Via del Campidoglio
Della serie…In giro per ⚜️Firenze…Via del Campidoglio.
Via del Campidoglio è una via del centro storico di Firenze, situata tra l’incrocio di via de’ Brunelleschi e Via de’ Tosinghi e quello con via de’ Pescioni e via de’ Corsi. Vi si innesta circa a metà via de’ Vecchietti.
Nomi precedenti: Piazza di San Leo, via degli Arrigucci, via degli Alfieri Strinati, via del Refe Nero, via degli Zuffanelli, via della Vergine Maria de’ Teri, via de’ Teri.
La strada, assieme a via del Capaccio e via delle Terme, è una delle poche in città che ricordi edifici del periodo antico, quando Florentia fu una città romana. Il Campidoglio vero e proprio della città, cioè il tempio dedicato alla Triade Capitolina, si trovava all’estremità ovest del foro romano, in corrispondenza oggi dell’arcone di piazza della Repubblica. Assorbito dalla città medievale, ne restò sempre traccia nel nome della chiesa di Santa Maria in Campidoglio, costruita nell’alto medioevo in un vano ai piedi del tempo vero e proprio, e nel vicolo del Campidoglio che costeggiava la chiesa a nord.
Tracce di queste costruzioni antiche vennero rinvenute al tempo del “Risanamento” della zona del Mercato Vecchio, e una volta ridisegnata la griglia ortogonale delle strade, con i nuovi edifici sorti appositamente, si decise di dedicare questo tratto al vetusto monumento romano, sebbene la strada si trovi più a nord del sito originario. Tutt’al più in questa zona della città romana si trovavano le terme Capitoline, alle spalle del foro, di cui vennero trovate significative tracce nell’isolato tra via del Campidoglio, via de’ Vecchietti, via degli Strozzi e via dei Pescioni.
La strada attuale quindi non si trova neanche dove sorsero la chiesa e il vicolo del Campidoglio, ma piuttosto si può identificarla con due strade che si dipanavano, più strette e irregolari, su questo sito, e che nel tempo hanno avuto svariati nomi. La prima, corrispondente al tratto più a est, andava dalla piazza di San Leo (o dei Brunelleschi), ed era stata detta via del Refe Nero (dal nome di un rubusto filato di lino che qui si doveva vendere e che era usato soprattutto per cucire il cuoio) o via degli Arrigucci o degli Alfieri Strinati (dai nomi di famiglie che in questi paraggi ebbero le case).
Passata la via dei Vecchietti o degli Agli, la strada si chiamò via degli Zuffanelli (evidentemente con qualche riferimento agli zolfanelli che qui si sarebbero potuti aqcuistare), o dei Teri o della Vergine Maria de’ Teri, dal nome di una famiglia e di un grande tabernacolo mariano che qui si trovava, quasi in angolo con la via dei Pescioni.
Il nome attuale venne deliberato dalla Giunta comunale il 4 agosto 1893.
Sulla strada si affacciano oggi i fronti secondari di vari edifici, che spaziano dal rinascimentale palazzo Ricci Altoviti al modernista palazzo Pola e Todescan.
Preesistenze:
Via del Refe Nero iniziava presso la chiesa di San Leo, costeggiando a destra il palazzo Brunelleschi Arrigucci e a sinistra un edificio con uno stemma vescovile con scudo palato, da alcuni interpretato come un ridattamento di uno stemma della Badia fiorentina, messo in occasione di un passaggio di proprietà dell’edificio o comunque di un beneficio ottenuto da un qualche prelato. Lo stemma esiste ancora oggi, conservato nel lapidario del Museo di San Marco.
Il tabernacolo posto a questo incrocio, sul palazzo Brunelleschi Arrigucci, conteneva una Madonna col Bambino in stucco databile al 1420-1440 circa oggi al Museo Bardini, mentre la cornice in pietra venne successivamente rimontata in zona Le Cure, all’angolo tra via Lungo il Mugnone e il largo Zoli, presso la chiesa di Santa Maria della Tosse. Nel catasto del 1427 le case di questo tratto appartenevano agli Arrigucci, agli Zampini, ai Rinaldi e alla consorteria degli Agli.
Nel tratto di via degli Zuffanelli o dei Teri vi erano le case della famiglia Teri, su entrambi i lati e anche lungo il vicolo dei Vecchietti che dal lato meridionale portava zigzagando alla piazza di San Donato dei Vecchietti, e degli Agli e loro consorti, sulla prima parte del lato settentrionale, con prospetto frontale su piazza degli Agli. Nessuna delle case dei Teri poteva essere considerate un palazzo, ma esse erano riccamente decorate, a giudicare dai numerosi frammenti di affreschi a tema geometrico e profano che furono rinvenuti durante le demolizioni e che oggi sono custoditi nel Museo di San Marco.
Registrò Carocci, in particolare, che la casa d’angolo con via dei Pescioni era decorata in tutte le stanze per tre piani, con motivi di vaio, fregi di vario genere, finti arazzi sostenuti da aste, stuffati, meandri, motivi vegetali e scudi. Davanti a questa casa di trovava il grande tabernacolo dei Teri, di cui si conservano i frammenti divisi in diversi luoghi, e che dava uno dei nomi con cui questa strada era conosciuta.