Emozioni in luce,Le vostre storie

La mia famiglia d’origine

Parlare di famiglia per me, non è facile. Certo c’è stata ma per problematiche loro, mi hanno lasciata sempre sola.

Cresciuta altrove, al di là della casa, che per altro non abitavo bene, la compagnia è stata sempre lei, la solitudine.

Ne ho sofferto molto ma si dice che nasci e cresci in una realtà genitoriale che la propria anima sceglie per fare percorsi evolutivi quanto quantici.

Forse è stato un regalo l’esser sola, perché con questo ho vissuto e visto tante vicende del mio vivere, anche se non tutte posso definirle “passeggiate della salute”.

Cresco con un forte senso della sacralità nei confronti della vita,  Sacralità che non mi incontra nella chiesa cattolica, ma su altri aspetti e concezioni che possono risuonare in me. Tante le esperienze che mi hanno dato un senso di appartenenza cultura e armonia, come altrettante esperienze che hanno prodotto angosce, paure e male di vivere.

Forse esiste un denominatore comune, che mi porta a credere di aver vissuto tante vite in una. Per dargli un nome, potrei scrivere fasi della vita con la sua durata, che hanno capovolto sempre tutto, non c’è mai stata una continuazione che dall’inizio mi abbia portato ai giorni nostri, è sempre tutto cambiato.

Non so il perché e forse non va ricercato qui e ora.

SI ! La mente tende a giudicare e non è facile sfuggirle; un mio maestro diceva spesso che “la storia della nostra vita è!”, …. non sono i commenti che su questa possiamo farci.

Mi affascina questo concetto, ma poi mi sento tanto umana dal volermi definire, per poi sentire che la definizione limita ed etichetta.

Comunque posso affermare che la consapevolezza acquisita, porta in se’ un carico di energia che forma, trasforma un modello di esistenza caro a me.

Avrei voluto studiare pianoforte, allora non sapevo perché a questa richiesta mamma non rispondeva, oggi lo so!

Sono sette anni che abito in questa zona, la zona di San Frediano e questo numero mi ha sempre incontrato nei miei cambiamenti. Il numero citato è simbolo di ricerca mistica che va, nell’esplorazione delle parti più intrinseche dell’esistenza sino al giungere anche il  suo significato più profondo.

In questi ultimi anni ho rivissuto la mia famiglia d’origine e qualcosa di più completo mi appartiene.

Dalla famiglia d’origine avevo imparato la, fuga! Ma con il tempo ritorna chiara e reale per farmi riconoscere le mie radici. È proprio stando qui, che la porta si è aperta per sentire di essere ritornata “a casa”.

Il tutto poi si traduce in armonia emozionale, che si accende a vari stimoli. Era pena, amore rabbia, riflessione conforto, paura essenze emotive che non potevano rimanere nel buio.

Viaggio, cammino attraverso questa sacralità del divenire, in concomitanza con altre sfere di riconoscimento, altri momenti, altri aliti, altri saperi che costituiscono il mio essere donna oggi!

Ho tanto di imparare, di vivermi nel profondo di una sensibilità, che proprio la famiglia d’origine ha fatto germogliare. Ed è allora che ringrazio senza rinnegare niente.

In fondo la vita, vive! Non le interessa delle mie elucubrazioni o delle nostre; lei vive esprimendo la sua vitalità ovunque.  

Ed io? Respiro con coscienza, abito il mio respiro, abito le mie emozioni mentre Alain Barrière canta: “Vivrò…”

                                            

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Paola Fabbri

Paola Fabbri, lettrice di testi poetici e introspettivi, ha frequentato corsi di teatro e formazioni Steineriana di colori. Nata nel 1951 a Pisa, ha pubblicato libri amatoriali di poesie e racconti. Con “La vita canta” è giunta terza al premioInternazionale Litterae Fiorentinaie. Dice di sé: non è facile dare vita alla mente razionale ma l’anima sa dove andare per cogliere i suoi versi in fiore che sbocciano dal suo sentire come petali di rosa.

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