Piazza Piave
Della serie… In giro per ⚜️Firenze…Piazza Piave.
Piazza Piave si trova a Firenze lungo i viali di Circonvallazione, ed è l’estremità est del centro storico a nord dell’Arno.
Nomi precedenti: Piazza di San Noferi, piazza della Cittadella, piazza della Chiozza, piazza della Zecca Vecchia, piazza la Piave
La Piazza si presenta oggi come la confluenza di cinque arterie trafficate, convergenti verso la torre della Zecca Vecchia al centro: il Lungarno della Zecca Vecchia, il Lungarno Pecori Giraldi, il viale della Giovine Italia, via dei Malcontenti e via Tripoli. Dentro le mura, alla forca tra via Tripoli e via dei Malcontenti, si estendeva uno slargo, che nella carta del Buonsignori (1565), è definito come a uso cimiteriale per la comunità ebraica, come le ‘ “Sepolture dei Giudei”.
Fuori dalle mura la zona era invece in antico tristemente nota come luogo delle esecuzioni capitali, per cui veniva detta anche “piazza delle Forche“. I condannati procedevano solitamente dalle prigioni del Bargello o da carcere delle Stinche lungo varie strade, tra cui la via dei Malcontenti che proprio a loro deve in nome, fino allo slargo fuori dalle mura, dove avveniva l’esecuzione solitamente per impiccagione. A ricordo di ciò la porta nella cinta muraria che qui si apriva era detta “Porta della Giustizia” (o “Porta San Francesco“, dal non lontano convento di San Francesco de’ Macci). Per la cura dei condannati, il conforto nelle ultime ore e la sepoltura fuori dalle mura, esisteva la Compagnia di Santa Maria della Croce al Tempio di cui i Battuti Neri facevano parte e che proprio in questo slargo ebbero ad erigere una chiesa chiamata chiesetta al Tempio, poi interrata per fortificare le mura. In questa chiesetta si svolgeva l’ultimo conforto per i condannati. Le esecuzioni avvenivano su un palco chiamato “paretaio del Nemi”.
Domina la piazza la torre della Zecca Vecchia, costruita nel 1317 e un tempo facente parte del sistema delle mura e sede della zecca del fiorino. Nel 1531 la porta fu murata, e il passaggio dei giustiziandi avviò allora a passare dalla Porta alla Croce.
L’aspetto della piazza mutò considerevolmente già all’epoca del duca Alessandro de’ Medici, quando per fortificare questa parte della città in modo da scongiurare il ripetersi di pericoli come durante l’assedio del 1529-1530, fece costruire un bastione, chiamato baluardo di Mongibello, il cui terrapieno inglobò la porta, la chiesetta e altri 40 edifici della zona.
Nuovamente la zona fu stravolta dopo il 1865 per la creazione dei viali su progetto di Giuseppe Poggi. In realtà le idee dell’architetto vennero qui applicate solo parzialmente, poiché non venne mai creato il grande parterre verde, con bagni pubblici e stabilimenti sportivi e ricreativi, ospitati in un edificio posto dal lato del lungarno a fare da quinta scenografica al grande spazio a giardino. Esisteva già dopotutto uno stabilimento fluviale chiamato il Bagno dei Mattoni rossi, nei pressi della torre. L’accantonamento del progetto fu dovuto alla decisione del Comune di disporre diversamente degli ampi spazi, facendo erigere quella che oggi è la Caserma Baldissera. Purtroppo, durante i lavori non ci si curò delle tracce antiche che riaffiorarono dal bastione mediceo sbancato: Guido Carocci ricordò come vennero ritrovati la porta, le mura della fortezza, i fossati e anche la chiesetta al Tempio, sulla cui facciata riaffiorarono gli affreschi di Spinello Aretino sepolti da secoli. Ma tutto venne demolito per fare spazio alla grande strada e ai nuovi edifici della società borghese.
Nel 1919 la Piazza, detta della Zecca Vecchia, fu rinominata in onore della battaglia del Piave dal regio commissario Vittorio Serra Caracciolo.
Edifici principali: Torre della Zecca, Villino Vegni, Casa studio di Filadelfo Simi, Caserma Baldissera.