Le vostre storie,Racconti

La mia campagna – XI episodio

Il ritorno 

11° episodio 

Siamo tornati a Castagneto nel 1961 con due bambini e nel 1962 con tre bambini.

Anche mio marito aveva imparato a salire sui sassi con le ruote della macchina e ad effettuare complicati slalom per non rompere la marmitta. Perché nel 1962 non c’erano ancora le strade, né la luce, né l’acqua corrente, né le fogne.

Ma i bambini erano tanto piccoli e non risentivano dei disagi. Certo io ero stata assai più coraggiosa di mia madre che non aveva voluto portarmi a Castagneto prima che io avessi compiuto cinque anni. Invece nel 1962 io avevo lasciato, con mia madre e la bambinaia, un bambino di non ancora cinque anni, una bimba di tre anni e mezzo ed una creatura di otto mesi per lintera estate, a 250 chilometri di distanza e senza telefono.

Chi lo farebbe oggi? Noi li raggiungevamo, e non sempre, il fine settimana. Però passavamo li le nostre ferie, e allora li portavamo a Marina.

Com’era tranquilla e silenziosa Marina!.. Già all’epoca faceva bella mostra di sé l’albergo “Ginepri”, e già c’erano alcune villette, tutte raggruppate verso il mare. La pineta non era stata ancora toccata dal cemento.

Gente pochissima.

L’altoparlante dell’unico stabilimento diffondeva in continuazione le note di “Scandalo al sole”. Ma già nell’aria, a quel tempo, si avvertiva qualcosa di nuovo. Si sentiva dire che molti poderi dei dintorni, soprattutto appartenenti a grosse fattorie, erano stati abbandonati dai coloni, che preferivano vivere in paese o nel piano e poi andare a fare i braccianti. Certamente, ormai, negli anni del miracolo economico, nessuno voleva restare ai margini del progresso.

Si sentiva anche dire che qualche casa colonica, a mezza costa, tra noi e Grattamacco, era in procinto di essere venduta (per essere ristrutturata come “seconda casa” di campagna) con tutto il podere annesso, che, però, non sarebbe stato più coltivato. E noi non ci volevamo credere!

Poi la nostra situazione economica precipitò mentre a me nasceva un bambino dopo L’altro… Nel 1963 aspettavo la quarta figlia. Io, per salvare Castagneto, non avevo più niente da vendere. Non mi restava che la casa di Roma, dove abitavo.

Castagneto addio! 

Addio piccolo paradiso terrestre della mia infanzia, della mia gioventù!

Pochissime fotografie mi sono rimaste delle mie vacanze castagnetane, nell’arco di quasi trent’anni. Papà, che per tutta la vita mi ha fotografata in mille posti e in mille situazioni diverse, e soprattutto l’estate al mare, proprio a Castagneto, chissà perché, mi ha scattato due o tre foto. Almeno queste sole ho ritrovato. Non importa: ho ancora tutto nel cuore e nella memoria, senza necessità di supporti visivi. Mi restano, invece, scattate da mio marito, molte foto dei miei bimbi che giocano sotto la palma e tra gli oleandri del mio giardino.

 

Anni Novanta, la casa com’è ai nostri giorni

Arrivederci a domani …!

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Maura Pucci da Filicaja

Maura Pucci da Filicaja vive a Roma da quando era bambina, ma nasce a Firenze novantadue anni fa. Madre di cinque figli affettuosi e nonna di ben dieci splendidi nipoti, è una signora che nutre da sempre grandi interessi. Due sonno state le passioni costanti che l’hanno accompagnata nella vita: la musica e la lingua italiana. Da quest’ultima deriva il suo più alto piacere, quello della scrittura. Come ella sostiene, famiglia e passioni sono state il “motore attivo” della sua longevità…

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