Donne di casa Medici,Firenze

Eleonora de’Medici, la messa in scena di un matrimonio (Parte I)

Il matrimonio di Eleonora de’ Medici e Vincenzo Gonzaga

PARTE I

Diversamente da ogni altro profilo io abbia ritratto fino ad oggi a proposito delle molte Donne che animarono il casato dei Medici, il mio racconto odierno vi sembrerà decisamente inusuale. 

Per questo vorrei consigliarvi di tenere sempre a mente il fatto che gli interpreti di questa vicenda furono degli uomini in carne ossa e aggiungerei, non soltanto degli uomini qualunque bensì delle figure storiche di alto spessore e lignaggio. Faccio questa premessa poiché sono certa che, non appena avrò cominciato il mio racconto, anche voi come accadde a me, sarete portati a credere che i protagonisti di oggi possano essere più verosimilmente paragonati a degli attori di una commedia di gusto boccaccesco che non a dei nobili discendenti di prestigiose casate quali essi furono veramente. Vi garantisco però che questa vicenda fu molto, fu oltre, fu tutto … fuorché essere recitata!

Orbene, fatte le dovute premesse, si apra il sipario sui nostri due protagonisti. 

Lei è la giovane Eleonora, figlia di Francesco I de’ Medici. Lui invece, il suo promesso sposo, è Vincenzo Gonzaga, duca di Mantova. 

Come in tutti i teatri che si rispettino, ogni palco ha il suo sottopalco e ogni compagnia teatrale ha il suo gobbo, o meglio il suo suggeritore, nascosto in una buca. Ebbene, ovviamente anche in questa nostra messa in scena non siamo da meno; nel nostro caso si tratta però di una suggeritrice.  Infatti, nella realtà questo ruolo lo vestì la stessa Bianca Cappello (colei che fu dapprima l’amante e quindi la seconda moglie del granduca di Toscana, Francesco). Ne abbiamo parlato poche settimane or sono, tratteggiando la sua biografia. 

Adesso manca solo l’inquadramento storico, poi saremo pronti per cominciare.

Dunque, la vicenda si svolge nell’anno 1583 e, al tempo dei fatti in questione, Bianca è già divenuta una vera granduchessa, regolarmente sposata con Francesco. Ma adesso, è meglio non divagare e cercare di seguire il copione: iniziamo dall’annullamento di un matrimonio, lo scioglimento delle nozze fra il duca di Mantova, Vincenzo Gonzaga, e la principessa Margherita Farnese. Poiché la donna era stata giudicata da “illustri clinici”, dopo  lunga visita “inadatta a procreare per via di un suo grave difetto fisico”, il duca Vincenzo si liberava di lei e la ripudiava, facendola chiudere in un convento. 

Eleonora de’ Medici (Firenze, 28 febbraio 1567 – Cavriana, 9 settembre 1611), primogenita di Francesco I de’ Medici e Giovanna d’Austria

Come potrete ben immaginare, la famiglia Farnese era a dir poco “irata” e, per vendicare l’onta subita, aveva messo in giro alcune “voci” in proposito insinuando il sospetto che il duca Vincenzo avesse accusato la moglie per scagionarsi di un difetto che invece gli appartena. Lanciato il sasso, il dubbio aveva preso campo. Presto le malelingue (che sono sempre parecchie da che mondo è mondo), avevano iniziato a vociferare, o meglio, ad insinuare ovunque di una sua certa incapacità virile: che fosse stato davvero lui, l’uomo, il soggetto non atto a generare, la causa del matrimonio fallito? Ebbene, miei cari amici. Difficile capire a parole chi tra i due sostenesse il falso, non trovate? 

Ma come dice un vecchio proverbio, “al peggio, non c’ è mai peggio” e infatti la situazione, già di per se’ complicata, si aggrava nel giro di pochi giorni pure ulteriormente in quanto, nel mentre che le chiacchiere prendono campo, in casa Gonzaga non si è perso tempo e dopo un fitto scambio epistolare e molti incontri preparatori, si sta arrivando a combinare un nuovo matrimonio per Vincenzo. La scelta è caduta sulla sedicenne Eleonora, figlia di Francesco de’Medici. 

Fine dell’atto primo, Giù il sipario! Andiamo a vedere quel che succede dietro le quinte! 

Ebbene, nelle quinte, ovvero a Firenze, i più sono indecisi: credere ai Gonzaga o ai Farnese? Questo è il dilemma!  

In altre parole, sarà colpa di Vincenzo o colpa della principessa Margherita? Ad alimentare i il fuoco del pettegolezzo ecco che ci si mette pure la nostra suggeritrice, Bianca Cappello la quale cova un forte risentimento nei confronti dei Gonzaga per averla a suo tempo osteggiata quando stava per congiungersi in matrimonio con il suo amato Francesco, ovvero poco dopo la morte di Giovanna d’Austria. Ecco che quindi Bianca, senza indugio alcuno, si schiera: a suo parere è il Gonzaga che non possiede le qualità fisiche per procreare. 

Firenze è in subbuglio, quale potrebbe essere l’assicurazione da richiedere per garantire alla bella e casta Eleonora de’Medici la certezza di non sposarsi con un uomo impotente? Occorrerebbe mettere Vincenzo alla prova. Ecco che allora, dalla regia, arriva una “buona pensata” (si fa per dire): inizia a farsi strada la stravagante idea di poter scegliere per lui una fanciulla illibata (assicurandosi che veramente la pulzella sia in quelle condizioni) di modo tale che egli possa dar prova certa delle sue capacità virili.

Vincenzo Gonzaga (Mantova, 21 settembre 1562 – Mantova, 18 febbraio 1612), figlio di Guglielmo duca di Mantova e del Monferrato e di Eleonora d’Austria.

Diamo così inizio ad uno strepitoso secondo atto, in cui accade  tutto, e il suo contrario. Infatti, ormai, il dado è stato tratto e ai Gonzaga di Mantova non resta che accettare il guanto della sfida e invitare il loro parente a supportare la cosiddetta “prova”. 

“Tanto rumore per nulla”, direte voi, andando a scomodare il sommo Shakespeare che di teatro e di tragedie se ne intendeva – e pure parecchio -più di noi! Ma ovviamente no, vi rispondo io, miei cari lettori. Questo con Eleonora è un matrimonio importantissimo ed è ritenuto interessante per più di un aspetto per la politica di tutta la penisola! 

E poi, diciamolo francamente; giunti a questo punto della storia, interessa anche a voi che ve ne state comodamente in poltrona nell’ immaginifica platea di questo nostro fantasioso teatro, sapere come andarono a finire le vicende, non è vero?

Dunque, adesso tutto è nelle mani (per non dire altro!) di Vincenzo il quale deve superare la prova: purtroppo, questa volta non si tratta propriamente di una giostra o di un torneo tra cavalieri che, indossato il proprio elmo e la brillante armatura, salgono in groppa al loro destriero, impugnano la lancia e affrontano la sfida con il petto gonfio di orgoglio.In questo caso specifico, si tratta di ben altro, e tutti lo hanno capito.

Comunque rimane un assioma il fatto che egli debba assolutamente vincere questa sfida a dir poco straordinaria! Per giudicare la sua “performance” viene convocata una giuria d’eccezione: ecco che fanno la loro comparsa sul palco un po’ di nomi illustri tra prelati, medici e scrutatori del tempo, chiamati a valutare lo stato della fanciulla,  prima e dopo…

Una vera e propria giuria, senza mezzi termini, che una volta selezionata si trasferisce in quel di Venezia quale città neutrale e, nel nostro caso,  teatro di siffatta parodia.

Ovviamente, viene pure trovata la fanciulla, la “cavia umana” di questo esperimento.Pare che qualche cronista del tempo ne avesse anche scoperto il nome, vociferando di una bastarda di Casa Albizi, ma la cosa non è mai stata accertata. Belisario Vinta, il fedelissimo uomo del granduca Francesco I, diviene invece il delegato nominato a riferire giorno per giorno, come si stiano svolgendo le cose.

Le prime informazioni che serpeggiano velenosamente tra i cortigiani, a seguito di quanto comunicato nelle missive tra una corte e l’altra, aggiungono qualche ulteriore dubbio al fatto che il granduca di Mantova non sia poi così tanto virile come sostiene di essere. Alcuni cardinali scrivono che probabilmente egli può essere ammalato del cosiddetto “mal francese”.  Ma, qualcun’altro afferma anche che sebbene Vincenzo abbia effettivamente sofferto in tempi non sospetti  di tale male, adesso ne sia perfettamente guarito. 

Cambio di scena: nel frattempo, nella nostra amata Firenze, si cerca di nascondere alla giovane Eleonora a quali prove sia stato sottoposto il suo futuro sposo. 

Il tempo stringe e i giorni passano mentre la fanciulla che serve per l’esperimento è ancora intatta. Pare che il duca Vincenzo soffra di disturbi al ventre e se uno sta male, non può certo pensare a fare all’amore, pare ovvio. Le speranze si affievoliscono. Ma poi ecco il tanto atteso “colpo di scena”! 

Quando ormai si palesava il peggio ecco che il verdetto giunge a Firenze. Bianca Cappello deve fare buon viso a cattivo gioco, ovvero alla notizia che tutto -ma proprio tutto-  cio che costituisce l’apparato del duca di Mantova, sia in buono stato, addirittura efficiente e altamente operativo. Bianca insiste; basta con i discorsi e le chiacchiere da salotto, occorre una prova pratica per essere certi che tutto funzioni perfettamente. 

Eleonora de’Medici, duchessa di Mantova con il figlio Francesco IV

E finalmente, il duca scioglie ogni indugio. Dopo essersi coricato insieme alla fanciulla, sotto l’occhio vigile della giuria, non per questo intimorito, si esibisce in una vigorosa dimostrazione delle sue capacità virili, soddisfacendo appieno le necessità della fanciulla sottoposta alla prova! E, alla prima manche, ne seguono pure altre, tanto per essere sicuri che la performance regale porti a un risultato certo. 

A Firenze sono tutti soddisfatti: anche la granduchessa si definisce contenta e molto più tranquilla. Alla fine, la donna è riuscita perfettamente nel suo intento di umiliare la famiglia Gonzaga pubblicamente. In un modo o nell’altro si è finalmente potuta togliere quel sassolino dalla scarpa che tanto la infastidiva da illo tempore.  Scende il sipario sul nostro secondo atto.

Inizia l’ultimo atto; il matrimonio viene fissato. Si scambiano elenchi di invitati, si parla di feste e celebrazioni. Eleonora si unirà certamente in matrimonio con il Gonzaga, ma di matrimoni da organizzare ce ne saranno due in quanto -spero che non l’abbiate dimenticata-  la vera protagonista di tutta questa messa in scena assurda e patetica è rimasta incinta. Pertanto verrà  fatta sposare da un giovane, addetto di casa Medici, con una buona dote e l’assicurazione per il povero malcapitato marito, di far carriera.Davvero un buon affare, considerando che il fatto che dovrà crescere un figlio non suo!

Ma queste sono quisquilie, se paragonate al sommo gioco dei massimi sistemi.  La nostra pièce teatrale sta per concludersi, siamo giunti alle ultime battute: la parola ai padri. I genitori Francesco e Guglielmo, dalle loro sedi ducali si scambiano congratulazioni a vicenda, discutono di dote e si inviano ricchi omaggi.

La primavera è alle porte e i forzieri di casa Gonzaga si arricchiscono dei doni preziosi che la famiglia fiorentina elargisce in dote alla loro bella figlia Eleonora; gioielli preziosi, croci d’oro, catene tempestate di pietre e collane le cui gemme ammontano ad una cifra da capogiro; orecchini di diamanti e monete d’oro per un totale di cinquemila scudi. 

Il duca di Mantova fu davvero ben premiato per le sue fatiche veneziane. Prova superata e forzieri colmi!

 

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Barbara Chiarini

Barbara Chiarini nasce a Firenze nel 1967. Laureata in Architettura con indirizzo storico-restauro e conservazione dei Beni Architettonici, si ritiene un architetto per professione, una scrittrice per passione, ed una fiorentina D.O.C. Autrice del libro “Per le Antiche Strade di Firenze”, “Una finestra affacciata dull’Arno” e “Su e Giù per le strade di Firenze”, ella è anche la fondatrice nonche’ uno degli Amministratori di questo Blog.

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Andrea Adriano

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