Borgo San Lorenzo
Della serie… In giro per ⚜️Firenze…Borgo San Lorenzo.
Borgo San Lorenzo è una strada di Firenze, situata tra piazza di San Giovanni e piazza di San Lorenzo.
Il nome della strada è antico, attestato almeno dal 1117 e immutato nel corso dei secoli, e si riferisce al fatto che conduce dalla città antica alla basilica di San Lorenzo, una delle chiese più vecchie della città. Il termine “borgo” a Firenze indicava quegli assi viari dal carattere mercantile e quasi popolaresco che stavano subito fuori dalle porte cittadine, in questo caso la Porta del Vescovo, antica Porta Pretoria nella cinta romana. La strada venne inglobata nella città al tempo dell’ampliamento delle mura, contemporaneo a Dante Alighieri, con lo spostamento della porta cittadina all’altezza dell’attuale via Ginori (Porta San Lorenzo).
Tuttavia va notato che lo sbocco dell’attuale via era originariamente limitato alla stretta “via dell’Arcivescovo”, una via secondaria che separava i due corpi di fabbrica del palazzo Vescovile, uniti da cavalcavia, e che solo nell’Ottocento, con la demolizione del più avanzato di questi corpi di fabbrica, la strada ebbe lo sbocco nell’attuale, ariosa, piazza San Giovanni.
Il nome “borgo” è indice che la strada era una direttrice che usciva da una porta cittadina dell’antica cerchia muraria romana, infatti presso il palazzo Arcivescovile si trovava l’antica Porta al Vescovo. Quando la vicina basilica di San Lorenzo venne inglobata nelle mura, la porta venne spostata più avanti dove inizia via de’ Ginori, e questa direttrice inglobata nel nucleo cittadino.
In antico, e fino a tempi recenti, la strada era molto trafficata; ora è riservata al traffico pedonale. Si è anche pensato che l’antico “Borgo San Lorenzo” fosse in realtà un viuzzo di un po’ più a ovest, poi accecato, oggi rintracciabile in una serie di corti interne nelle case tra piazza San Lorenzo e via dei Cerretani (all’altezza dell’odierna Libreria Seeber), il quale sbucava più a ridosso della gradinata della basilica. Con due aperture a volta, una in via Cerretani e l’altra in piazza San Lorenzo, il borgo potrebbe essere stato doppio, e diventare doppiamente mercantile.
Nella pianta del Buonsignori si nota inoltre come innestasse sulla strada un tratto scomparso della via dei Biffi, chiuso per costruire l’ampio collegio Gesuitico a fine del Cinquecento.
Al numero 4 una grande targa con busto e bassorilievi ricorda Giuseppe Dolfi, patriota amico di Mazzini e Garibaldi. Poco più avanti un’altra ricorda il soggiorno di Michel de Montaigne nell’antica locanda dell’Agnolo, oggi un ristorante; vi risiedette per un certo periodo anche Alessandro Tassoni, autore modenese della Secchia rapita. Sul lato ovest la porta di un’antica locanda è decorata da un singolare bassorilievo con un grande pesce, frutta e un bicchiere.
Poco prima di piazza San Lorenzo si incontrano a destra i resti della torre dei Rondinelli, inglobata da Bartolomeo Ammannati nel convento dei Gesuiti di San Giovannino. Su questa torre nel Settecento padre Leonardo Ximenes sistemò un osservatorio tutt’oggi esistente: l’Osservatorio Ximeniano. In fondo, presso l’angolo dove s’alza la torre dei Marignolli si trova il Canto alla Paglia, per il mercato che vi si faceva di questo importante materiale al tempo delle bestie da sella, da basto e da tiro.
In via Borgo San Lorenzo è presente il Consolato del Senegal.
Edifici principali:
Torre dei Marignolli, Casa Nardi di Vaglia, Farmacia all’Insegna del Moro, Casa Dolfi, Casa della Campana, Locanda dell’Agnolo, Casa del Capitolo di San Lorenzo, Torre dei Rondinelli e Osservatorio Ximeniano.
Lapidi:
Dentro la Farmacia all’Insegna del Moro, Nell’androne della Casa della Campana. Nello stesso androne della Casa della Campana due altre lapidi simili per forma e dimensione ricordano i restauri all’edificio del 1962-1972 e la dimora del prof. Luigi Tonelli. Due lapidi sulla Casa Dolfi: una piccola placca ricorda il restauro del memoriale esterno nel 2008. Sull’edificio della Locanda dell’Agnolo dedicata a Michel De Montaigne. L’osservatorio Ximeniano è ricco di lapidi interne. Il repertorio Bargellini-Guarnieri riporta parzialmente quella dedicata a Filippo Cecchi, ma ve ne sono anche dedicate a Leonardo Ximenes, a Giovanni Ricasoli Firidolfi, alle osservazioni astronomiche col telescopio.
Tabernacoli:
Il tabernacolo del Canto alla Paglia
L’unico tabernacolo sulla strada è quello in angolo con via dei Cerretani, sulla torre dei Marignolli. In passato si trova descritto coi nomi di tabernacolo del Canto alla Paglia, o dei Marignolli, o ancora della Torre rotonda (con riferimento a una distrutta torre dell’antichissima cerchia muraria che qui si trovava a difesa della porta Pretoria/Aquilonia/del Vescovo, i cui resti furono confermati dagli scavi del 1895).
Si tratta di un’edicola con una tavola tardo quattrocentesca raffigurante la Madonna col Bambino e angeli (restaurata nel 1995 dalla scuola Lorenzo de’ Medici e avvicinata alla maniera di Cosimo Rosselli) con una cornice in marmo di fattura ottocentesca, per quanto ispirata a modelli quattrocenteschi (con frontone triangolare e architrave decorata da cherubini intarsiati sul marmo verde, e base con scritta “Ave Maria”). Le lastre inferiori del tabernacolo vennero interessate da un crollo nel 2018: sebbene poi rimesse a posto e restaurate qualche anno dopo, alcune mostrano ancora i segni di tale incidente.
Molto interessante, grazie
Bella spiegazione. Grazie.