Tennis

La storia dell’insalatiera più famosa del mondo, la mitica Coppa Davis

Correva l’anno 1899, Dwight Davis era uno studente ventiduenne di Harvard, aveva raggiunto la finale ai campionati americani e insieme ad altri tre membri della squadra di tennis dell’università decise di sfidare la squadra britannica in un rivoluzionario torneo a squadre. La risposta degli inglesi fu positiva.

Davis proseguì nel suo intento e ideò la formula del torneo, pagando persino di tasca propria la commissione per un trofeo d’argento da assegnare alla squadra vincitrice che venne forgiato da un gioielliere di Boston.

L’8 agosto del 1900, sul campo in erba del Longwood Cricket Club di Boston, gli Stati Uniti di Davis, Holcombe Ward e Malcolm Whitman si sfidarono le Isole Britanniche rappresentate da Ernest Black, Herbert Roper Barret e dal futuro tri-campione di Wimbledon Arthur Gore. 

La formula ideata da Davis era semplice: si giocavano due singolari la prima giornata, il match di doppio nella seconda e i due singolari conclusivi nella terza, per un totale di cinque incontri. La squadra che sarebbe riescita a vincere tre sfide su cinque si sarebbe aggiudicata il trofeo.

In realtà nella prima edizione assoluta bastarono i primi tre match: con il successo della coppia Davis/Whitman su Black/Barrett gli americani chiusero i conti già con il doppio trionfando in quello che all’epoca nasceva come “International Lawn Tennis Challenge” per divenire Coppa Davis solo nel 1946. 

Questo fu l’inizio di un percorso lungo oltre 110 anni.

Nel 1904 entrarono in gioco anche Francia e Belgio e un anno dopo fecero la loro prima apparizione anche Austria e soprattutto la rappresentativa oceanica che univa Australia e Nuova Zelanda nella cosiddetta Australasia. Saranno proprio australiani, americani e britannici a spartirsi il trofeo fino alla metà negli anni ’20, mentre il campo di partecipazione continua ad ampliarsi e la formula viene rivisitata: da una parte la “Zona America” e dall’altra la “Zona Europa” (anche se la composizione dei due gruppi non sempre rispecchia l’appartenenza geografica), con le vincenti dei due blocchi a sfidarsi per determinare la finalista per il Challenge Round contro la detentrice del titolo. Il dominio delle tre nazioni anglofone dura fino al 1926 e dopo due finali perse consecutivamente inizia l’era della Francia dei Quattro Moschettieri: Jean Borotra, Jacques Brugnon, Henri Cochet e Rene Lacoste si impongono in trasferta contro gli Stati Uniti nel 1927 e nei cinque anni successivi difendono il titolo sulla terra di Parigi per un totale di sei titoli consecutivi. Alla striscia vincente francese segue quella britannica dal 1933 al 1936, prima dell’inizio dell’egemonia australo-americana che dal 1937 al 1973 segnerà la competizione.

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Nel frattempo però il tennis sta cambiando, nel 1969 inizia l’Era Open e la Coppa Davis arriva ad ospitare ben 50 nazioni partecipanti. Sempre nel ’69 si gioca la prima finale del trofeo su una superficie che non sia terra o erba, con gli Stati Uniti di Arthur Ashe e Stan Smith che fanno un sol boccone della Romania di Ilie Nastase e Ion Tiriac sul cemento dell’Harold Clark Courts di Cleveland. Nel 1972 viene abolito il Challenge Round in modo che la nazione campione in carica partecipi al torneo sin dal primo turno e non esclusivamente alla finalissima.

Lo strapotere di Stati Uniti e Australia si ferma nel 1974, in una delle edizioni più controverse della competizione. Le due semifinali mettono di fronte India e Unione Sovietica da una parte e Sudafrica e Italia dall’altra, con gli azzurri che dopo l’iniziale rifiuto di recarsi in terra africana e dopo un fallimentare tentativo di spostare la sede dell’evento a Roma, vengono travolti 4-1 da Bob Hewitt e Ray Moore. La motivazione che quasi costringe l’Italia a dare forfait è la stessa per le quali l’India si rifiuta di giocare la seconda finale di Coppa Davis della sua storia: la politica di Apartheid attuata dal governo sudafricano. Con il ritiro dell’India il trofeo va al Sudafrica in quella che ad oggi è l’unica edizione del torneo assegnata per forfait. Il successo della nazione africana apre la strada alle affermazioni di nuove realtà quali la Svezia, l’Italia, la Cecoslovacchia e, qualche anno più tardi, la Germania. 

La formula del torneo si trasforma ancora, nel 1981 nasce il World Group che racchiude le 16 nazionali chiamate a giocarsi il titolo, mentre tutte le altre vengono smistate in gruppi regionali che prevedono un sistema di promozioni e retrocessioni. Nel 1993 per la prima volta si tocca quota 100 squadre partecipanti e sette anni dopo si celebra il centenario della competizione in un’edizione che segna l’inizio della grande era spagnola. 

Ma questa è un’altra storia…

Ieri sera, la Nazionale italiana maschile di tennis ha vinto la Coppa Davis, battendo in finale l’Australia: è il secondo titolo della sua storia, dopo quello vinto nel 1976. 

Un’ emozione davvero incredibile!!!

 

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Barbara Chiarini

Barbara Chiarini nasce a Firenze nel 1967. Laureata in Architettura con indirizzo storico-restauro e conservazione dei Beni Architettonici, si ritiene un architetto per professione, una scrittrice per passione, ed una fiorentina D.O.C. Autrice del libro “Per le Antiche Strade di Firenze”, “Una finestra affacciata dull’Arno” e “Su e Giù per le strade di Firenze”, ella è anche la fondatrice nonche’ uno degli Amministratori di questo Blog.

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