Oltre un secolo di …Baci!
In principio assomigliava a un piccolo pugno (o un cazzotto se preferite, proprio come diceva Mussolini!), sposando benissimo l’aria dei tempi e la politica linguistica del periodo: nocciola tritata recuperata dagli avanzi, cioccolato fuso con sopra una nocciola intera tostata e l’abbraccio fatale del fondente. L’allusione era servita.
Ma occorreva pure riconoscergli un’anima… quel dolcetto non aveva niente di violento. Quindi, andava chiamato Bacio!
Nel 1922 la cofondatrice dalla Perugina, Luisa Spagnoli aveva quarantacinque anni, era madre di tre figli e amava, riamata, Giovanni Buitoni, di quattordici più giovane. Una storia segreta, impossibile per la legge e per l’anagrafe, resa pubblica soltanto molti anni in seguito.
Ecco perche noi oggi siamo qui riuniti a festeggiare il compleanno di un peccato (non soltanto di gola) che tutti, ma penso proprio tutti, avremo da scontare in un modo o nell’altro nella prossima vita.
Perché i Baci sono irresistibili.
E poi, perché all’art director Federico Seneca, venne anche l’incredibile idea di avvolgere ogni Bacio in un messaggio d’amore, inserendo frasi romantiche all’interno del leggendario involucro stellato, ispirato dall’amore segreto tra Luisa Spagnoli e Giovanni Buitoni.
E perché ciascuna di quelle cartine sfogliate con cura e trepidazione sembrano offrirti un invito irresistibile: «Lancia il tuo cuore davanti a te e corri a raggiungerlo»!
E perchè no? Mi viene da rispondere. In fondo, l’amore è semplice. E quando si è innamorati tutto migliora: perfino i sapori, i colori, gli odori sono diversi… e molto più belli!
Proprio su questo sentimento eterno la futura azienda Internazionale Buitoni Perugina si affermò nei mercati in ripresa del dopoguerra, un crescendo continuo fino a confermarsi negli anni Ottanta come un vero e proprio prodotto di punta.
Oggi è il colosso Nestlè a gestire i Baci: un mito conosciuto in tutto il mondo per la sua inconfondibile scatola blu e argento (ideata sempre dallo stesso Seneca) raffigurante la coppia che si bacia sotto una pioggia di stelle, ispirato al quadro “Il Bacio” di Hayez.
Oltre ai cioccolatini più romantici che siano mai stati inventati, resta la storia di quell’amore, tanto proibito quanto solido, che vide scritta la parola fine soltanto con il sopraggiungere della morte di lei, la mamma dei Baci, a soli 58 anni per un cancro alla gola. Giovanni sopravvisse a lungo alla sua «amica», accumulando prestigio e celebrità. Ma di lei, scrisse solo cose belle.
La signorina Luisa Sargentini nata povera e vissuta poverissima nei primi anni, destinata però a diventare il simbolo della self made woman del Novecento. Colei che restò a presidiare i profitti della fabbrica fondata assieme al marito Annibale quando nel 1917 lo Spagnoli fu chiamato alle armi. Colei che, in pochi mesi mise in piedi un’impresa parallela di filati: il futuro dei conigli d’angora e del brand Luisa Spagnoli. Tallonata dalla morte e da venti di tragedia, rispose agli attacchi del destino con assoluta creatività e con una libertà di manovra inaccessibile alle donne del tempo. Fu generosa per contrappasso, dedicandosi alla beneficenza silenziosa e alla formazione delle operaie. Mise in piedi quello che è stato forse il primo nido aziendale d’Italia, dove le dipendenti potevano allattare, e nel testamento lasciò ai suoi collaboratori «un’indennità di fondazione».
Per lei che veniva dalla privazione, tutto doveva ruotare attorno alla felicità: nessuno avrebbe mai dovuto rinunciare alla dolcezza dei baci… e al calore della lana…!