Via Porta Rossa
Della serie…in giro per Firenze…⚜️!
Via Porta Rossa è una strada del centro storico di Firenze, che va da via dei Calzaiuoli (canto Diamante) a via de’ Tornabuoni. Lungo il tracciato si innestano: via dell’Arte della Lana, via Calimala, via Pellicceria, piazza del Mercato Nuovo, via de’ Sassetti, piazza de’ Davanzati, via Monalda e il chiasso de’ Soldanieri.
La denominazione è attestata in relazione a questa contrada fin dall’XI secolo, e trae origine dal nome di una postierla che si trovava nelle più antiche mure cittadine in corrispondenza dell’estremità della strada verso il monastero vallombrosano di Santa Trinita, detta appunto Porta Rossa. Lo stesso Giovanni Villani ricorda “una postierla chiamata Porta Rossa, che ancora a’ nostri tempi ha ritenuto il nome“. Non è tuttavia noto il motivo della titolazione e in che modo la porta si distinguesse dalle altre, visto che dobbiamo supporre diffuso l’uso di proteggere le ante lignee delle porte cittadine con il minio (di colore rosso, appunto) per meglio preservarle delle intemperie (come si faceva ancora nel novecento con gli strumenti agricoli).
“Per quale ragione allora soltanto ad una posterula sarebbe rimasto quell’attributo coloristico? Si pensa che, come il ponte Rosso, questa posterula venisse chiamata così perché costruita con mattoni senza intonaco. Pare invece, che oltre al rosso della porta e al rosso dei mattoni, fosse vistosamente rosso anche un fallo, sulla chiave dell’arco, e che ancora si può vedere al Museo Archeologico” (Bargellini-Guarnieri). Di questa postierla, situata all’altezza di via Tornabuoni, si trovarono i resti nel 1732, durante alcuni di lavori.
Altre denominazioni (segnalate ad esempio nello Stradario storico amministrativo del Comune di Firenze del 1913) furono quelle di via de’ Cavalcanti e successivamente di via di Baccano (così ad esempio nella pianta di Firenze di Ferdinando Ruggieri del 1731), ambedue in relazione al primo tratto fino alla piazza del Mercato Nuovo. In questi casi i nomi possono essere spiegati, nel primo per la presenza del palazzo dei Cavalcanti sul canto di via dei Calzaiuoli dove la strada si origina (così come di altre proprietà della famiglia, come il palazzo dei Cavallereschi), nell’altro forse dal rumore naturalmente connesso alle attività del mercato. Sempre in relazione a questo primo tratto, un’antica lapide murata sul palazzo dei Cavallereschi in corrispondenza del cantone con la piazza del Mercato Nuovo, ricorda come la strada fosse stata aperta nel 1307 grazie al podestà Matteo Terribili di Amelia.
Al pari della vicina via Por Santa Maria, anche via Porta Rossa nel Medioevo era piena di botteghe di artigiani soprattutto orafi (come Bernardo Cennini, ricordato da una lapide), ma legati ad attività più modeste, come la vendita del panno di lino, dei cappelli di feltro, del fil di ferro, del materiale per acconciature, di pettini, di piume e di altre cianfrusaglie. Per un certo tempo tutti questi poveri artigiani, capeggiati dagli orefici, si riunirono nell'”Arte di Porta Rossa” o “di Por Santa Maria“, con patrono san Giovanni Evangelista. Nl corso del XIV secolo si stabilirono in questa zona alcuni setaioli esuli da Lucca, aggregandosi a questa arte, che poi sarebbe diventata la potente Arte della Seta che mantenne lo stemma con la porta rossa.
Giacomo Puccini e il suo librettista Giovacchino Forzano, ricordando questa la vocazione della strada all’oreficeria, la citarono nella notissima aria O mio babbino caro dell’opera Gianni Schicchi, quando la protagonista vuole venire in questa zona a comprare l’anello per fidanzarsi.
Nel 1547 la strada mutò aspetto per la demolizione di alcuni edifici e la costruzione della loggia del Mercato Nuovo, ma la maggiore delle trasformazioni si ebbe tuttavia durante la grande operazione di ‘risanamento‘ dell’area del Mercato Vecchio (1885-1895) che arrivò a lambire questa strada, con l’ampliamento e la costruzione di nuovi edifici dal suo lato destro nel tratto tra via Calimala e la piazza de’ Davanzati, quest’ultima aperta proprio nel corso dei lavori. Venne ad esempio demolito quello che restava della loggia dei Cavalcanti, per allargare la strada. La strada, con la carreggiata pavimentata a lastrico, nonostante le distruzioni operate nell’Ottocento, mantiene ancora carattere eminentemente antico, con notevoli emergenze architettoniche (tra queste il palazzo Davanzati e le residenze dei Bartolini) e scorci oltremodo suggestivi.
La via è compresa nell’area pedonale del centro storico: sia perché costituisce una importante arteria di collegamento tra la zona di via de’ Calzaiuoli e quella di via de’ Tornabuoni, sia per la presenza di numerose attività commerciali, è segnata da un notevole flusso pedonale in ambedue le direzioni. Per quanto sopra descritto l’arteria è da considerarsi di eccezionale interesse storico e artistico.
Quanto c’e’ da imparare! Grazie
È vero, non si finisce mai !