In giro per Firenze,Le vostre storie

Via delle Casine

Della serie…in giro per Firenze…Via delle Casine⚜️!

Via delle Casine si trova a Firenze, dal lungarno della Zecca Vecchia a via Ghibellina. Lungo il suo tracciato si innestano: via Tripoli, via San Giuseppe, via dei Malcontenti, via dei Conciatori e via Pietro Thouar.
Strada alquanto antica, deve il suo nome all’architettura semplice e popolare che la caratterizza, contrando coi palazzi nobiliari di qualche isolato più verso il centro. Era infatti appartata e caratterizzata da abitazioni architettonicamente modeste, legate ai pescatori d’Arno, che risiedevano nel tratto prossimo a via Ghibellina, e ad altri lavoratori umili.

La via è divisa in tre tratti che un tempo avevano altrettanti nomi: da quella che era la riva a via Tripoli si chiamava via del Renaio, in onore a un antico mestiere che si svolgeva sul fiume, e fu aperto solo nel 1880 sui terreni dello spedale della Torricella; fino a via San Giuseppe via tra due Orti (l’orto di Santa Croce e quello dello Spedale dei Tintori di Sant’Onofrio); e infine propriamente via delle Casine nel tratto fino a via Ghibellina.

L’unificazione del tracciato sotto uno stesso nome fu deliberata dalla giunta comunale il 25 novembre 1876.
Lungo il tracciato della strada si innestano: via Tripoli, via San Giuseppe, via dei Malcontenti, via dei Conciatori e via Pietro Thouar.
Attualmente la strada, soprattutto nel tratto da via San Giuseppe a via Ghibellina, mostra numerosi edifici eretti e riconfigurati nell’Ottocento che affiancano le più antiche ‘casine‘ comunque fatte oggetto di interventi di restauro e riqualificazione, per cui si pone come area residenziale di discreto fascino e interesse.

In angolo con via Tripoli si trova il Palazzo Pontenani, caratterizzato da un grande stemma sulla cantonata e uno minore sul portale carrozzabile, dai cui si accede anche al giardino. Nel tratto adiacente, verso via dei Malcontenti si trovava lo spedale dei Tintori, eretto da quest’Arte e dedicato a sant’Onofrio.
Fino a via Pietro Thouar la strada costeggia la Pia Casa di Lavoro di Montedomini: soprattutto su questo lato, dove ebbero sede il monastero di Montedomini e l’ospizio dei Monellini, sono visibili nell’esterno resti cospicui dell’architettura originaria del convento di Monticelli. Sul lato opposto, in un edificio addossato al fianco della chiesa di San Giuseppe, si trovava il convento delle Fanciulle del Ceppo.

Il tratto verso via Ghibellina, in cui si vedono le “casine” che hanno ispirato il nome della strada, contiene, al 31 rosso, l’ingresso dell’edificio che ospitò il teatro Brendel, o teatro dell’Accademia dei Fidenti, in cui recitò Eleonora Duse. Al 25 un edificio forma un acuto sprone con via Ghibellina, evidentemente riconfigurato nei prospetti e soprelevato, ma che nell’insieme dei suoi volumi rende ragione alla denominazione di “casina“; sulla cantonata ha una piccola edicola in pietra serena, oltremodo abrasa, di fattura seicentesca, che dal 2003 accoglie una pittura murale di Alan Pascuzzi raffigurante la Resurrezione. L’edificio dirimpetto invece ha un antico pilastro d’angolo con le memorie di due alluvioni: del 1517, del 1844. Guardando in alto, ad altezza più che doppia, si scorge la targa dell’alluvione del 1966.
La strada è ricca di iscrizioni. Nel tratto tra via Tripoli e via San Giuseppe, vicino al tabernacolo di Sant’Onofrio, una targa del 1398 parla di un fosso che passava di qui sbucando in Arno.

Author Image
Andrea Giovanni Iacopini

Andrea giovanni Iacopini nasce a firenze nel 1955. Geometra con la passione per le storie fiorentine è amante degli animali, della musica anni 70/80, di cinema e della squadra Viola. Si definisce un ottimista per natura.

Previous Post

Next Post

4 1 vote
Voto all'articolo
Subscribe
Notificami
guest
0 Commenti
Inline Feedbacks
View all comments
Wordpress Social Share Plugin powered by Ultimatelysocial
WhatsApp