Il diamante della musica
Se esistesse una scuola di songwriting e se io fossi una studentessa, molto probabilmente vorrei che il mio insegnante fosse Neil Diamond. Cantautore puro, della vecchia scuola, questo musicista statunitense è stato attivo per molti, lunghissimi anni, con risultati qualitativi eccellenti.
Un autore che ha avuto una carriera davvero intensa e ricca di soddisfazioni, con all’attivo una serie impressionante di canzoni che sono entrate a fare parte del Great American Songbook, diventando quindi dei veri e propri standard. Originario di Brooklyn, Diamond ha sempre abbinato ad un grande successo di pubblico un rapporto controverso con la critica, che lo ha spesso accusato (in molti casi, bisogna dirlo, a ragione) di aver privilegiato il lato commerciale della sua musica, rivestendo i suoi brani di sonorità eccessivamente orchestrate e ridondanti, oltre a non perdonargli certi atteggiamenti da superstar ed un tono spesso declamatorio nelle interpretazioni. Ma Neil rimane un grande songwriter, oltretutto dotato di una voce splendida e di una presenza carismatica come poche: d’altronde scrivere capolavori pop come Solitary Man, Girl, You’ll Be A Woman Soon,, Kentucky Woman, Glory Road , Cherry Cherry e Sweet Caroline non è certo capitato a tanti.
Ma la lista dei successi del nostro non si è fermata neppure qui, dato che non ho citato evergreen come I Am … I Said, America, Cracklin’ Rosie, Holly Holy, Song Sung Blue, Longfellow Serenade, Love On The Rocks, Settember Morn, o ancora Hello Again.
Dunque oggi, per festeggiare il suo ottantatreesimo compleanno, andremo a riascoltare insieme uno dei brani più importanti della sua incredibile carriera, una carriera in cui, comunque, questo straordinario artista è stato capace di spaziare con grande disinvoltura dal genere pop più raffinato, alla musica country fino a quella etnica; una carriera che si è interrotta solamente poco tempo fa, nel 2018 a casa del morbo di Parkinson.
Difficile scegliere soltanto un brano tra i suoi tanti capolavori; noi abbiamo provato a soffermarci su quella canzone che, in un modo o nell’altro, ha rappresentato un punto di svolta nella sua carriera e che poi è divenuta un classico del suo repertorio: I’m a Believer.
Infatti, non tutti forse sanno che il celebre pezzo dei The Monkees era in realtà un brano scritto e pubblicato per la prima volta da Neil Diamond. Fu però lo scatenato rock and roll del gruppo di Los Angeles a permettergli di raggiungere il grande successo, fino ad essere coverizzato, tra le altre, dall’italianissima Caterina Caselli nella celebre Sono bugiarda. Riascoltiamo insieme la versione originale di Diamond, cosi come egli ha riproposto nel corso degli anni varie volte nei suoi concerti.
Buon ascolto !