In giro per Firenze,Le vostre storie

Il Corridoio Vasariano (Il percorso-parte I)

Della serie…In giro per ⚜️Firenze…Il Corridoio Vasariano (1°parte-il percorso).

Il Corridoio Vasariano è un percorso sopraelevato che a Firenze collega Palazzo Vecchio con Palazzo Pitti passando per gli Uffizi e sopra il Ponte Vecchio.

Descrizione:
Il passaggio dall’inizio in Palazzo Vecchio alla fine in Palazzo Pitti misura circa 760 metri. La matrice tipologica dell’opera è di derivazione romana ed è da mettere in relazione con i ripetuti soggiorni di Giorgio Vasari a Roma: l’altezza dei piloni e la serrata concatenazione delle arcate a tutto sesto (nel tratto del lungarno degli Archibusieri) trova in particolare riferimento agli acquedotti antichi, come pure lo trova l’assenza di ordini e la ricercata semplicità, peraltro propria di una architettura decisamente rivolta all’utile e al funzionale, oltre che confacente alla tradizione fiorentina.

“A questa volontaria semplificazione linguistica corrisponde una obbligata povertà dei materiali: i risalti delle fasce orizzontali e verticali sono realizzati in comune laterizio, con le mezzane montate a piccoli aggetti progressivi: la pietra è riservata alle cornici delle finestre, tonde come oculi verso la città, rettangolari verso il fiume. I materiali sono tutti di reimpiego o reperiti nella piana fiorentina, in un ridotto raggio dal capoluogo, dove vige il feudale sistema delle ‘comandate’, cioè prestazioni d’opera obbligate. I laterizi, mezzane rotte e arrotate, mezzane campigiane e pianelle, vengono dalle fornaci di Campi, Sesto e Lastra a Signa; i ciottoli, largamente usati nell’apparecchio murario che si innalza sulle botteghe del ponte Vecchio, sono estratti dall’Arno; la pietra serena delle finestre da Fiesole; le pietre e le colonne della loggia del Pesce, costruita lungo il fiume appena sei anni prima e demolita per far posto al Corridoio, sono reimpiegate nel nuovo edificio”.

Il corridoio ha origine negli appartamenti di Eleonora di Toledo, vicino alla Cappella del Bronzino, al secondo piano di Palazzo Vecchio; supera con un cavalcavia via della Ninna, passa sopra il tetto della chiesa di San Pier Scheraggio e si immette all’ultimo piano della Galleria degli Uffizi; il passaggio prosegue internamente al museo, nelle gallerie che originariamente erano un loggiato aperto; giunto nel corridoio di ponente una scalinata scende fino al livello del cavalcavia sul lungarno degli Archibusieri. Corre quindi lungo l’arno, sostenuto da un porticato ad archi sostenuto da robusti pilastri in muratura. Sul piano della strada le diverse campate del portico sono messe in comunicazione tra loro per mezzo di archetti, tanto da costituire una galleria.

Sulla cantonata che guarda al Ponte Vecchio c’è uno scudo con l’arme ducale medicea di Cosimo I col collare del Toson d’Oro, riproduzione moderna dell’originario distrutto dalle intemperie.
Il corridorio prosegue attraversando l’Arno sopra le botteghe del Ponte Vecchio, con al centro del ponte una serie di grandi finestre panoramiche sull’Arno in direzione del Ponte Santa Trinità, ben diverse dai piccoli e discreti oblò rinascimentali: si tratta delle aperture create nel 1938 per la visita di Adolf Hitler a Firenze.

Il corridorio poi scarta la Torre dei Mannelli con un aggetto su beccatelli, scavalca con un arco via de’ Bardi e passa sopra il loggiato della facciata di Santa Felicita e con un balcone, protetto dagli sguardi da una pesante cancellata, si affaccia direttamente dentro la chiesa, per far sì che i componenti della famiglia granducale potessero assistere alla messa senza scendere tra il popolo. Lungo via Guicciardini passa dietro ai palazzi e lungo l’orto dei Guicciardini, approda nel Giardino di Boboli presso la Grotta del Buontalenti ed infine entra in palazzo Pitti in corrispondenza dell’attuale rondò di Bacco.

Continua…

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Andrea Giovanni Iacopini

Andrea giovanni Iacopini nasce a firenze nel 1955. Geometra con la passione per le storie fiorentine è amante degli animali, della musica anni 70/80, di cinema e della squadra Viola. Si definisce un ottimista per natura.

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