In giro per Firenze,Le vostre storie

Chiasso de’ Baroncelli

Della serie…in giro per Firenze…⚜️!

Il Chiasso de’ Baroncelli è una strada del centro storico di Firenze, che va da via Lambertesca a piazza della Signoria. Lungo il tracciato si innestano il chiasso del Buco e la piazza de’ Baroncelli.
La strada costeggia “come una profonda fessura” la Loggia dei Lanzi e il complesso degli Uffizi, chiusa dall’altro lato da alte fabbriche e attraversata da numerosi archi rampanti.

Intitolata alla famiglia dei Baroncelli che qui aveva le sue case e torri (per lo più atterrate per costruire la loggia), è documentata in realtà fino dall’Ottocento come chiasso di Messer Bivigliano, forse il più importante membro del casato, di grandi ricchezze, morto nel 1327 e sepolto in Santa Croce. Ugualmente il luogo è talvolta attestato come chiasso dei Lanzi, in riferimento alla guardia personale di Cosimo I de’ Medici, formata da 200 Lanzichenecchi acquartierata dal 1541.

Anticamente qui ebbero la loro abitazione altre famiglie, come i Tigliamochi, i Gherardini, i Pulci, i Raugi. Sul lato est via avevano sede ben tre Arti, afferenti sul lato opposto sulla scomparsa “Corte della Zecca“: dei Fabbri e Manescalchi, dei Maestri di Pietra e dei Calzolai. Difficili da individuare per via delle forti manomissioni legate alla nascita del palazzo degli Uffizi, sono forse tuttavia tracce di questi edifici pubblici gli stemmi abrasi che ancora si leggono in tre gruppi su questo lato della strada, in particolare quello di tre stemmi su quella che oggi è una finestrella, nel quale si riconosce in uno il Giglio fiorentino; nel 1972 Jacorossi vi descisse ancora quelli una Croce del Popolo e uno stemma della Parte Guelfa. In angolo con via Lambertesca vi era anche la residenza dell’Arte dei Legnaioli.

Nella strada ebbe inoltre bottega il tessitore di velluti Michelangelo deRossi, padre del noto pittore Cecchino Salviati; in questo luogo gli adolescenti Cecchino e Giorgio Vasari nascosero il braccio del David di Michelangelo, rotto tre giorni prima, nei tumulti antimedicei che seguirono il Sacco di Roma il 26 aprile del 1527.

Localizzato in una delle zone più frequentate dalle città storica, il chiasso, pavimentato a lastrico e sostanzialmente ben tenuto, offre la possibilità di un momentaneo isolamento dalla folla e di apprezzare uno scorcio urbano oltremodo suggestivo coi sei archetti rampanti, visibili in particolare in prossimità del chiasso del Buco.

Al n. 1 si trova quel che resta del palazzo Benini Formichi, riconoscibile per alcuni stemmi posti alle estremità della facciata. Al 5, in angolo con la piazza dei Baroncelli, una casa ha uno stemma Vecchietti o di altra famiglia simile.
Sul lato ovest della strada si apre, oltre un cancello, la piccola “piazza dei Baroncelli”. Sebben oggi possa apparire come uno spoglio cortile interno degli edifici circostanti, anticamente qui si dipanavano due strette viuzze che portavano al chiasso del Buco e a via Vacchereccia, poi accecati dalla superfetazioni

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Andrea Giovanni Iacopini

Andrea giovanni Iacopini nasce a firenze nel 1955. Geometra con la passione per le storie fiorentine è amante degli animali, della musica anni 70/80, di cinema e della squadra Viola. Si definisce un ottimista per natura.

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