La mia vita in una compilation musicale
Ognuno di noi ha la propria vita sintetizzata in una compilation musicale.
Insomma, non trovate anche voi che ci siano quelle tre o quattro canzoni che te le ricordi sempre da sempre, anche a distanza di anni? Perché quelle canzoni hanno rappresentato qualcosa di talmente importante che ti rimangono incollate addosso, proprio come un francobollo su una cartolina postale.
1984, agosto, Tirrenia, Bagno Paradiso:
Sono seduta vicino al Juke Box, di quelli che con cento lire ti suonano il tuo 45 giri in vinile un po’ rigato, ma che importanza ha, tanto lo ascolti in mezzo ai bambini che giocano a biliardino, agli amici dei tuoi genitori che ti passano davanti in costume da bagno, e pure al bagnino che tra un “De” e l’altro si aggira per la spiaggia a riordinare ombrelloni e sdraio…
Oggi ho totalizzato 300 lire, quindi, se la matematica non è un’opinione, fanno tre canzoni da gettonare. Ma a me piace troppo quella lì.
La F-7. E così infilo le tre monete da 100 lire e premo per tre volte gli stessi tasti F-7, F-7, F-7. Iniziano le note di “It’ s my turn” di Diana Ross, e io mi metto lì in un angolo su una sedia di plastica, chiudo gli occhi e ascolto.
A settembre inizierò a frequentare l’ultimo anno di liceo, non ho ancora la patente, ho solo 17 anni, e l’anno prossimo mi tocca la maturità ….ma chi se ne frega.
Ieri il ragazzo più figo della spiaggia mi ha confidato che gli piaccio, e mi ha riaccompagnato fino all’angolo di casa (di nascosto ai miei) con la sua vespa PX. Ci siamo pure baciati!
Tutto il resto non conta, adesso …. è il mio momento!
1990, Firenze, 4 giugno ore 7:00:
Sta suonando la radiosveglia.
Ci sono mattine in cui non vorresti svegliarti perché appena realizzi di essere viva, una morsa d’angoscia ti prende il cuore e te lo stritola in mille pezzi. Stamattina c’è il funerale di mio nonno.
E’ morto d’ infarto la notte scorsa e mi ha lasciato sola. Per me è stato più di padre. Ora mi tocca affrontare la vita senza i suoi consigli, i suoi rimproveri, i suoi sorrisi. Non vedrà la mia laurea, non vedrà il mio matrimonio, non giocherà con i miei figli, non ci sarà ogni volta che ne avrò bisogno.
Io mi sento più morta di lui.
La radiosveglia si accende e suona “Vivere” di Vasco Rossi.
Caspita, ma come fanno quelli della radio a sapere che miglior canzone non ci poteva essere per iniziare una giornata orrenda come questa?
Sì, oggi devo vivere e fare finta, anche se mi sento morta dentro.
2000, Forte dei Marmi, Versilia:
l’aria di settembre ha mantenuto il suo tepore e questa lieve foschia rende il mare all’orizzonte ancor più lieve. La spiaggia e’ quasi deserta, cammino a piedi nudi lungo il bagnasciuga, musica in cuffia, e mi sembra di stare in paradiso. Il cielo è azzurro, il sole inizia a fare capolino. Sono solo tre mesi che ti aspetto, ma già sento che ci sei e ti stai facendo di giorno in giorno un poco più grande rispetto a quella “virgolina” che ho visto sullo schermo della macchinario per le ecografie. Sento che sarai una bambina e mentalmente elenco i nomi che più mi piacciono ma dentro di me so che ne ho già scelto uno. Tutto intorno silenzio.
All’improvviso la radio trasmette “Fiore di maggio” di Fabio Concato.
Ci risiamo …Ma quelli della radio come facevano a sapere che avevo bisogno proprio di quella canzone?
2007, 13 luglio, Lucca.
C’ è un gran via vai di gente. Siamo tutti in fila per passare i controlli della sicurezza fra un tornello e l’altro. Fa un gran caldo, ma porto pazienza. Tra poco sentirò di nuovo il mio idolo suonare e cantare sul palco, lì quasi a portata di mano, davanti a me.
Poi penso che per me è già la seconda volta. La prima ero a Londra, studentessa giovanissima in viaggio- studio con un paio di amiche. Attratta dalla folla, decidiamo di comprare un biglietto per il concerto, stasera c’è il grande Elton John!
Torno alla realtà, dopo tante ore di attesa, sotto il sole cocente e l’afa incredibile che quasi ti secca i polmoni, finalmente sta calando la sera. È giunta l’ora ….tutto s’illumina, entra lui, Sir Elton, che si accomoda con il suo Frank paillettosissimo al pianoforte e partono le note di Answer in the Sky.
“Sometimes you find, an answer in the sky…”
Io quella risposta nel cielo l’ho trovata …. E come se fosse stata un gancio da afferrare per non scorrere via, trascinata dalla corrente della vita, mi ci sono aggrappata per godere a pieno di quel che ancora mi avrebbe riservato. Mio marito è accanto a me, ci teniamo per mano guardandoci negli occhi. Sorridiamo e insieme cantiamo a squarciagola!
Spero che questo momento possa durare per sempre!
25 dicembre 2019, ore 21.00, autostrada del Brennero:
È la notte di Natale, stiamo viaggiando, la famiglia al completo riunita in macchina, compresi i nostri due cani.
Sazi di un buon pranzo natalizio festeggiato in compagnia di genitori e parenti vari, siamo adesso felici di essere in viaggio per raggiungere la nostra casetta di montagna e godere di una settimana di neve, sole, tante sciate, tante risate, e speriamo nessuna caduta o infortunio…soltanto noi, mio marito ed io, in compagnia delle nostre figlie.
In cuor nostro sappiamo già che questa sarà una delle ultime vacanze invernali che ci potremo concedere tutti insieme. Gli impegni di studio delle nostre ragazze, il fatto che crescono a vista d’occhio e si sono fidanzate, i mille altri piccoli e grandi progetti che hanno in ponte, limiteranno la nostra volontà di genitori di fare il possibile per ritrovarsi e stare insieme anche solo per una settimana in vacanza.
Mentre rifletto e mi incupisco un poco (pure scioccamente -lo ammetto- perche è giusto che quando i figli crescono, prendano la loro strada), qualcuna collega il proprio cellulare al Bluetooth dell’auto e scarica la sua playlist natalizia.
“Are you ready sisters? Are you ready Mr Boublé ?…Yessss ! Jingle Bells, Jingle Bells, Jingle all’ the way….”
E subito mio marito inizia a cantare fingendosi “Mr Buble’”!!!
A noi “ragazze”, come sempre, non rimane che fare …. il coretto!
A ciascuno il suo….E’ un gioco che facciano fin da quando erano piccine!
Ancora Firenze, 25 gennaio 2024, ore 18.00:
Ieri, mentre me ne stavo in coda in macchina lungo i viali per tornarmene a casa dal lavoro, sentivo la radio. Ma quante sono le canzoni che amo, di cui ricordo a memoria le parole, persino gli assolo degli strumenti …
Ecco che mandano in onda un vecchio brano dei Beatles, “Across the universe”. Non smetterei più di canticchiarla.Ci sono canzoni che mi fanno riflettere, che mi emozionano ancora come quando ero una ragazzina spensierata.
“Across the universe” rientra tra le mie Top Ten.
E adesso?
Adesso mi rimetto in attesa della prossima canzone….