Via della Mattonaia
Della serie…in giro per Firenze…Via della Mattonaia ⚜️!
Via della Mattonaia si trova a Firenze, da piazza Ghiberti al viale Antonio Gramsci, comprendendo già nel suo tratto iniziale anche il primo ampio slargo che congiunge la strada vera e propria all’edificio de La Nazione, intitolato solo recentemente a Pietro Annigoni. Vi si intersecano il borgo la Croce, via Giovan Battista Niccolini e via Giordani.
Le zone più periferiche del centro storico erano abitate dalle classi minute, che qui avevano non solo le case, ma anche gli opifici e le botteghe delle loro attività, specialmente quelle meno gradevoli. In via della Mattonaia, come ricorda il nome stesso, si concentravano le fornaci per la fabbricazione dei laterizi. La zona aveva una proprio potenza festeggiante, capeggiata da un altisonante “Gran Monarca”, che si riuniva in piazza Sant’Ambrogio ed era detta della “Città Rossa” dal colore dei mattoni che predominava in questa zona.
La zona della Mattonaia, oltre che dalle fornaci, era anche caratterizzata da grandi orti e giardini, dei quali resta traccia in nomi come la via dell’Ortone, o nella memoria dei famosi giardini dei Ginori alla villa La Mattonaia. I giardini del monastero di Santa Teresa e quelli della famiglia Guardi (passati poi allo Spedale degli Innocenti e infine ai Ginori) formavano un vasto triangolo tra la via della Mattonaia, borgo la Croce e le mura. Qui, lungo le fortificazioni, sul lato interno correva un camminamento alberato detto il “pomerio“. Fino a tutta la prima metà dell’Ottocento quindi questa strada rappresentò unicamente un collegamento tra borgo la Croce e lo stradone lungo le Mura in una zona segnata da orti e caratterizzata nel secondo tratto unicamente dalla presenza della villa la Mattonaia con il suo giardino, che ancora oggi rappresenta edificio civile più importante della via. Chiamata anche Casino Ginori, è celebre poiché qui il marchese Lorenzo Ginori tenne una rinomata raccolta botanica.
L’urbanizzazione della zona, per quanto ritenuta tra le realizzazioni più significative del piano di espansione cittadino redatto da Giuseppe Poggi in relazione alle nuove esigenze dettate da Firenze Capitale (1865-1871), è in realtà da considerarsi frutto di un progetto maturatosi negli anni precedenti, almeno fin dal 1860, con un cantiere già avviato nel novembre del 1864 che, ovviamente, ricevette particolare impulso negli anni in cui la città fu capitale d’Italia.
Trattandosi in questo caso di un’area interna all’ultima cerchia di mura, non si trattò poi in senso stretto di un intervento di ampliamento della città, ma di un’operazione di urbanizzazione di una vasta zona già appartenente alla città storica, secondo il piano regolatore interno della città redatto non da Giuseppe Poggi ma dall’ingegnere del Comune Luigi Del Sarto. La destinazione del quartiere (detto appunto della Mattonaia) fu a carattere residenziale, con un’evidente attenzione alla ricca borghesia, nell’ambito della quale si distinse nell’acquistare i lotti edificabili la comunità ebraica, in ragione della parallela edificazione della Sinagoga nel vicino lotto posto tra via Luigi Carlo Farini e via Giosue Carducci con un cantiere avviato nel 1874 su progetto di Mariano Falcini, Vincenzo Micheli e Marco Treves (inaugurazione del Tempio nel 1882). Entro il 1870 si possono considerare concluse sia le opere di urbanizzazione sia l’erezione dei primi edifici del secondo e più importante tratto, mentre si erano avviate quelle destinate a definire il mercato e la piazza Lorenzo Ghiberti. Con delibera della giunta comunale del luglio 1873 anche il breve tratto tra la piazza e borgo la Croce fu intitolato alla Mattonaia.
Il carattere della strada è residenziale, con un significativo alternarsi di zone a destinazione popolare in prossimità di piazza Lorenzo Ghiberti e di nuovo in corrispondenza dell’ultimo tratto segnato dal grande stabile della Società Anonima Edificatrice, e alto borghesi, ben rappresentate dalle palazzine Ottolenghi, Francolini e Marchesini. Fa eccezione la parte sud della strada, dove si trova l’ex-monastero di Santa Teresa, che venne trasformato in carcere. Dopo la conclusione dei lavori di ampliamento (2016) l’intero complesso è a disposizione del Dipartimento di Architettura dell’Università di Firenze.
Sulla parete esterna del monastero di Santa Teresa una lapide ricorda Teresa Margherita Redi, santa che visse in questi luoghi, omonima di santa Teresa d’Avila a cui erano dedicati:
IN QUESTO ANTICO MONASTERO FIORÌ COME UN GIGLIO DAL 1765 AL 1770 LA SANTA CARMELITANA TERESA MARGHERITA REDI NEL SECONDO CENTENARIO DELLA MORTE IN SEGNO DI GRAZIA E DI SPERANZA PER QVELLI CHE SOFFRONO FV POSTO QVESTO RICORDO.