Un passo davanti all’altro
Quando arrivo qua, tra questi monti, il tempo si ferma e diviene remoto.
Di colpo tutto si fa più emotivamente coinvolgente e al mio cuore si offre la capacità di cogliere la pienezza del creato senza smarrirsi.
È bello lasciarsi prendere da un’atmosfera che non ha età, che scivola silenziosa tra le righe dei miei pensieri, del mio sentire: i suoni sommessi del bosco avvolgono la mia sfera più intima e malinconica. In questa sorta di meditazione interiore, la mia mente si avvicina a qualcosa che sfiora il surreale.
Si dice che tutti coloro che amano la montagna non hanno davvero mai saputo cosa sia e da dove venga questo suono sommesso: forse un desiderio, o anche un incanto, la poesia struggente che accompagna gli ultimi passi dei nostri passi verso la valle dell’infinito.
Ciascuno di noi parla ai monti, al vento che soffia spolverando i ciuffi di erba, alle nuvole che navigano come velieri a vele spiegate quando in mare si fa tempesta.
Siamo tutti storie di altri tempi ma senza tempo, siamo tutti dei racconti brevi ma infiniti, in noi abitano frasi che fanno riflettere se assaporate poco alla volta, ma leggendole sottovoce nel silenzio di un rifugio o alla luce di una candela nel buio della notte prendono senso e si fanno materia per capire questa vita terrena.
La montagna non è solo neve e dirupi, creste, torrenti, laghi, pascoli. La montagna è un modo di vivere la vita. Un passo davanti all’altro, silenzio tempo e misura.
Mi lascio avvolgere dal pensiero che la montagna non scappa ai nostri occhi e che le parole rimangono impresse nella memoria come questa piccola storia.
In fondo, godere di tutto questa bellezza terrena è un po’ come sognare ad occhi aperti.