Il taccuino
Attirò la mia attenzione, un piccolo taccuino marrone lasciato lì, solo, sulla panchina da me occupata.
Mi guardai intorno, sperando di cogliere uno sguardo, un cenno del proprietario ma niente, nessuno in vista.
Incuriosita e un po’ timorosa lo presi. Un profumo di vera pelle mi inebriò le narici, un odore intenso.
I fogli erano ingialliti, lo aprii e lessi.
“Amore mio mi manchi tanto, domani andremo al fronte e non so se potrò tornare da te. Tanti sono ormai i miei compagni morti. Una guerra senza senso che porta solo dolore e sofferenza. Quello che mi dà coraggio di andare avanti, è sapere che a casa ci sei tu, la mia sposa con il tuo grande amore. Ti amo vita mia!“
Le lacrime scesero copiose sul mio viso, le asciugai e girai pagina. Vi era riportato un messaggio… un invito
“A chiunque trovi questo messaggio lo porti alla mia amata Anna, dal suo Primo“.
C’era un indirizzo.
Lo cercai sullo stradario e d’istinto mi recai davanti all’abitazione. Lessi tutti i nomi sui campanelli ma di Anna nessuna traccia. Sconsolata, alzai lo sguardo osservando quella palazzina così moderna… sicuramente avrà cambiato casa, pensai.
Stavo per andarmene quando sentii il portone aprirsi, vidi una signora anziana che stava uscendo, non chiedetemi perché ma chiamai: “Anna!”
Lei alzò lo sguardo stupita, mi guardò dicendomi “Si, sono io!”
“Mi scusi, questo le appartiene!”
Tirai fuori dalla tasca il taccuino e lo misi fra le sue mani.
Mi guardò, i suoi occhi si inumidirono di lacrime, lo strinse al suo petto e con voce tremante mi confidò: “Si, questo è il taccuino del mio Primo, morto non so dove e quando. Poco ho saputo di lui, tanto l’ho pianto e pregato di farmi sapere qualcosa anche da lassù. Poi, lei lo trova e mi riporta il suo taccuino. Grazie, mi ha ridato la vita!”