciati delle antiche mura si giunse anche a ipotizzare il passaggio di una cerchia all’altezza di via della Mosca per giustificare il fatto. In realtà l’asse si era sviluppato tra la terzultima cerchia che passava lungo via dei Leoni e la penultima cerchia, quella del 1172-1175, che scendeva verso l’Arno in corrispondenza di via de’ Benci e che aveva una porta maggiore proprio dove nasceva via de’ Neri, detta porta a’ Buoi probabilmente per un mercato del bestiame che si teneva nello spazio antistante. Da qui le mura cambiavano direzione, seguendo sostanzialmente via dei Vagellai, per poi traversare l’attuale piazza Mentana e saldarsi al castello d’Altafronte. Dobbiamo quindi ritenere che il curvare della nostra strada verso via della Mosca sia stato dovuto al naturale determinarsi di un tracciato che dall’esterno della città puntava verso l’attuale piazza Mentana, dove era uno scalo fluviale decisamente interessato da traffici e commerci.

In via de’ Neri abitavano soprattutto gli operai e vi erano situati numerosi magazzini. Dopo l’inclusione nelle mura e la piena del 1333 che distrusse il porto fluviale, via de’ Neri iniziò ad essere utilizzata da famiglie più abbienti, che qui eressero le loro case e palazzi come i Davanzati, i Bagnesi, i Da Diacceto, i Rustici, i Soldani, ecc., oltre ai già citati Nori.
La strada è in uno dei punti altimetricamente più bassi di Firenze, da sempre flagellata dalle inondazioni periodiche dell’Arno. Subito dopo l’angolo con via San Remigio due targhe poste a circa quattro metri di altezza ricordano la drammaticità di questi eventi: la più bassa segna con una manina scolpita il livello raggiunto dalle acque nel 1333; quella ancora più in alto ricorda l’alluvione del 1966.

Una curiosità è che entrambe le lapidi riportano la data del 4 novembre.

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Andrea Giovanni Iacopini

Andrea giovanni Iacopini nasce a firenze nel 1955. Geometra con la passione per le storie fiorentine è amante degli animali, della musica anni 70/80, di cinema e della squadra Viola. Si definisce un ottimista per natura.

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