Ma i sogni … son desideri?
Agitate la bacchetta magica e dite tutti in coro Bibbidi-Bobbidi-Bu: Cenerentola quest’oggi compie settantaquattro anni!
Infatti era esattamente il 15 febbraio 1950 quando in prima assoluta fu proiettato a Boston il film di animazione Cenerentola.
Basato sulla fiaba di Charles Perrault, il dodicesimo classico Disney, è stato una delle più importanti produzioni dello studio statunitense: una pellicola che fece tornare la Disney ad un nuovo periodo d’oro dopo le difficoltà economiche provocate anche dalla seconda guerra mondiale.
La pellicola racconta la storia di una bimba rimasta orfana, che vive con la matrigna, Lady Tremaine, le due antipatiche sorellastre Genoveffa e Anastasia e il perfido gatto Lucifero. Le tre la trattano come una serva e la fanno vivere in soffitta dove Cenerentola ha come unica compagnia quella di alcuni topolini – tra cui Giac e Gas – degli uccellini ed il cane Tobia. Un giorno il Re decide di trovare moglie al Principe e indice un ballo per trovare la futura principessa a cui sono invitate tutte le ragazze del reame in età da marito. Cenerentola, recuperato un vecchio abito appartenuto a sua madre, cerca di rimodernarlo con l’aiuto delle topine. Questo susciterà l’ira delle sorellastre che arriveranno a strapparglielo di dosso, rendendolo impresentabile. E’ a questo punto che interverrà la Fata Smemorina, una fata rotondetta ed un po’ in la’ con gli anni, che la aiuterà a realizzare il suo sogno, valido soltanto fino al rintocco della Mezzanotte. Il finale, con il ballo, il Principe e la scarpetta di cristallo è noto a tutti, grandi e piccini di ogni tempo e di ogni luogo!
Una storia che riesce sempre ad incantare, la realizzazione dei propri sogni perseguiti con semplicità, onestà e purezza d’animo, ma anche l’espressione della vittoria ancestrale del bene sul male; il ritorno di una Principessa dopo la lacerazione, le perdite umane e le sofferenza lasciate alle spalle da un terribile scontro mondiale.
E Cenerentola arrivò dopo 8 anni dall’uscita di Bambi, ultimo grande classico dopo una serie di altri film d’animazione che non avevano portato buoni frutti alla famosa major di Topolino.
Per Walt Disney si trattò di una sorta di prova del nove: se il film non fosse andato bene al botteghino, avrebbe decretato la fine dei suoi famosi Studios. Invece, per fortuna, la situazione fu decisamente diversa. Riprendendo il filone delle principesse Disney avviò una macchina produttiva pianificata in ogni minimo particolare con personaggi (animali e non) animati da un team eccezionale, formato da Eric Larson, Milt Kahl, Frank Thomas, John Lounsbery, Wolfgang Reitherman, Ward Kimball, Ollie Johnston, Marc Davis, Les Clark e Norman Ferguson insieme a straordinari musicisti quali Paul J. Smith e Oliver Wallace, che ne realizzarono l’ indimenticabile colonna sonora. Naturalmente, Disney diede il suo tocco magico e fantasioso con l’aggiunta di personaggi non presenti nella fiaba originale come i topini e gli altri animali che hanno un ruolo assolutamente attivo nella narrazione, scandendo i momenti più importanti.
Come già avvenuto con Biancaneve, anche per Cenerentola fu usata la tecnica del rotoscope, quindi il film fu recitato prima con attori in carne ed ossa per poi ricalcare i loro movimenti sulla pellicola successivamente. Quelli di Cenerentola, per esempio, furono ricreati seguendo la recitazione in live action dell’attrice Helene Stanley, star di film di successo come Giungla d’asfalto (1950) e Le nevi del Kilimangiaro (1952).
Il risultato fu straordinario e altamente all’avanguardia per l’epoca; maggiore fluidità, sfondi più accurati e un montaggio impeccabile.
Forse però non è stato solo per tutto questo che Cenerentola piacque e piace così tanto, ancora a 70 anni di distanza dalla sua uscita nelle sale cimenematografiche.
La risposta sta, soprattutto, in quello che il personaggio rappresenta. Tralasciando le motivazioni più femministe, Cenerentola è il simbolo della rivincita, dell’amore pulito e onesto che prevale sul male, mentre il Principe Azzurro è il desiderio di un amore perfetto ed unico, come tutti vorremmo vivere nella vita. Ingredienti che sono alla base di ogni ricetta d’amore, specialmente se accompagnati dalle note di canzoni entrate nella storia del cinema come I sogni son desideri, Bibbidi Bobbidi Bu, Canta usignolo: ingredienti che saranno ripresi a seguire in decine e decine di altri film d’animazione e non, addirittura declinati all’infinito, sempre incredibilmente attuali e coinvolgenti. Vi state chiedendo il perché?
Amici miei cari, la risposta è semplice: perché l’importante è non smettere mai di credere nei sogni, perché: « I Sogni Son Desideri »!