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C’era una volta …Carosello!

Fare zapping non si poteva, perché il telecomando sarebbe arrivato vent’anni dopo. Tuttavia, quando arrivava la pubblicità nessuno sbuffava, al contrario tutta la famiglia si godeva il piccolo teatrino di personaggi reali e immaginari associati ad altrettanti prodotti commerciali. Ultimi scampoli degli anni Cinquanta, in TV compare per la prima volta Carosello.

A tre anni dall’avvio del «suo regolare servizio di trasmissioni televisive», annunciato da Fulvia Colombo, la RAI aveva arricchito il proprio palinsesto con diversi sceneggiati e giochi a quiz, questi ultimi affidati all’onnipresente Mike Bongiorno. Sulla scia di questa graduale apertura ai moderni linguaggi della comunicazione televisiva unita all’obiettivo di aumentare le entrate, l’azienda sposò l’idea di dare spazio alla pubblicità.

Fu escogitato un preciso format che, nel ricreare l’ambientazione teatrale, desse l’idea di proporre un mini varietà soltanto in minima parte occupato dal prodotto da reclamizzare. Le regole, assai rigide, furono dettate dalla SACIS (società di produzione e censore della RAI): ogni scenetta, rigorosamente in bianco e nero, poteva durare al massimo 2 minuti e 15 secondi, dei quali solo gli ultimi 35 secondi da dedicare alla reclame.

Il nome della nuova striscia venne suggerito da Marcello Severati, ispirato probabilmente dal recente film musicale Carosello napoletano. Di derivazione partenopea anche il teatrino, disegnato su un bozzetto di Gianni Polidori. Autore della sigla Luciano Emmer, seguita da un rullo di tamburi e da una tipica tarantella.

L’esordio, fissato inizialmente per l’inizio dell’anno, avvenne sul primo canale RAI, alle 20.50 di domenica 3 febbraio. “Shell“, “l’Oreal“, “Singer” e “Cynar” i primi marchi pubblicizzati, ognuno preceduto da una piccola scenetta recitata da noti attori e personaggi dello spettacolo.

Così lo spot, in maniera tutt’altro che aggressiva, entrava nelle case di migliaia di italiani (gli abbonati in quel momento ammontavano a poco meno di 700 mila), che col passare del tempo iniziarono ad affezionarsi ai vari personaggi che sfilavano sullo schermo.

I grandi seguivano soprattutto gli sketch delle star del cinema e della TV come Totò, Macario, Vittorio Gassman, Mina e Nino Manfredi. Nelle simpatie dei piccoli entrarono le storielle di figure immaginarie come Angelino, Carmencita e soprattutto il pulcino Calimero, che venivano ad essere una sorta di antesignani dei cartoni animati. Un piccolo show di centotrentacinque secondi curato da grandi firme della regia del calibro di Luigi Magni, Gillo Pontecorvo, Ermanno Olmi e Sergio Leone.

Oltre alle numerose innovazioni nel linguaggio televisivo, la trasmissione scandiva la quotidianità delle famiglie imponendosi come fenomeno sociale: lo dimostra il fatto che ogni volta i bambini si sentivano ripetere dai loro genitori il monito «… dopo Carosello tutti a letto!». Meriti che facevano passare in secondo piano l’aspetto commerciale, a dispetto delle critiche che lo dipingevano come un programma diseducativo.

Dopo aver dato colore alle serate degli italiani per vent’anni, Carosello andò in pensione il 1° gennaio 1977, con il saluto di addio affidato a Raffaella Carrà. Nel 2013 la RAI ne ha lanciato una versione “Reloaded“, con una seconda edizione trasmessa fino a febbraio 2014.  

Insomma, ridendo e scherzando… ben quarantasei anni sono passati dalla messa in onda dell’ultimo spot pubblicitario tanto amato da grandi e piccini. Eppure mi sembra ieri quando anche io, già con il pigiamino addosso e i denti lavati, me ne stavo inchiodata seduta per terra davanti alla televisione a godermi lo spettacolo fino a che le tende di quel teatrino che stava dentro ad un schermo in bianco e nero, non si chiudevano davanti ai miei occhi. Subito dopo ecco che udivo la voce del mio nonno che mi incitava ad andare a letto, ricordando mi che il giorno sarebbe saltato di nuovo “Santa Susina”… ci si alzava presto per andare a scuolina!  

Davo a tutta la mia famiglia la buonanotte con un bacio e felice  e spensierata me ne andavo nel m io lettino, abbracciando il mio peluche preferito … La mia mente già rivolta verso il domani. E poi, la sera seguente, come sempre e alla stessa ora mi avrebbero atteso tante storie nuove… proprio come la vita che al tempo era tutta davanti a me, carica di sogni e aspettative! 

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Barbara Chiarini

Barbara Chiarini nasce a Firenze nel 1967. Laureata in Architettura con indirizzo storico-restauro e conservazione dei Beni Architettonici, si ritiene un architetto per professione, una scrittrice per passione, ed una fiorentina D.O.C. Autrice del libro “Per le Antiche Strade di Firenze”, “Una finestra affacciata dull’Arno” e “Su e Giù per le strade di Firenze”, ella è anche la fondatrice nonche’ uno degli Amministratori di questo Blog.

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