In giro per Firenze,Le vostre storie

Via delle Oche

Della serie… In giro per ⚜️Firenze…Via dell’Oche.
Via dell’Oche è una strada del centro storico di Firenze che va da via dello Studio (piazzetta Cardinale Giovanni Benelli) a via dei Calzaiuoli (canto alla Neghittosa), costeggiando quello che era il complesso murato della canonica del Duomo e incrociando via Santa Elisabetta, via del Campanile e il vicolo del Giglio.
Nomi precedenti: Via dei Cicalini, via dell’Oca.

 

La titolazione, antica, è di origine discussa e riferita da parte della letteratura a un mercato delle oche che si teneva annualmente nella vicina piazza del Duomo (oche che in questa strada sembra venissero cucinate in un forno in particolare attivo nel giorno d’Ognissanti, quando queste rappresentavano il pasto tradizionale), da altri “all’obbligo di consegnare un’oca ogni anno ai proprietari dei fondi concessi in locazione“. È ugualmente segnalata l’antica denominazione di via dei Cicalini, dal cicalino che poteva indicare sia una cialda simile ai brigidini, sia un tipo di grano grosso, comunque un prodotto che poteva essere acquistato in qualche bottega della via.

La strada segue il tracciato di un decumano minore della città romana e pare che all’inizio della via, dove c’è la casa Tadaldini, si trovasse una porticciola del primo cerchio delle mura romane.
Il 15 giugno 2021 il primo tratto della strada, a fianco della bottega dell’Opera del Duomo, è stato intitolato “piazzetta cardinale Giovanni Benelli” (senza effetto sulla numerazione civica).
Attualmente si tratta di una strada a carattere secondario, comunque di aspetto antico (qui ebbero case e torri i Visdomini, i Cavicchiuoli, gli Adimari e gli Altoviti) e di significativo passaggio pedonale, anche in ragione delle varie attività commerciali e artigianali, alcune storiche, che vi hanno sede.

Edifici principali:

Bottega dell’Opera del Duomo, in angolo con Via dello Studio, Casa Tedaldini in angolo con Via dello Studio, Palazzo Benivieni, Casa Benivieni, Sinagoghe di Via delle Oche, Palazzo e Torre dei Visdomini, Casa de’ Ricci, Casa dell’Operà di Carità del Duomo, Loggia degli Adimari, detta anche la Neghittosa, un’architettura scomparsa del centro di Firenze.

Lapidi:
La strada è ricchissima di lapidi. Al 3, nell’androne di palazzo Benivieni, si legge:
PALAZZO BENIVIENI
IN ANTICO PROPRIETà DEGLI SCOLARI
PASSÒ NEL 1465 A GLI ALTOVITI CHE
NEL 1489 LO CEDETTERO A MESSER
DI PAOLO BENIVIENI
COSTRUZIONE DI PURO CARATTERE
FIORENTINO DELLA PRIMA METÀ DEL XVI SECOLO
FU LA PRIMA SEDE DEI MASTRI DI POSTA.

Al numero 5 c’è il ricordo delle sinagoghe:
PER OTTANTA ANNI
DAL 1882 AL 1962
QUESTA CASA APPARTENNE ALLA
CONFRATERNITA MATTIR ASURIM
CHE VI CREÒ DUE ORATORÎ
PER IL CULTO EBRAICO
QUI NELL’AGOSTO 1944
GLI EBREI FIORENTINI
SI RITROVARONO A RINGRAZIARE
L’ETERNO
PER L’AVVENUTA LIBERAZIONE LA COMUNITÀ ISRAELITICA DI FIRENZE QUESTO RICORDO POSE
TISHRÌ 5741 – SETTEMBRE 1980.

Sulla torre dei Visdomini si legge una lapide dantesca, con stemma dei Visdomini che, dopo essere stato inscatolato in un box di plexiglas dal 2019 al 2002, è stato poi coperto da una rete:
COSÌ FACEAN LI PADRI DI COLORO
CHE, SEMPRE CHE LA VOSTRA CHIESA VACA,
SI FANNO GRASSI, STANDO A CONSISTORO.
DANTE_PARAD._ XVI_112_114_

Sempre nella torre, nell’androne del negozio storico dell’orafo Paolo Penko, si trova un busto di Dante Alighieri con la dedica su lapide: «SETTECENTENARIO / DELLA MORTE DI DANTE / MCCCXXI – MMXXI / SE TU SEGUI LA TUA STELLA / NON PUOI FALLIRE A GLORIOSO PORTO / INFERNO XV, 55-56». Sulla soglia si trova poi incisa una massima di un anonimo fiorentino del Quattrocento: «ET NEUNA COSA, QUANTO SIA MINIMA, PUÒ / AVERE COMINCIAMENTO O FINE SENZA / QUESTE TRE COSE, CIOÈ SENZA POTERE, ET / SENZA SAPERE ET SENZA CON AMORE VOLERE».

Al n. 11 si vede una pietra d’inciampo, dedicata a Diodato Gastone Sadun, qui arrestato nel 1943 e assassinato ad Auschwitz nel 1944.

Al n. 4 si trova una lapide dedicata a don Luigi Stefani, cappellano della Misericordia di Firenze:

DON LUIGI STEFANI
DALMATA, SACERDOTE, ALPINO,
CAPPELLANO DELLA MISERICORDIA DI FIRENZE
ZARA 1913 – FIRENZE 1981.

Infine sul casamento della loggia degli Adimari, quasi in angolo con via dei Calzaiuoli, si trovano altre tre lapidi. La prima pure dedicata alla Divina Commedia con stemma Adimari:
L’OLTRACOTATA SCHIATTA CHE S’INDRACA
DIETRO A CHI FVGGE, ED A CHI MOSTRA IL DENTE
O VER LA BORSA, COM’AGNEL, SI PLACA.
DANTE_ PARAD._ XVI_ 115-117.

Un’altra ricorda il poeta Salomone Fiorentino:
SALOMONE FIORENTINO
DISTINTO POETA PROBO CITTADINO
ABITÒ MOLTI ANNI IN QUESTA CASA
E VI CESSÒ DI VIVERE
IL DI IV.FEBBRAJO MDCCCXV

L’ultima ricorda la loggia, gia degli Adimari Cavicciuoli (sic “Cavicciuli”):
LA CELEBRE LOGGIA DEGLI ADIMARI CAVICCIULI
DENOMINATA LA NEGHITTOSA
IN QUESTO LUOGO ERA POSTA

Tabernacoli:

Sulla bottega dell’Opera del Duomo, in angolo con via dello Studio (piazzetta Cardinale Giovanni Benelli), è un’edicola quadrangolare in marmo bianco, costituita da un fastigio ad arco terminante a volute contenenti rosette, con il monogramma mariano raggiato al centro, contenente un vano il cui fregio reca una protome angelica al centro di un festone floreale. Il tabernacolo, evidentemente da datarsi al primo Ottocento per l’evidente carattere neoclassico, era rimasto vuoto e nel 1954, probabilmente su sollecitazione del Comitato per l’Estetica Cittadina, era stato decorato da una Madonna col Bambino e sant’Anna, donata da Primo Conti, che però venne rubato il 7 dicembre 1980. Dopo essere rimasto a lungo vuoto, ha contenuto un tondo di terracotta dipinto da Galeazzo Auzzi, raffigurante l’Eucarestia, e infine (dagli anni 2010) un busto ad altorilievo della Madonna Annunciata, opera di un artista dei laboratori dell’Opera del Duomo. Più in basso si trova sostegno per un vaso per fiori e un tassello marmoreo con una croce.

Nell’edificio in angolo con via Sant’Elisabetta, lato orientale, si vede in alto poco oltre la cantonata una piccola immagine votiva con una terracotta invetriata di colore blu e bianco e forma centinata, che rappresenta la Madonna in adorazione del Bambino e san Giovannino, su una base che contiene un Angelo cherubino.

Author Image
Andrea Giovanni Iacopini

Andrea giovanni Iacopini nasce a firenze nel 1955. Geometra con la passione per le storie fiorentine è amante degli animali, della musica anni 70/80, di cinema e della squadra Viola. Si definisce un ottimista per natura.

Previous Post

Next Post

2 1 vote
Voto all'articolo
Subscribe
Notificami
guest
0 Commenti
Inline Feedbacks
View all comments
Wordpress Social Share Plugin powered by Ultimatelysocial
WhatsApp