Felice Speranza
Era la vigilia di Pasqua del 2021, quel maledetto virus non si decideva a mollare la presa; ricordo che per il giorno dopo il nostro parroco decise di celebrare Messa all’aperto.
La nostra chiesetta era piccola e dato l’occasione non sarebbe bastato lo spazio per le dovute distanze di sicurezza. Mi tornano in mente ancora le parole della mia signora:” Domani è Pasqua bisogna andare a massa a tutti i costi, io andró a quella delle otto così avrò tempo per preparare il pranzo, e tu che fai? (rivolgendosi a me)”.
” Vengo con te! Una volta tanto andremo a messa assieme, questa sera magari andremo a letto un po prima giusto per riposare un pó di piu”, le risposi e così fu.
Saranno state le 4.30 di quella mattina di Pasqua, quando i nostri due cuccioli si misero vicino la porta a mugolare; stavo lì per lì per andare ad aprire la porta che suonó il citofono. A quell’ora! La mattina di Pasqua?!
Non risposi al citofono, andai direttamente alla finestra, non poteva che essere un vicino, con qualche problema grave.
Arrivato alla finestra mi sporsi quel tanto che bastava per guardare davanti al piccolo cancello; ma non era un vicino.
“Domenico! Domenico scendi mi devi aiutare! “
Furono le sue parole; un uomo anziano conciato male; sporco, barba e capelli lunghi, ma soprattutto tanto sporco.
” Chi sei? ” Gli chiesi
“Sono Felice l’amico tuo, Felice Speranza, non ti ricordi di me? Ci conosciamo da sempre, ci vediamo due tre volte l’anno”, esclamò quell’uomo.
Ma io non mi ricordavo di Lui, nel frattempo la mia signora era arrivata affianco a me.
“Aspetta che scendo” gli gridai, ma contunuavo a non ricordarmi di Lui.
Mia moglie già borbottava:”Chi è? Cosa vuole a quest’ora, è Pasqua! Tutti tu li conosci i tipi strani?” lei aveva ragione, ma io conosco tanta gente e anche se non mi ricordavo di quell’uomo mi aveva chiamato per nome, e sapeva dove abitavo.
Forse la mia mente era ancora annebbiata dal sonno.
Fattostà che andai ad aprirgli, era conciato proprio male, sporco e malandato, i miei due cuccioli comunque gli andarono vicino e sembravano fargli le feste, come se lo conoscevano. “Non mi ricordo di te amico, perdonami dimmi chi sei”, gli dissi. Lui cominciò a parlare della mia vita come se fosse un parente stretto, sapeva tutto di me, ma io non mi ricordavo di quello straccione.
Nel frattempo mia moglie anche se infastidita da quella visita a quell’ora, mi era già accanto.
“Entra amico, io non mi ricordo di te, ma prendiamo un caffè e mi spieghi cosa posso fare per te”, queste le mie parole.
“Io sono sporco e puzzolente, sei sicuro che vuoi farmi entrare?” “Certo!” Gli risposi.
Quell’uomo sapeva le sue qualità, ma poi entró e cominciò a parlare.
“Questa mattina ho da fare un viaggio molto importante e la mia vecchia macchina mi ha lasciato a piedi, solo tu mi puoi aiutare, so benissimo che è Pasqua ma questa mattina ti chiedo un favore, un piccolo miracolo”.
Quell’uomo era sporco puzzolente ma aveva una voce particolare, dolcissima, non riuscii a dirgli di no.
“Intanto prendiamo il caffè (che mia moglie aveva preparato), poi diamoci da fare, oggi è Pasqua e almeno stamattina vorrei andare a Messa”, esclamai, poi ci avviammo.
Mentre camminavamo verso quel suo vecchio scassone notai che non toglieva mai le mani di tasca e aveva la camicia sporca di un liquido che sembrava sangue. “FELICE amico mio ma tu sei ferito?
” No! sono solo dei vecchi graffi che ho sulle mani e sui piedi, nell’intento di pulirmi mi sono sporcato, sul petto, anzi ho da dirti una cosa, il lavoro che farai non ti sarà mai pagato, io non ho soldi”.
Come dice sempre mia moglie : “TU SI FESS E COR”. BEH!!! Ci ero ricascato, lavorare gratis, a Pasqua , per una persona che non conoscevo. SI! Forse sono proprio un fesso, pensai tra me e me.
Così fu che arrivammo a quel vecchio scassone, fu un miracolo davvero,… un cavo lento e ripartì da Dio.
Poi però mi rivolsi a quell’uomo: “Felice! Tu dici di essere mio amico, ma io non mi ricordo di te, ora mi devi dire, chi sei?!”.
Allora quell’uomo tiro fuori la mano destra dalla tasca; era tutta insanguinata, l’appoggio sulla mia spalla sinistra e cominciò a parlare: “Io oggi per te sono stato Felice Speranza, mi conosci più di quanto tu stesso credi anche se non mi hai mai visto. Questa mattina ti sei svegliato dal tuo sonno, hai offerto ospitalità e un caffè caldo ad un uomo che non conoscevi e hai lavorato per lui sapendo di non essere pagato.
Oggi io parto come ogni Pasqua, ma sono FELICE perché per il mondo malgrado tutto c’è ancora SPERANZA.
Domenico ricorda: CHI TI GUARDA E NON TI VEDE, È COME CHI PREGA MA NON CREDE. Ora volo, tra un po tre donne mi verranno a cercare, non posso mancare”.
Spontaneo mi venne di inginocchiarmi mentre FELICE SPERANZA mise in moto e volò via.
Al rientrato a casa la mia signora mi chiese di quel mio amico, come faceva a sapere tutto di me e come mai fosse così malconcio.
E io:” È FELICE SPERANZA, mi ha visto nascere e sa sempre tutto, era conciato così perché ultimamente ha passato le pene di Cristo, ma da oggi starà meglio.