Il brano del giorno,Poesia

Il poeta degli innamorati

Jacques Prévert (4 febbraio 1900 – 11 aprile 1977) è uno dei poeti più amati di tutti i tempi, soprattutto lo è incredibilmente ancora tra le generazioni dei più giovani.

Mia madre ha sempre apprezzato le sue raccolte di poesie, e mi ha insegnato a conoscerle, leggerle e amarle fin da quando ero bambina.

Il mio nome di battesimo lo devo infatti proprio ad una delle sue più belle liriche di cui mia madre conosceva -ovviamente- ogni verso a memoria. Protagonista è una donna di nome Barbara, ritratta dalle parole del poeta mentre cammina sorridente sotto la pioggia battente sulla città di Brest, una splendida immagine senza tempo, senza età, quasi una fotografia in bianco e nero.

Barbara

Ricordati Barbara

Pioveva senza tregua quel giorno su Brest

E tu camminavi sorridente

Raggiante rapita grondante, sotto la pioggia

Ricordati Barbara

Pioveva senza tregua su Brest

E t’ho incontrata in rue de Siam

E tu sorridevi, e sorridevo anche io

Ricordati Barbara

Tu che io non conoscevo

Tu che non mi conoscevi

Ricordati, ricordati comunque di quel giorno

Non dimenticare

Un uomo si riparava sotto un portico

E ha gridato il tuo nome

Barbara

E tu sei corsa incontro a lui sotto la pioggia

Grondante rapita raggiante

Gettandoti tra le sue braccia

Ricordati di questo Barbara

E non volermene se ti do del tu

Io do del tu a tutti quelli che amo

Anche se non li ho visti che una sola volta

Io do del tu a tutti quelli che si amano

Anche se non li conosco

Ricordati Barbara, non dimenticare

Questa pioggia buona e felice

Sul tuo viso felice

Su questa città felice

Questa pioggia sul mare, sull’arsenale

Sul battello d’ Ouessant

Oh barbara, che cazzata la guerra

E cosa sei diventata adesso

Sotto questa pioggia di ferro

Di fuoco acciaio e sangue

E lui che ti stringeva fra le braccia

Amorosamente

È forse morto disperso o invece vive ancora

Oh Barbara

Piove senza tregua su Brest

Come pioveva prima

Ma non è più cosi e tutto si è guastato

È una pioggia di morte desolata e crudele

Non è nemmeno più bufera

Di ferro acciaio sangue

Ma solamente nuvole

Che schiattano come cani

Come cani che spariscono

Seguendo la corrente su Brest

E scappano lontano a imputridire

Lontano lontano da Brest

Dove non c’è più niente

Jacques Prévert è stato un poeta che ha infranto le barriere dell’élite riuscendo a rendersi comprensibile a tutti:il poeta dei componimenti più letti e recitati in tutto il mondo, più volte definito il cantore dell’amore.

È soltanto nell’Amore con la A maiuscola che l’uomo può trovare la sua salvezza: non sempre un amore semplice e privo di ostacoli; al contrario  quasi certamente un amore complesso ma ricco di mille sfaccettature.

Nato a Neuilly-sur-Seine, il 4 febbraio del 1900, poco più che ventenne si trasferì a Parigi, nel quartiere di Montparnasse, dove entrò in contatto con la corrente letteraria surrealista, che ebbe in André Breton il suo principale teorico.

Dopo aver pubblicato le prime poesie nel 1930, si dedicò al teatro e al cinema, scrivendo la sceneggiatura per grandi registi come Jean Renoir e Marcel Carné. Negli stessi anni compose anche i testi per numerose canzoni di Joseph Kosma, poi portate al successo da artisti famosi, quali Juliette Greco e Yves Montand.

La sua opera più celebre è Paroles, raccolta di liriche che ne mostra la straordinaria vena poetica, a cavallo tra simbolismo e surrealismo.

È universalmente riconosciuto dalla critica che Prevert, inneggiando ad ogni forma di amore, é riuscito a rendersi comprensibile a tutti divenendo il Creatore dei componimenti amorosi più letti e recitati in tutto il mondo.  Devo ammetterlo: Prévert è anche, per me, il cantore dell’amore!

Con parole semplici e immediate descrive la magia di questo misterioso sentimento, espresso con versi avvolgenti che racchiudono il distacco dal mondo circostante, lasciando scivolare delicatamente coloro che si amano, in un’atmosfera ovattata, incuranti della disapprovazione dei passanti che li guardano  poiché quella presenza viene annullata dallo splendore del loro amore.

Un amore puro, un amore che non ha bisogno di essere imprigionato proprio per la sua intrinseca spontaneità ed infinita libertà. Del resto, in quale altro modo può essere descritto l’amore se non così,  come lo fa Prevert?

I ragazzi che si amano, contenuta nella raccolta Paroles, è una delle sue poesie più famose, chi di voi l’ha letta sa che in essa è espresso esattamente quanto ho appena detto. Ma potrei continuare per ore a descrivervi alcune delle sue liriche più belle, perché sono certa che il suo modo di scrivere l’amore riesce coinvolge tutti, anche i più scettici. Agli adulti ricorda tempi nostalgici che non torneranno mai più, primavere in cui i problemi non esistevano durante il tempo di un bacio: quella smania per il futuro, assolutamente roseo che con l’età andrà, ahimè, invece sfiorendo.

Ai giovani, dona un senso di isolamento, di libertà, d’incanto: perché a loro è dato di pensare all’amore con altra leggerezza, senza pretese, in totale trasparenza. I ragazzi che si amano, si estraniano dal mondo e si dimenticano di tutto e di tutti, senza tenere conto del parere della gente, perché sono immersi in un altro mondo, parallelo a quello terreno, distante da tutto ciò che che è realtà.

Prevert ha avuto il dono di riuscire, come un pittore, a rappresentare con la sua immaginaria tavolozza poetica tutti i tipi umani che ha incontrato lungo le sue interminabili passeggiate per le strade di Parigi, immortalandoli  in maniera splendida, esattamente come lo si vedrebbe in un quadro  opera di un impressionista.

Ancora oggi è un piacere perdersi tra i suoi Champs-Elysées sperando di incontrare due giovani che, nel silenzio, si bacino appoggiati ad un albero, godendosi il meraviglioso e complicato tempo della vita.

Poeta, autore di canzoni e racconti per bambini, non bisogna nemmeno dimenticare il suo genio artistico riguardo il teatro e il cinema. E’ sua, tra l’altro, la sceneggiatura di quello che è stato considerato uno dei film più belli mai realizzati al cinema, Les Enfants du Paradis.

Dopo il matrimonio con Janine Tricotet, relazione da cui nacque la figlia Michelle, iniziò la sua vera e propria attività letteraria, quella che lascerà un’impronta indelebile nella letteratura mondiale.

Nel 1945 pubblicò la sua prima raccolta di poesie, Parole che otterrà subito un enorme successo, così come le sue successive pubblicazioni, tra cui La pioggia e il bel tempo, Alberi e Le foglie morte.

Negli ultimi anni della sua vita, colpito da un male incurabile, si ritirò in solitudine per poi spengersi  l’11 aprile del 1977.

«Oh vorrei tanto che anche tu ricordassi giorni felici del nostro amore. Com’era più bella la vita e com’era più bruciante il sole…»

 

 

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Barbara Chiarini

Barbara Chiarini nasce a Firenze nel 1967. Laureata in Architettura con indirizzo storico-restauro e conservazione dei Beni Architettonici, si ritiene un architetto per professione, una scrittrice per passione, ed una fiorentina D.O.C. Autrice del libro “Per le Antiche Strade di Firenze”, “Una finestra affacciata dull’Arno” e “Su e Giù per le strade di Firenze”, ella è anche la fondatrice nonche’ uno degli Amministratori di questo Blog.

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Paola

Bellissimo

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