La mia vita in una compilation musicale (Una bolla d’aria antica)
Il futuro a volte ritorna
Giovedì 30 Settembre 1965
Martino era felice: nel mondo si respirava aria nuova, di cambiamento: gli pareva bastasse allungare una mano per afferrare il mondo; tante cose stavano cambiando.
E poi c’erano i Beatles!
Erano pieni di futuro e incarnavano il suo desiderio di essere liberato dal mondo degli adulti, dalle inibizioni, dalle convenzioni; era convinto che con la chitarra in mano avrebbe potuto cambiare il mondo: se lo ripeteva ogni volta che metteva sul giradischi il loro ultimo singolo: Help.
Non comprendeva bene le parole, ma il ritmo trasmetteva un’energia che trascinava.
2023 – Un giorno come un altro
“Ieri è un bastardo” pensò Martino “Ti prende sottobraccio con una canzone e ti inabissa nel Mare del Passato.”
Aveva messo sul piatto il vinile di Help e ascoltava la voce nasale di John: ora era facile, grazie al web, possedere il significato della canzone:
Quando ero più giovane/molto più giovane di oggi/non avevo bisogno dell’aiuto di nessuno, in niente.
Quelle parole ora erano per lui!
Ed ora la mia vita è cambiata/In così tanti modi/ La mia indipendenza sembra svanire nella nebbia/Mi sento così insicuro/
58 anni prima Lennon aveva previsto la sua realtà, ora che gli acciacchi avevano limitato la sua autonomia e la disillusione l’aveva reso insensibile alla speranza.
Non riusciva a comprendere come la sua generazione di contestatori si fosse trasformata, nel giro di pochi anni, in un ordinato esercito di onnivori consumatori, dediti a sommergere il pianeta di scarti e rifiuti.
Tolse il vinile dal piatto e, quasi varcasse un’increspatura del tempo, si ritrovò in una bolla di aria antica che lo condusse indietro, ad un’età lontana, in un posto che conosceva bene.
Giovedì 30 Settembre 1965
Martino andava verso il parco comunale con la speranza di incontrare qualche amico.
Non fu fortunato: i soliti bambini, alcuni anziani; uno di questi lo colpì: aveva un’aria familiare.
Si incamminò verso la panchina dove era seduto: ebbe l’impressione di averlo conosciuto da sempre.
«Siediti.» Gli disse il vecchio «Anno importante quello che inizia domani.»
«Già, l’anno della maturità.» Rispose il ragazzo «Speriamo bene!»
«Più che sperare occorre studiare.»
«É tutto quello che voi anziani sapete dire?!»
Il vecchio sorrise: era stato giovane, ma il ragazzo non era mai stato vecchio e cambiando discorso chiese:
«Come sta Francesco?»
«Come il solito; lo vedrò domani.»
Francesco era un suo compagno di scuola, portatore di handicap, che scortava nel suo incedere con penosa lentezza, difendendolo dalle parole di scherno e dalle risatine degli altri compagni: i bulli erano sempre esistiti!
Il vecchio ritrovò, come per incanto la rabbia per le ingiustizie e l’amore per i più deboli che aveva caratterizzato la sua gioventù; fu un bagno rigeneratore che lo ristorò, quasi si fosse tuffato nella fonte dell’eterna giovinezza.
Frattanto l’attenzione del ragazzo era stata calamitata da un gruppo di ragazze e fece un cenno di saluto al vecchio, alzandosi per raggiungerle, senza accorgersi che la panchina era vuota.
2023 – Un giorno come un altro
Martino ripose il vinile dei Beatles, ancora emozionato per quel contatto con la propria memoria viva in un inspiegabile tuffo nel flusso del tempo.
Gli aveva fatto bene ritrovare la rabbia per le ingiustizie e l’amore della sua gioventù: gli sembravano due buone scarpe per camminare il tratto di strada che ancora gli restava e sereno canticchiò:
Help me if you can, i’m feeling down…