La mia vita in una compilation musicale (Ti lascio una canzone)
Sono le sette, mia madre mi sveglia, entrando prepotente nella camera.
“So le sette! E’ ora d’arzasse! “
Ciabatto verso il bagno. Un breve ma accurato lavaggio e subito colazione, un momento adorabile, er mejo de la giornata.
“Daje che fai tardi, so’ quasi le sette e mezza” rompe l’incantesimo mia madre.
“Si, si… me sbrigo”, la scuola è cominciata già da qualche giorno con la solita confusione, antiquati insegnanti, ed i miei nuovi compagni, tutti da conoscere. Dal nome affascinante di quel genio che fu Leonardo da Vinci, raggiungo l’istituto con il 13, il tranvetto che mi consegna come una madre premurosa alla fermata in via degli Annibaldi, davanti l’entrata. Oggi sarà lunga, il mio pensiero è già al pomeriggio.
Prove di rock, già, è da poco che faccio parte di una band e la cosa mi stuzzica., Non è che abbiamo un grande repertorio, ma come si dice da cosa nasce cosa. Si comincia solitamente con: Dammi solo un minuto dei Pooh, a seguire Solo tu, dei Matia Bazar, insomma musica non da intenditori, ma piace, e poi quello che conta è fare musica… Poco ma sicuro. Finalmente finita, e vai sul 14… Ecco la mia fermata, devo scendere, ho recuperato, meno male, “Buona sera sor maè! Sono sotto?”, “Sì ti stanno aspettando, e ci sono ospiti”. Ospiti…che ospiti? Penso. Scendo le scale di legno con molta attenzione, il primo tratto è buio..
D’improvviso la luce, e baciata dai raggi di neon, una splendida ragazza è ferma ad ascoltare quelli che sono ritagli di prove.
“Ce l’hai fatta ad arrivare, ma dov’eri finito?”
Mi urla il batterista.
“Ho perso il tram…”
Ribatto, e nel frattempo non riesco a staccarle gli occhi di dosso, è veramente bella ,e poi che eleganza. Notando che lei sbircia di sottobosco ne approfitto per presentarmi:
”Ciao, io sono Maurizio” ,
”Milva”,
fa lei,
“Come Milva la rossa, la cantante”.
Che idiota che sono , chissà quante volte le hanno detto una cosa simile…
Se avevo una possibilità di sembrarle interessante, me la sono giocata. Invece…niente, lei accenna semplicemente un sorriso, e che sorriso… ed ecco la musica che gira intorno, come cantava Ivano Fossati.
Provo un paio di pezzi per scaldarmi quando Improvvisamente ne sento la mancanza, mi accorgo con sorpresa che lei non c’è più, con discrezione è andata via, forse aveva paura di disturbare, chissà… E’ incredibile, non riesco a togliermela dalla mente. Voci di corridoio sussurrano che tornerà…mi farò trovare pronto.
È venerdì, il gran giorno…e questa volta sono puntuale.
Entro nel magazzino e lei è là,
“Ciao Maurizio”
“Ciao Milva” faccio io mentre scatta l’idea, un’idea semplice ma efficace o almeno spero… mi hanno detto che alle ragazze piace:
“ Milva, il primo pezzo è tutto per te, te lo posso dedicare?”
“Certo mi fa molto piacere, grazie”.
Dammi solo un minuto dei Pooh prende lentamente vita, sento che sto dando tutto me stesso, la voce esce come un fiume in piena e percepisco la sintonia con la musica, è bellissimo, non so come, ma capisco che anche gli altri colgono le stesse vibrazioni, lo leggo nei loro occhi, nei loro sguardi, sono trasportati sull’onda dell’emotività. E lei? Lei è completamente persa…..sognante…
Le prove proseguono senza pausa, tra note che veleggiano tra la sala e la strada. e gli sguardi di Milva che promettono cose buone. E negli anni a venire ne sono venute di cose buone: lavoro, casa, e due splendide ragazze.
Annalisa e Emma esattamente come le due cantanti…