Ad un ragazzo non vedente, descrivo la Venere di Botticelli
“Vieni Matteo, stamani ti accompagno alla Galleria degli Uffizi, attraverso i miei occhi ammiriamo la Nascita di Venere, del pittore Botticelli.
Ho solo gli occhi da condividere con te, so che per il resto sentirai tu, meglio di me.
Ci siamo, stringimi la mano inizia l’emozione! Eccoci davanti a questo meraviglioso quadro. Dimmi Matteo cosa senti? La Divina presenza dell’infinito essere in colore forme e luoghi.
Si carissimo hai sentito bene, al centro del quadro una bellissima conchiglia accoglie una divina creatura, nella sua nuda bellezza, mentre una grande chioma di capelli copre con pudore la sua intimità.
Ma sai Matteo, accanto a lei sulla destra, vi è un angelo che, con una ricamata coperta, cerca di coprirla; il vento muove il vestito di lui mentre con la sua folta capigliatura cerca di riparare Venere, con un manto. È il soffio del divenire Dio che si fa umano.
Ancora alla sua sinistra altre due figure angeliche, di sesso opposto, abbracciate dall’incanto del loro amore soffiano su Venere fiori sbocciati per lei, che incontrano la sua nudità.
È una nascita che rincuora e rimanda ad una assoluta bellezza eterna, storia di movenze danzanti, là dove solo il sentimento può dipingere.
Nasce dall’acqua, da questa grande conchiglia dove non trova una perla ma lei, Venere, nata da un soffio Divino che guidò la mano di Botticelli”.
“Carissima, vedo il quadro con i tuoi occhi, come l’avessi visto io, percepisco la bellezza di questa opera tanto ammirata al mondo. Grazie Paola, possiamo andare!”
“Si Matteo, stringimi ancora la mano e usciamo nella gioia di ritrovarsi sempre fra le eterne bellezze!”
Complimenti per questa bellissima iniziativa, cara Paola! Solo un’anima delicata e grandiosa come la tua, poteva compiere un gesto così delizioso! Hai descritto meravigliosamente l’opera, l’hai illuminata nel cuore di quel ragazzo ed anche nei nostri. Grazie.❤️