In giro per Firenze,Le vostre storie

Viale Bernardo Segni

Della serie…In giro per ⚜️Firenze…Viale Bernardo Segni.

Viale Bernardo Segni è una strada di Firenze, che devia dai Viali di Circonvallazione e che con essi fu costruito da Giuseppe Poggi ai tempi in cui la città era capitale d’Italia. La strada alberata va dal viale Antonio Gramsci a via Nathan Cassuto (via dei Della Robbia), dove si innesta e prosegue verso la stazione ferroviaria di Campo di Marte sotto il nome di viale Giuseppe Mazzini.
Intersezioni: via Carlo Botta, via Giovanni Bovio, via Francesco Domenico Guerrazzi, via Daniele Manin, via Emanuele Repetti, via Masaccio.

La denominazione, in omaggio al letterato e storico Bernardo Segni fu deliberata dalla giunta comunale nel gennaio del 1901. Il tracciato ha tuttavia origine precedente, essendo in linea di massima previsto nel progetto di ingrandimento della città messo a punto da Giuseppe Poggi negli anni di Firenze Capitale (1865-1871), ed ha uno stretto rapporto sia con l’area individuata nella variante del piano regolatore del 1866 come deputata alla realizzazione della piazza d’Armi con la nuova caserma di Cavalleria (cioè la zona ancor oggi chiamata Campo di Marte), sia con la soppressione della vecchia via ferrata Aretina che andava a lambire i viali proprio laddove il viale Antonio Gramsci incontra il viale Giuseppe Mazzini.

Il collegamento tra la caserma e l’anello dei viali (fondamentale per assicurare l’intervento celere delle truppe in caso di sommosse popolari) era stato individuato nell’attuale viale dei Mille che, tramite il viale Don Minzoni permetteva di raggiungere l’allora piazza Camillo Cavour (piazza della Libertà) e quindi il cuore della città. L’obiettivo imponeva, tra l’altro, come richiesto dal genio militare, una ampiezza dell’arteria tale da consentire che la truppa potesse marciare in plotoni. Sempre secondo il progetto originario di Giuseppe Poggi laddove è oggi il viale Giuseppe Mazzini doveva essere invece tracciata una strada di dimensioni correnti, funzionale a servire una delle molte zone residenziali previste. In realtà la costruzione della nuova caserma di Cavalleria, per vari motivi, fu rimandata a lungo e quindi sospesa con il trasferimento della Capitale a Roma nel 1871. Ugualmente, la stazione ferroviaria di Porta alla Croce che serviva la vecchia via ferrata Aretina e che doveva essere demolita per l’arretramento dell’intera linea in termini molto prossimi agli attuali, fu rimandata per contrasti con l’amministrazione delle ferrovie.

Fu a questo punto (1875 circa) che si pensò di tracciare qui un viale di collegamento con la piazza d’Armi, con un’ampiezza funzionale alle necessità dei plotoni. La stazione di Porta alla Croce (che sostanzialmente occupava l’area determinata dalla biforcazione tra il viale Giuseppe Mazzini e il viale Bernardo Segni) fu demolita solo nel 1896, il che spiega il ritardo nell’urbanizzazione della zona che infatti si caratterizza per villini e palazzine erette nei primi decenni del Novecento e oltre.
Il viale documenta nella sua attuale configurazione le travagliate vicende riassunte, nel suo troncarsi bruscamente (sotto il nome di viale Giuseppe Mazzini) all’altezza del muro dell’attuale linea ferroviaria lungo via Mannelli, così come già inizialmente previsto da Giuseppe Poggi anche se in relazione a un ben più modesto asse stradale.

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Andrea Giovanni Iacopini

Andrea giovanni Iacopini nasce a firenze nel 1955. Geometra con la passione per le storie fiorentine è amante degli animali, della musica anni 70/80, di cinema e della squadra Viola. Si definisce un ottimista per natura.

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