In giro per Firenze,Le vostre storie

Piazza dei Maccheroni

Della serie… In giro per ⚜️Firenze…Piazza dei Maccheroni.

La minuscola piazzetta “dei Maccheroni” si apre sul finire di via dello Studio, lato orientale, quasi a ridosso di piazza Duomo. Il nome, attestato dal 1838, venne dato al piccolo slargo in onore di un’oscura famiglia dei “Maccheroni“, praticamente nota solo negli studi toponomastici, che la citano nella vicina e tuttora esistente via dei Maccaroni (non prima del 1779) e in via Santa Margherita (verso il 1727).

Bisogna tener conto che questa zona della città, fatta di vicoli, case torri e stretti chiassi, venne radicalmente stravolta prima dalla costruzione del Duomo col suo progressivo ampliamento delle absidi, poi della chiusura della zona della “Canonica“, esclusivamente riservata alle abitazioni dei canonici del Duomo (1340 circa) e infine alla sua apertura e demolizione parziale tra il 1754 e il 1830, quando vennero completati di tre grandi palazzi dei Canonici che ancora si vedono.

Se esistettero case della famiglia Maccheroni (il cui nome doveva derivare o dal greco bizantino μάκαρος, “benedetto“, con riferimento alla vicina chiesa di San Benedetto, o dal “macco“, una farinata da cui deriverà il nome della pasta dei maccheroni) esse dovettero andare perdute in questi eventi.

La piazzetta dunque nacque dietro al più orientale dei palazzi dei Canonici, ed è verosimile che fosse un’appendice dell’antica corte dei Visdomini, che si allungava lungo tutta la Canonica, come si vede bene nella pianta del Buonsignori (1584). L’unica casa che ha qui la porta principale d’accesso appartiene all’Opera del Duomo.

Pur non esistendo relazione tra la famiglia dei Maccheroni e la pasta, è tuttavia singolare che nella piazza abbia avuto sede dal dopoguera un ristorante.
A Firenze i Maccheroni erano un’antica e nobile famiglia che aveva ben due strade e una piazza intitolate al suo nome, le cui case giungevano anche nella vicina, odierna Piazza di San Benedetto, connotata da una piccola chiesa prospiciente, dedicata al padre del monachesimo occidentale, ricordata almeno dal Xi secolo e rimasta parrocchiale fino al 1771. La chiesa, oggi aperta solo in rare occasioni, venne costruita nell’anno Mille quando il luogo detto Piscinale, si trovava addirittura fuori delle mura cittadine.

Fu appellata anche San Benedetto dalle Pallottole perché posta in corrispondenza di un’altra piccola piazzetta poi così denominata nel XIII secolo quando vennero realizzati dei pallai, dove si praticava il gioco delle pallottole, ossia quello delle bocce di oggi. Tale ludico passatempo era molto praticato e spesso provocava anche violente liti fra i giocatori; un esplicito esempio si rileva dal Diario del Pastoso che, in data 15 giugno 1683, annota:
«… in quella viaccia, che è fra i due Orti cioè uno del Canneto delle Monache della Crocetta, e quello delle Monache degli Angiolini, fra la cantonata di Via del Mandorlo e quella della Via della Crocetta (l’odierna Via della Colonna), fù ferito con un corno il Tronci dal Limonaio Poeta della qual ferita il 29 di detto in Santa Maria Nuova rese l’anima a Dio. La causa per la quale detto Tronci perse così disgraziatamente la sua vita, fù, che essendo costoro a giocare alle pallottole fuor della Porta a Pinti, cominciorno a litigare insieme, di modo che si attaccorno alle pugna, e furno spartiti, ma essendo entrati in Firenze uno poco lontano dall’altro tuttavia litigando, quando furono in detto luogo di nuovo si attaccorno alle pugna et essendo caduti in terra, il Limonaio venutoli alle mani un corno, che quivi non ne mancano per esserci lo scaricatoio del Beccaio degl’Innocenti, con esso ferì e ruppe una ganascia al Tronci, che teneva sotto, della qual ferita com’è detto si morì».

 

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Andrea Giovanni Iacopini

Andrea giovanni Iacopini nasce a firenze nel 1955. Geometra con la passione per le storie fiorentine è amante degli animali, della musica anni 70/80, di cinema e della squadra Viola. Si definisce un ottimista per natura.

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flaviana tabanelli

che dire? Andrea Giovanni Iacopini è una persona curiosa e “dimondi” acculturato. in questo modo ci diletta con le sue storie per questo luogo incantato e sconosciuto per la maggior parte delle persone che è Firenze una delle città più famose al mondo (per me la più bella in assoluto)

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