Le vostre storie,Poesia

Il colore blu

Ho fatto una formazione sui colori di Rudolf Steiner e questi, sono stati i miei alleati e compagni.

Capitava spesse volte nell’incontro con loro, che mi trovassero irritata, non contenta di ciò che allora vivevo. L’insegnante mi presentava il colore blu che scorreva fra il pennello e il foglio, nel modo più inconsapevole possibile. L’incontro durava un tempo non scandito dalle lancette dell’orologio, ma in un tempo interno che diceva quando era il momento di smettere di colorare il foglio.

Amo il blu, così rasserenante, così profondo, così ricco di contenuti dove la parola non assume significato. Secondo la teoria dei colori di Goethe, quando la luce fa risplendere le tenebre, l’oscurità appare ai nostri occhi di colore blu.

Blu è dunque l’incontro di luce e ombra, blu è la speranza che accende l’intuizione, la fiducia che illumina le nuove direzioni.

L’uomo stesso è fatto di luce e ombra, metafora del bene e del male e, come ci dice Yung, l’ombra deve essere integrata, per portare ad un vero processo di individuazione.

In molte culture, soprattutto quelle orientali, il blu è la tonalità che richiama a tutto il mondo le divinità; per esempio, per il Buddismo è il colore dell’immortalità, mentre per l’antica religione egizia la madre Nut era rappresentata nell’arte interamente vestita di blu e azzurro. Questa simboleggiava la vita e la loro rinascita, per indicare il ciclo infinito dell’esistenza. Infine, anche nel Cristianesimo, ogni immagine di Maria vede un elemento blu che  è spesso il velo che copre le spalle o la veste.

Personalmente, al di là di queste tradizioni, amo mettermi un capo blu. Mi fa sentire a posto, tranquilla con me stessa, e poi come non pensare a questo colore che rappresenta il riflesso del cielo nelle acque.

Tutto questo richiama il legame del colore con l’infinito, quante volte sentito dire o letto…

Tutto è infinito, e per tutto intendo la vita stessa che: “E’ “!

 

C’è una poesia di uno sconosciuto, che così recita: 

 

“Forse al blu non c’era fine,

forse il cielo e la notte continuavano a specchiarsi

l’uno nell’altro in eterno, senza mai congiungersi.

Era qualcosa di troppo grande per poter anche

Solo essere pensato,

era…L’infinito.”

 

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Paola Fabbri

Paola Fabbri, lettrice di testi poetici e introspettivi, ha frequentato corsi di teatro e formazioni Steineriana di colori. Nata nel 1951 a Pisa, ha pubblicato libri amatoriali di poesie e racconti. Con “La vita canta” è giunta terza al premioInternazionale Litterae Fiorentinaie. Dice di sé: non è facile dare vita alla mente razionale ma l’anima sa dove andare per cogliere i suoi versi in fiore che sbocciano dal suo sentire come petali di rosa.

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