La mia vita in una compilation musicale (Sei nell’anima)
Esistono diversi momenti della mia vita legati a brani musicali rimasti indimenticabili, tuttavia io preferisco raccontare la mia vita racchiusa in un solo brano musicale: “Sei nell’anima”.
Non so descrivere il mio dolore ma, datemi una matita e un foglio, vorrei disegnarlo per poi poterlo cancellare. Conosco la sua forma e nero è il colore che rimarrà indelebile come punta di compasso nel mio cuore. Lentamente scende la pioggia che non porta via mentre penso al ragazzo che forse ora sta piangendo.
Vorrei sognarlo così com’era e come resterà. Rivedere il suo passo buffo da cerbiatto a cervo. Venirmi incontro per quel bacio che mi manca. Grande era diventata la sua mano da non stare più nella mia. Fuggiva e tornava ma poi è volato via. Non trovo luce nel buio immenso se non con la musica che mi emoziona. Ascolto parole che mi fanno pensare: “Vado punto e a capo così spegnerò le luci e da qui sparirai…” e invece io ti vengo a cercare. In quel luogo senza pareti fisso a lungo il volto sulla croce. Dolce un sorriso incontra le mie lacrime salate. Guardo i tuoi occhi magneti e io, che non prego, ti parlo lievemente. Quando figure e voci calpestano il silenzio, rimango come sasso nella terra.
Nella tua immagine in bianco e nero vedo un mare inquieto, le onde sulla fronte. Imploro nel tuo sguardo il perché. Tu scruti il vuoto o forse dentro quell’io che più non c’era. La radio continua a diffondere una canzone: “…Sei nell’anima e lì ti lascio per sempre, sospeso, immobile, fermo immagine, un segno che non passa mai…“ e mi sento avvolgere da un calore non terreno. Sono tornata a riordinare la tua stanza pur sapendo che non c’eri. Ho tentato invano di sistemare angeli e fiori sopra il copriletto verde. Poi ti ho guardato e ho capito che non tornavi. Ho sentito quel punteruolo colpirmi, lui ama trafiggermi.
Mi sono alzata lentamente e sono andata via senza voltarmi. Tu non sei in quel profondo e all’aperto di un cielo infinito. Tu sei dentro di me, proprio un segno che non passa mai. E io sono dentro questo canto: “…Lascio andare i giorni tra certezze e sbagli, è una strada stretta stretta fino a te…“ Ogni giorno invento strade, colline, montagne, strisce di cielo dove andare. Ma i miei passi giungono sempre lungo quel viale. Porto a tracolla la mia borsa pesante, vuota di cose perdute e piena di quanto non potrà più accadere. Lentamente giungo a quel sorriso sulla croce e succhio il nettare dalle tue labbra zuccherine.
Ti rivedo bambino, nel tuo animo salato-dolce, troppe volte nutrito da pietanze amare. Conosco quel demone che un giorno, con ali bianche, ti regalò una fune. Fu il vento uragano a trasportare lontano le mie materne parole. Mi siedo accanto alla tua lapide e ingoio il mio urlo silenzioso dove tutto tace. Poi viaggio insieme al vento tra alture di cipressi e chiacchierio di uccelli. I miei vestiti li lascio svolazzare per denudarmi un po’. Al suono di campane mi rivesto e affondo i tacchi nel terreno.
Mi nutro del passato divorando i sogni in cui credevo. Aspetto l’alba e affronto il labirinto di una vita segnata dal destino. Nella musica disperdo il mio dolore e sento che ”Siamo carne e fiato goccia a goccia, fianco a fianco” e non solo quando ascolto questa melodia ma ieri, oggi e domani perché una mamma è per sempre.