In giro per Firenze,Le vostre storie

Il Corridoio Vasariano (Parte II)

Della serie…In giro ⚜️per Firenze…Il Corridoio vasariano (2° e ultima parte).
Il Corridoio Vasariano è un percorso sopraelevato che a Firenze collega Palazzo Vecchio con Palazzo Pitti passando per gli Uffizi e sopra il Ponte Vecchio.

Il cantiere vasariano:
Il Corridoio Vasariano fu realizzato in soli nove mesi per volere dell’allora duca Cosimo I de’ Medici nel 1565 su progetto dell’architetto Giorgio Vasari, che già aveva iniziato il cantiere del Palazzo degli Uffizi. L’opera fu commissionata in concomitanza del matrimonio tra il figlio del granduca, Francesco, e l’arciduchessa d’Austria Giovanna d’Austria.

L’idea del percorso sopraelevato era nata per dare opportunità ai granduchi di muoversi liberamente e senza pericoli dalla loro residenza al palazzo del governo, visto l’appoggio ancora incerto della popolazione verso il nuovo duca e il nuovo sistema di governo che aveva abolito l’antica Repubblica fiorentina, sebbene gli organi repubblicani fossero ormai solo simbolici da quasi un secolo. Il passaggio rappresentava anche un sistema relativamente più rapido della carrozza, che all’epoca doveva necessariamente passare dal ponte Santa Trinita, essendo impraticabile la zona del Mercato Vecchio che si estendeva in Por Santa Maria e sul ponte Vecchio stesso.

Il corridoio fu costruito con estrema celerità: aperto il cantiere il 12 marzo 1565, i lavori si conclusero infatti il 17 dicembre dello stesso anno, con esclusione del montaggio degli infissi che furono messi in opera nel dicembre del 1568.
Il mercato delle carni e del pesce che si svolgeva su Ponte Vecchio fu trasferito per evitare cattivi odori al passaggio del granduca e al suo posto furono spostate le botteghe degli orafi che ancora oggi occupano il ponte.

Vasari trovò problemi solo nel far passare il corridoio nella Torre de’ Mannelli all’estremità del Ponte Vecchio, per la strenua opposizione della famiglia proprietaria; per questo dovette girarci intorno tramite un sistema di beccatelli.

Ripristini ottocenteschi:
Il loggiato sul lungarno degli Archibusieri era originariamente aperto (come ancora oggi si vede), ma già nel 1572 venne ridotto a botteghe, che poi andarono a svilupparsi su sporti dal lato del fiume, con modalità in tutto simili a quelle che mostrano le botteghe del Ponte Vecchio. Furono proprio questi aggetti che, danneggiati a seguito dell’inondazione del 1864, consigliarono di rafforzare muro e spallette, liberando la loggia dai suoi inquilini.

Il Novecento:
Nel 1938 Benito Mussolini fece realizzare delle finestre panoramiche al centro del ponte in occasione della visita ufficiale di Adolf Hitler (maggio di quell’anno) per stringere l’Asse fra Italia e Germania. Si dice che la vista fu molto gradita al Führer ed ai gerarchi nazisti che poterono goderne, e forse fu la possibile ragione che salvò il ponte dalla distruzione dalle mine poste dall’esercito tedesco in ritirata nell’agosto del 1944, accampati nella parte sud dell’Arno e impedire contatti: alcuni coraggiosi Partigiani Fiorentini, riuscirono però a stabilire un collegamento, stendendo un filo elettrico che univa due telefoni portatili, a differenza della sorte di tutti gli altri ponti cittadini. In particolare, come ricorda una lapide apposta sul ponte nel 2007, la decisione di salvare il ponte fu attribuita al console tedesco a Firenze Gerhard Wolf.

Come immortalato in un episodio del film Paisà di Roberto Rossellini, il passaggio sul Corridoio Vasariano, sul finire della Seconda guerra mondiale, era l’unico punto di attraversamento nord-sud della città.
Il resto del corridoio però fu gravemente danneggiato dalle bombe e fu restaurato, in parte ricostruito ex-novo (come la porzione che scavalca via de’ Bardi) e restituito alla città nell’aprile del 1973, dopo ventisette anni dalla fine della guerra, causa un cantiere certo complesso ma tuttavia difficile da giustificare per quanto riguarda i tempi (se confrontato ai soli nove mesi che nel Cinquecento consentirono la realizzazione dell’intera opera). Per esempio il cavalcavia di via de’ Bardi fu ricostruito sotto la direzione dalla Soprintendenza ai Monumenti e vide la chiusura del cantiere nel 1950: per consentire l’ampliamento della sede stradale si era deciso tuttavia di ampliare la luce dell’arco di quattro metri rispetto alla dimensione originaria. L’impiego nell’opera di malta cementizia a presa rapida comportò l’apparire in breve tempo di crepe che necessitarono di un intervento di consolidamento attuato nel 1971 con la direzione dell’architetto Nello Bemporad.

Attualmente il corridoio dipende dalla Galleria degli Uffizi, che è competente anche per la collezione di autoritratti e per le importanti raccolte di dipinti dei Seicento e Settecento che vi sono esposte. Il corridoio dal 2016 è chiuso alle visite per ragioni riallestimento e adeguamento degli ambienti.
Il “nuovo” Corridoio Vasariano sarà aperto al pubblico nel 2023, una volta ultimati i lavori di ammodernamento, climatizzazione e illuminazione.

Author Image
Andrea Giovanni Iacopini

Andrea giovanni Iacopini nasce a firenze nel 1955. Geometra con la passione per le storie fiorentine è amante degli animali, della musica anni 70/80, di cinema e della squadra Viola. Si definisce un ottimista per natura.

0 0 votes
Voto all'articolo
Subscribe
Notificami
guest
0 Commenti
Inline Feedbacks
View all comments
Wordpress Social Share Plugin powered by Ultimatelysocial
WhatsApp