In giro per Firenze,Le vostre storie

Via del Castellaccio

 


Della serie…in giro per Firenze…⚜️!

Via del Castellaccio è una strada del centro di Firenze che va dall’incrocio con via Alfani e via dei Fibbiai a via dei Servi. Vi si apre, sul lato est, la piazza Filippo Brunelleschi che, non avendo altri sbocchi, può essere considerata una sua appendice.

La strada, col suo prolungamento su via dei Fibbiai, aveva nella Firenze medievale un’importanza ben superiore a quella attuale. Qui scorreva il percorso del Mugnone prima della costruzione delle mura del 1284, che diventava fossato della cerchia all’inizio di via del Castellaccio. La strada attraversava il cosiddetto “Cafaggio” una zona verde di pascolo che un tempo doveva essere stata boscosa (come attesta il toponimo di origine longobarda), e arrivava a fiancheggiare l’oratorio dell’Annunziata, poi basilica. Prima dell’apertura della vicina via dei Servi, nel 1255/1256, la strada usciva dalla porta di Balla e collegava il centro cittadino con la via per Fiesole. Fu poi soppiantata dalla nuova direttrice, che serviva, in modo più ampio e rettilineo, sia il Cafaggio che la zona di San Marco e di San Gallo. La via del Castellaccio venne quindi a rappresentare, da allora, un alleggerimento funzionale alle attività che si svolgevano nella strada più importante e rappresentativa, assumendo quindi progressivamente una funzione di tipo ‘secondario‘. 

 

Lungo via del Castellaccio sorsero numerosi tiratoi fra i quali primeggiavano per importanza quello cosiddetto dell’Aquila e quello del Castellaccio (così chiamati rispettivamente, il primo per avere come stemma un’aquila e il secondo perché sorgeva sui resti delle case dei Molognani che, accaniti Ghibellini, ebbero i beni devastati nel 1312). Questi tiratoi si trovano citati già dal sec. XIV negli archivi dell’arte della Lana.

Il “Castellaccio” quindi era un toponimo ben più antico della rotonda degli Scolari, opera incompiuta di Filippo Brunelleschi che ereditò il nome da un edificio più antico non più esistente, forse i ruderi di un castellare o di un torre ghibellina fuori dalle mura dell'”antica cerchia“. Perduta infatti la memoria di questa fabbrica, il termine castellaccio andò poi a identificare l’incompiuta rotonda che, prima del restauro novecentesco, abbandonata e ridotta a rudere, bene si prestava a evocare le rovine di una struttura fortificata.

Fino al 1936 la via era fiancheggiata su entrambi i lati da edifici. In quell’anno venne ristrutturata la rotonda del Brunelleschi, fu costruita la casa del Mutilato e, scoprendo un lato dell’antico monastero di Santa Maria degli Angeli, fu creata la piazza, proprio nell’ambito del cantiere di ‘liberazione’ della rotonda creando uno slargo sulla destra dell’antico tracciato della via. L’attuale denominazione dello slargo fu decisa successivamente al restauro della rotonda.

Nonostante la presenza della rotonda e il più che decoroso edificio dell‘Opera dei Mutilati ed Invalidi di guerra, è difficile percepire lo slargo come ‘piazza‘, se con tale termine si vuole conservare l’idea di un luogo anche di aggregazione sociale, e questo a dispetto del continuo passaggio di studenti in ragione della presenza di uno degli accessi alla Facoltà di Lettere e Filosofia e di Architettura dell’ Università  degli Studi di Firenze. Ne sono causa evidente la presenza sia di edifici in attesa di nuova destinazione sia di un parcheggio per tutta l’area, eccezion fatta per la corsia di scorrimento autoveicoli che si pone come proseguimento di via del Castellaccio. A questo si aggiunge un certo degrado e l’abbandono della sua parte più interna.

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Andrea Giovanni Iacopini

Andrea giovanni Iacopini nasce a firenze nel 1955. Geometra con la passione per le storie fiorentine è amante degli animali, della musica anni 70/80, di cinema e della squadra Viola. Si definisce un ottimista per natura.

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