L’articolo “il”
Qualcuno tra voi ricorda chi fosse Mario Palazzi?
Il Palazzi, nostro spettabilissimo concittadino, era nato a Firenze nel 1830. Di lui poche sono le notizie biografiche, davvero pochissime. Sappiamo soltanto che egli fu un poeta improvvisatore, un grande amico di Giovanni Papini, che abitò a lungo a Montedomini, e che morì all’Ospedale di Santa Maria Nuova il 27 novembre 1913.
Di Mario Palazzi però, tutti i fiorentini conoscono almeno un altro particolare, il suo soprannome.
Egli era infatti chiamato simpaticamente “Sua Altezza”. Eppure, non era certo di sangue blu. Perché mai dunque gli amici si rivolgevano a lui appellandolo con questo sostantivo?
Ebbene, miei cari, ve lo dico subito: il nostro poeta, al contrario di me (!) era un omone assai alto … altissimo, molto più alto della norma, oserei dire quasi gigantesco!
Il popolare personaggio era talmente alto che si racconta gareggiasse con l’altrettanto gigantesco indigeno, “Il Patagone”, riprodotto in statua e conservato nel museo fiorentino di antropologia ed etnologia in via del Proconsolo.
Le dicerie del tempo riferiscono anche che egli avesse concesso in cessione il suo scheletro (ovviamente …dopo morto), al Museo la Specola, in cambio di un sussidio di cui usufruire in vita.
Egli infatti misurava oltre due metri di altezza e la sua stazza appariva ancora più imponente grazie all’inseparabile cappello a cilindro che sempre si teneva sul capo: altri compagni inseparabili erano il suo bastone da passeggio nonché certe borse da viaggio che portava sempre a tracolla nelle quali custodiva poesie e canzoni che declamava man mano, sulla via.
Scriveva al proposito l’amico e collega Papini: “In questa borsa di pelle consunta e arrossata, ch’era il suo più amato tesoro teneva le sue opere stampate e manoscritte, cioè degli opuscoli dov’erano raccolte le sue poesie più belle e altre poesie scritte a penna che egli era pronto a vendere a chiunque le richiedesse…“.
Se non mi credete, guardate con i vostri occhi!
Questa è una delle molte fotografie che gli furono scattate nei primissimi anni del Novecento e che lo ritraggono in compagnia di una donnina, anziana e piccolissima – l’ Assuntina – con la quale egli si accompagnava spesso, destando la curiosità dei più e richiamando l’attenzione di tutti i passanti. Quando i due giravano insieme, sembravano due lettere dell’alfabeto: una “i” minuscola ed una “L” maiuscola! Insomma, praticamente insieme costruivano l’articolo “il”!!!
Da qui pare che abbia infatti avuto origine l’antico proverbio toscano che definisce una coppia costituita da una persona alta e da un meno “dotata” , comparabili all’articolo determinativo italiano “il” !
Per sua fortuna, “Il” Palazzi non ebbe ad esser ricordato soltanto per un articolo (!), bensì anche per le sue opere, per le sue memorie, nonché per le sue irriverenti canzoncine popolari:
“Al tempo dei Medici
un quattrin facea per sedici
ma ora coi Lorena
se si desina non si cena!
Venuto Emanuelle
non siamo che ossa e pelle…“.
Dimenticavo di riferirvi un ‘ultima cosa: nessuno sa che fine abbia fatto il suo scheletro!
Bello… non lo sapevo. Grazie 😍