In giro per Firenze,Le vostre storie

Ponte Vecchio (Parte II)

Della serie…In giro⚜️per Firenze…Ponte Vecchio (seconda parte).

Ponte Vecchio è un ponte storico che scavalca il fiume Arno a Firenze. Il ponte collega via Por Santa Maria (angolo lungarno degli Acciaiuoli e lungarno degli Archibusieri) a via de’ Guicciardini (angolo borgo San Jacopo e via de’ Bardi).

Il ponte trecentesco:

La successiva ricostruzione prese avvio attorno al 1339 – su un progetto che variamente si tende a ricondurre o a Taddeo Gaddi (secondo la testimonianza di Giorgio Vasari), o a Neri di Fioravante (in virtù del fatto che questi in quegli anni era Capomastro della Signoria), o a fra’ Domenico da Campi (che da poco aveva ricostruito il ponte alla Carraia), per concludersi nel 1345, come attestano due lapidi poste in quell’occasione e ancora esistenti.
Il nuovo ponte, a tre arcate, si doveva caratterizzare originariamente per la presenza di quattro edifici lineari e merlati posti ai quattro capi, con una piazzetta centrale: le merlature definivano altrettanti ballatoi ai quali si accedeva da quattro porte poste sullo slargo (ancora esistenti) e da altre due porte (oggi scomparse) ubicate ai capi verso Por Santa Maria; dal lato di Oltrarno gli edifici del ponte erano in aderenza dal lato di via de’ Bardi con le case e la torre dei Mannelli, dal lato di Borgo San Jacopo con gli edifici detti poi della Commenda del Santo Sepolcro.

Le arcate sotto i ballatoi (il cui profilo è ancora visibile in alcuni tratti interni), si andarono poi a riempire di piccoli e variati edifici su ambo i lati, a sostituire gradualmente strutture temporanee in legno e altri materiali usate dai venditori di mercato minuto. Queste costruzioni, già presenti in forma diversa nel Trecento, furono destinate nel 1442 dall’amministrazione cittadina ad uso delle botteghe dei verdurai e dei beccai (macellai), per la possibilità di disperdere nel fiume gli scarti. Nel 1495 quarantotto botteghe furono vendute dal Comune a privati e ad enti laici e religiosi che, forti dei loro diritti, le ampliarono per lo più con aggetti dalla parte del fiume, determinando una decisa alterazione del disegno originario del ponte.

Il Corridoio del Vasari

Nel 1565 l’architetto Giorgio Vasari costruì per Cosimo I il “Corridoio Vasariano“, con lo scopo di mettere in comunicazione il centro politico e amministrativo a Palazzo Vecchio con la dimora privata dei Medici, Palazzo Pitti. Il corridoio sopraelevato, lungo circa 760 metri e costruito in soli cinque mesi, determinò un ulteriore elemento di rottura del disegno unitario dei fronti, passando sul lato est del ponte al di sopra delle botteghe.

Le botteghe dei macellai furono poi occupate da orafi e gioiellieri per ordine di Ferdinando I con un decreto del 27 settembre 1594, per evitare un commercio poco nobile e con odori sgradevoli sotto le finestre del corridoio sospeso.

Settecento e Ottocento:

Al Settecento risale l’uso delle caratteristiche mostre sporgenti sulla carreggiata, dette “madielle“, mentre dell’Ottocento sono alcuni interventi di riconfigurazione delle mostre dei negozi, così come un progetto complessivo dovuto all’architetto Giuseppe Martelli per trasformare la via interna in galleria coperta e regolarizzare il fronte con gli sporti (1856-1857, mai attuato).
Tale progetto, che riprendeva una proposta già formulata nel 1841 dall’ingegnere comunale Giuseppe Casini, consisteva in una ipotesi di trasformazione della via interna in una galleria chiusa da due falde in ferro e vetro, con le botteghe rigorosamente allineate e inquadrate da lesene corinzie, il tutto sormontato da una terrazza continua sorretta da mensole decorate a foglie d’acanto.

Il passaggio coperto, introdotto dal loggiato del corridoio vasariano presente lungo il lungarno degli Archibusieri, sarebbe poi dovuto continuare lungo via Guicciardini con un altro porticato, fino a Palazzo Pitti e quindi al Museo di Fisica. Nonostante il progetto avesse ricevuto la regia approvazione nel 1856 e fosse stato reso operativo nel 1857, quindi nuovamente sollecitato dall’architetto Martelli nel 1862, non trovò mai realizzazione se non nel frammento della mostra della bottega al 16 rosso, come ricorda un’iscrizione ivi presente, da leggere come elemento seriale completo e da reiterare – secondo gli auspici dell’architetto – per tutta la lunghezza del ponte.

Non trovò nemmeno esito il progetto di demolire le casette, avvertite essenzialmente come ‘sopredificazioni‘ abusive, un po’ come era stato fatto dal 1883 nel vicino lungarno degli Archibusieri.

Continua…

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Andrea Giovanni Iacopini

Andrea giovanni Iacopini nasce a firenze nel 1955. Geometra con la passione per le storie fiorentine è amante degli animali, della musica anni 70/80, di cinema e della squadra Viola. Si definisce un ottimista per natura.

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