Le vostre storie,Storie dal passato

L’illusione di un inguaribile ottimista.

Mentre sto lavorando in giardino, all’improvviso mi rendo conto del silenzio innaturale che mi circonda e, per un momento, vengo sopraffatto dai ricordi. Ritorno ai primi anni ’50, quando questo silenzio era per noi tutti lo stato naturale della giornata, interrotto solamente dalle rare automobili, dal tranvai e dai carretti dei contadini che tornavano nella Cintoia dal mercato centrale.

Era il periodo quando a mezzogiorno s’andava a tavola al suono della sirena della Galileo che, pur essendo a Rifredi, si sentiva distintamente da Monticelli e appena c’era una sirena nell’aria, le donne s’affacciavano alle finestra chiedendosi chi fosse venuto a prendere la Misericordia.

La sera dopo cena, sempre in questa silenziosità, nella bella stagione si stava col panchetto sull’uscio di casa e mentre noi bambini si giocava a campana, le donne cianavano di quella e di quell’altra oppure ricordavano l’emergenza, lo sfollamento, i tedeschi che sparavano da venti metri sopra a casa nostra…

Già, la guerra. Aveva fatto né più né meno di quello che sta facendo questo subdolo male che sta infettando il nostro Paese: riavvicinare le persone, solidarizzare con chi è in difficoltà, spinto la gente a essere migliore perché si rende conto della propria provvisorietà e che puoi lasciare i tuoi affetti senza più avere loro notizie nel momento stesso in cui l’ambulanza ti viene a prendere.

Muori da solo, come un cane.

Spero che davvero questa esperienza ci cambi nel profondo, che le persone pensino davvero alle cose che meritano e lascino le polemiche, l’odio, l’acredine, la malevolenza che sta avvelenando molte di loro. Ai miei tempi, e questo lo posso ben dire perché son vecchio, si salutavano le persone alle quali tenevamo con un antico saluto caduto in disuso: tante buone cose.

PS: Ho scritto questi pensieri durante i primi e più duri mesi della pandemia, purtroppo ho dovuto constatare con amarezza che siamo sì cambiati ma non certamente in meglio.

Author Image
Sandro Sposimo

Proprietario di una fabbrica di giocattoli, ha ricoperto incarichi dirigenziali in varie aziende nazionali e ha operato con molte università americane. L’amore per Firenze glielo ha trasmesso un suo insegnante delle scuole medie che la domenica portava tutta la classe a spasso per chiese e musei.

Previous Post

Next Post

0 0 votes
Voto all'articolo
Subscribe
Notificami
guest
0 Commenti
Inline Feedbacks
View all comments
Wordpress Social Share Plugin powered by Ultimatelysocial
WhatsApp