Cosa abbiamo in comune
Oggi è una giornata fredda, è strano come questo tempo possa cambiare, è la tipica giornata da passare in casa e perché no, scrivere.
Esco sul balcone e rivedo la pianta di Coleus, è di questa che desidero parlare. Cosa abbiamo in comune?
Al primo impatto, sento la forza e l’espressione di bellezza che avvolge e non posso non avvicinarmi con delicatezza, osservando la sua espansione in altezza e larghezza. Le sue foglie cosi colorate, richiamano ad un senso di misticismo.
Sorprendente fu il momento che lessi la sua simbologia che così recitava: “Questa pianta parla di un amore disperato, lei ha sette foglie ed ognuna ha il suo colore. Sette colori di luce sono emessi nel buio proprio come le vibranti perle notturne.”
Si racconta che l’erba colorata delle foglie sia spirituale e solo un’anima pura può averla. Basta questa descrizione per riconoscermi in lei.
Già il numero “7” mi ha sempre seguito nei momenti di grandi cambiamenti e sorrido se penso che pochi giorni fa, in coda sulla superstrada, mi girai e, sia a destra che a sinistra, si evidenziava il numero 7.
Si racconta che tale numero scandisca la nostra vita, tanto sul piano fisico quanto sul piano psichico.
Se pensiamo che il nostro corpo rinnova tutte le cellule all’incirca ogni sette anni e che dopo il concepimento intorno alla settima settimana l’embrione assume l’aspetto del feto, ed è possibile vedere il piccolo cuore.
Mi domando! Ma quante “cose” agiscono in noi, verso di noi consapevoli del nostro sapere di non sapere?
Ma torniamo alla nostra pianta!
Sorrido nel leggere che si presenta come “L’amore disperato”. Beh, perché non è stato così anche per me? Non desidero addentrarmi dentro questo vissuto, il mio essere dischiude questa porta e come tale va rispettato.
Sai, cara Coleus, come ti ho scelta? Eri piccola ma mi hai attirato a te e, senza pensarci, ti ho preso.
L’introduzione alla tua simbologia dice che con le tue sette foglie rappresentino la spiritualità. Anche in ciò mi rivedo in te, sapendo quanto lo sono. No, non abbraccio nessuna religione.
Mi sento di appartenere, come tutti gli esseri viventi, ad una realtà Superiore e trascendente, e mi trova concorde quando leggo che, per cambiare direzione nelle nostre scelte nella nostra vita, è necessario essere pienamente coscienti di chi siamo, di qual è il nostro posto nel mondo delle anime e interiorizzare, con fiducia e autenticità l’impermanenza del nostro corpo, della materia e la trascendenza dell’anima.
Concetti che rimandano ad un divenire consapevole di non facile soluzione, ma lasciamo il tempo al tempo, nella fede di essere parte di un tutto meraviglioso!