In giro per Firenze,Le vostre storie

La torre di Arnolfo

Della serie… In giro per ⚜️Firenze…La Torre di Arnolfo di Palazzo Vecchio in Piazza della Signoria.

La Torre di Palazzo Vecchio prende nome dall’architetto Arnolfo di Cambio, noto anche come Arnolfo di Lapo (Colle di Val d’Elsa, 1235 – Firenze, 8 marzo 1302) importante personaggio della Firenze medievale, considerato il suo autore.

È senza dubbio uno dei simboli di Firenze: con i suoi 95 metri di altezza in bugnato di pietra forte svetta sugli edifici della città. La torre, infatti, fu eretta all’inizio del XIV secolo, con il primo nucleo di Palazzo Vecchio. Nello stesso periodo, il “Governo del Primo Popolo” impose di ridurre l’altezza delle torri delle turbolente famiglie fiorentine.

La funzione della torre di Arnolfo, così come della struttura del palazzo, era anche di tipo difensivo: dalla sua vetta era possibile avvistare eventuali nemici e proteggere i rappresentanti del governo. La prima parte della torre, inglobata nel palazzo, poggia su una torre famigliare più antica, mentre quella più alta è il risultato di un progetto architettonico originale e molto audace, in quanto si sporge sulle strutture sottostanti. All’interno della torre, 233 scalini portano in cima, dove si trovano due celle campanarie e la grande banderuola segnavento.

La torre di Palazzo Vecchio fu costruita verso il 1310 quando il corpo del palazzo era quasi terminato. Posta sulla facciata (ispirandosi probabilmente al Castello dei Conti Guidi a Poppi), si appoggia solo in parte alle murature sottostanti, presentando il lato frontale costruito completamente in falso (cioè sporgente rispetto alle strutture sottostanti) con una soluzione architettonica insieme audacissima ed esteticamente soddisfacente.

La torre non è centrata sulla facciata ma è decentrata verso il lato sud della stessa (verso destra per chi guarda frontalmente il palazzo) perché poggia su una casa-torre preesistente appartenuta ai Foraboschi detta “della Vacca” a causa del nomignolo affibbiato dai Fiorentini alla grossa campana che la sormontava (la vicina via che congiunge piazza della Signoria a via Por Santa Maria si chiama via Vacchereccia sempre a causa di tale campana). La presenza della torre è ancora oggi distinguibile dalle finestre murate presenti sulla parte di facciata sottostante la torre di Arnolfo.
Il retro dell’edificio ben mostra la successione di ampliamenti avvenuta nei secoli; Nell’angolo superiore la Terrazza di Saturno.

Il corpo della torre, oltre alle scale, presenta un piccolo vano denominato l’Alberghetto dentro il quale vennero tenuti prigionieri, tra gli altri, Cosimo il Vecchio prima di essere condannato all’esilio (1433) e Girolamo Savonarola prima di essere impiccato ed arso in piazza il 23 maggio 1498.
Il ballatoio della cella campanaria, con merli ghibellini (a coda di rondine), è sostenuto da mensoloni con archetti ogivali, sopra il quale poggia un’edicola con archi a tutto sesto sostenuti da quattro massicce colonne in muratura sormontate da capitelli a foglie.

Nella cella sono attaccate tre campane:
La Martinella, che richiama i fiorentini ad adunanza.
La campana del mezzogiorno.
La campana dei rintocchi (la più grande).
Attorno ad una delle colonne si può vedere la scaletta a chiocciola che permette di salire sulla copertura.
Sulla sommità si trova una grande banderuola (più di due metri d’altezza) a forma di Marzocco che tiene l’asta sormontata dal giglio fiorentino: si tratta di una copia, l’originale può essere ammirato in tutta la sua grandezza all’interno del palazzo.

Guardando le mensole che sostengono la balconata della torre dal basso si ha la strana sensazione che quelle d’angolo non poggino su niente, come piccole piramidi capovolte: è un curioso effetto ottico causato dalle ombre agli spigoli.
Il grande orologio fu originariamente costruito dal fiorentino Nicolò Bernardo, ma rimpiazzato nel 1667 da uno realizzato da Giorgio Lederle di Augusta e montato da Vincenzo Viviani, che è tuttora funzionante.

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Andrea Giovanni Iacopini

Andrea giovanni Iacopini nasce a firenze nel 1955. Geometra con la passione per le storie fiorentine è amante degli animali, della musica anni 70/80, di cinema e della squadra Viola. Si definisce un ottimista per natura.

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