In giro per Firenze,Le vostre storie

Via Pietrapiana

Della serie…in giro per Firenze..⚜️
Via Pietrapiana.

Via Pietrapiana è situata nel centro storico di Firenze, è lunga 313,83 metri e si estende da piazza Sant’Ambrogio a piazza Gaetano Salvemini. Lungo il tracciato incontra borgo Allegri e via Michelangelo Buonarroti, e via de’ Pepi.
Via Pietrapiana era anticamente un “borgo“, cioè una via, fiancheggiata da edifici, che usciva da una porta cittadina della cerchia del XII secolo, la Porta di San Piero (dal vicino monastero di San Pier Maggiore), seguendo in buona sostanza un tracciato che era già presente fuori della cinta romana, quale logico prosieguo in aperta campagna del suo decumano, rivolto a levante verso la Cassia Vecchia, in direzione del Valdarno Superiore e di Arezzo. Con la successiva cerchia di mura del 1333 si dette ulteriore espansione a questa primitiva direttrice viaria formata quindi dall’asse di borgo degli Albizi, via Pietrapiana e borgo la Croce.

La strada era divisa in più segmenti con nomi diversi, intervallati come di consueto da vari “canti“, cioè incroci che avevano nomi precisi come quelli delle strade. Via Pietrapiana era il nome del tratto da piazza Sant’Ambrogio a Borgo Allegri, che poi venne esteso a tutta la via solo nel 1929. Anche la vicina via de’ Macci si chiamava in antico, nel tratto fino a via dell’Agnolo, via della Pietra. Non è chiaro cosa fosse questa pietra che ricorreva nella toponomastica cittadina, forse una roccia che si incontrava lungo la strada, né tantomeno perché fosse detta “piana“, anche se si può immaginare come fosse legato alla sua forma o alla sua levigatezza.

Il tratto seguente, da Borgo Allegri a via de’ Pepi era la “via dePianellai“, cioè dei calzaioli che facevano anche le “pianelle“, le scarpette leggere e prive di tacco. Questo tratto di strada attraversa la piazza dei Ciompi ed ha, in quel tratto, solo numeri pari: i numeri dispari furono distrutti proprio per creare la piazza, in cui venne ricostruita nel 1956 la loggia del Pesce. Propri in una delle case distrutte visse e morì Matteo Palmieri, gestore della vicina farmacia del Canto alle Rondini; sulla sua casa era presente un busto che lo raffigurava, opera di Antonio Rossellino (1468), oggi al Bargello. Anche la casa al 31, dove ebbe abitazione il pittore Raffaello Sorbi, è andata distrutta.

L’incrocio con via de’ Pepi si chiamava Canto di Nello, forse in onore a quel personaggio il cui figlio Gianni, abitante in Porta San Piero, è ricordato da Boccaccio nel Decameron (settima giornata, novella prima). Qui si trova un tabernacolo con bassorilievo quattrocentesco in terracotta (cm 84×68) raffigurante Madonna col Bambino, già attribuito alla cerchia di Donatello o di Bernardo Rossellino, ma in occasione di una mostra al Bargello del 2010-2011 riferita a Donatello stesso: da allora l’opera è stata musealizzata e sostituita in loco da una copia in terracotta.

Seguiva infine, fino a via del Fosso (oggi via Verdi), la “via degli Scarpentieri” (forse un francesismo per carpentieri). Nella pianta di Firenze delineata da Ferdinando Ruggieri nel 1731 le titolazioni si erano già ridotte a due (con la soppressione di via degli Scarpentieri), per rimanere poi all’intero tracciato solo il nome di via Pietrapiana. L’ultimo tratto, che sbuca oggi in piazza Salvemini, mostra sul lato destro edifici per lo più settecenteschi, con ampi fondi commerciali. Il lato sinistro fu stravolto dalle demolizioni, a partire dal 1936, e dai lavori che, interrotti dalla guerra, ripresero solo negli anni Cinquanta e culminarono con la realizzazione delle poste di Giovanni Michelucci. Lo slargo che si è venuto qui a creare non ha un nome in particolare, ed è qualche volta indicato come “piazza Pietrapiana“, sebbene non in maniera ufficiale.
Il cantiere sacrificò soprattutto il teatro Alfieri, costruito in legno nel 1714 e rifatto dall’architetto Vittorio Bellini nel 1828, e il canto alle Rondini. Quest’ultimo doveva il suo nome ai volatili sullo stemma della famiglia Uccellini, che qui aveva il suo palazzo; nel 1918 l’architetto Adolfo Coppedè vi aveva posto un tabernacolo con una Madonna circondata da un volo di Rondini, opera dello scultore Umberto Bartoli; inoltre lo stesso architetto aveva disegnato la tettoia e l’arredo interno per la farmacia che qui si trovava. Oggi la memoria della farmacia è tenuta da un edificio più arretrato, posto sullo sprone tra via Pietrapiana e via dei Martiri della Libertà.

Al di là degli interventi del Novecento, la via, segnata da semplici case a schiera nel primo tratto e da alcuni nobili palazzo nel tratto intermedio, ha carattere antico e vocazione commerciale: vietata al traffico veicolare (ad esclusione dello slargo determinato in corrispondenza del palazzo delle Poste e Telegrafi) è segnata da un notevole e vivace flusso pedonale, essendo ancora oggi, con borgo la Croce, la direttrice ideale con cui raggiungere il centro cittadino dai parcheggi della zona di piazza Cesare Beccaria e viceversa.

All’incrocio con piazza Sant’Ambrogio si trova la chiesa di Sant’Ambrogio, nata dall’edificio sorto nel luogo in cui nel 393 fu ospitato sant’Ambrogio vescovo di Milano. Attraversa piazza dei Ciompi, costeggiando la Loggia del Pesce, ricostruzione del 1956 della Loggia costruita dal Vasari in piazza del Mercato Vecchio.

 

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Andrea Giovanni Iacopini

Andrea giovanni Iacopini nasce a firenze nel 1955. Geometra con la passione per le storie fiorentine è amante degli animali, della musica anni 70/80, di cinema e della squadra Viola. Si definisce un ottimista per natura.

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