Il brano del giorno,Musica

Il padre dei notturni

Fryderyk Franciszek Chopin (Żelazowa Wola, 22 febbraio 1810 – Parigi, 17 ottobre 1849)

La notte, quel magico intervallo di tempo compreso tra il tramonto e l’alba, in cui il Sole resta al di sotto dell’orizzonte ed in cui, generalmente, gli esseri viventi riposano in una fase chiamata sonno: alla Notte il superlativo compositore polacco naturalizzato francese Fryderyk Chopin dedicò le notorie composizioni al pianoforte recanti il nome I Notturni. Queste sublimi e magnifiche composizioni rappresentavano un genere musicale destinato ad essere eseguito in quelle ore buie e silenziose, al solo fine di evocare lei, La Notte.

Fryderyk non amava esibirsi di fronte ad un pubblico numeroso. Si dice che, nella sua breve vita, egli si esibì pubblicamente soltanto trenta volte: preferiva i salotti privati o anche le pareti del proprio appartamento, spazi ridotti, intimi, in cui rivelare gli squarci della propria interiorità.

Scriveva Hector Berlioz nel Journal des Debats : «In genere, era sulla mezzanotte che lui si abbandonava, quando i grandi cravattoni se n’erano andati, quando l’argomento politico del movimento era stato esaurientemente dibattuto, quando tutti i maldicenti avevano dato fondo ai loro aneddoti, tutte le insidie erano state tese, tutte le perfidie consumate, solo allora, obbedendo alla muta richiesta di due occhi intelligenti, diveniva poeta e cantava gli ossianici amori degli eroi dei suoi sogni… i dolori della patria lontana, la sua cara Polonia, sempre pronta a vincere e sempre battuta».

Fryderyk Chopin nel 1849, dagherrotipo di Louis-Auguste Bisson. È la prima fotografia conosciuta di Chopin. Sono visibili i segni della malattia

Tutti sanno che, ai tempi del Romanticismo il titolo di Notturno identifica una composizione particolare, generalmente di ritmo sostenuto e dalla melodia fluida e cantabile, che si prefigge di evocare un’atmosfera rarefatta e sognante ed, in verità, il Notturno come genere musicale è capace di evocare atmosfere particolari e di descrivere in modo appropriato molte situazioni o avvenimenti.

Ma forse in pochi sanno che l’Inventore del Notturno per pianoforte non fu Chopin bensì il compositore e pianista irlandese John Field il quale compose ben 17 o 18 notturni (non è possibile stabilire il numero preciso perché l’autore ha lasciato di una stessa composizione più versioni, così diverse da poter essere considerate ciascuna un brano autonomo).

Field pensava al Notturno come ad una pagina lirica sentimentale, malinconica e intimistica ed è proprio questo stile che colpì Chopin nei suoi primi anni da musicista, a tal punto che compose il suo primo Notturno a soli  17 anni.

Sul modello di Field, Fryderyk compose i suoi Notturni, perfezionandone la forma: le sue composizioni furono liriche e sentimentali e seppero esaltare alla perfezione il bel suono di quello strumento musicale che si chiama pianoforte e solo alla fine, negli ultimi Notturni, Chopin si lasciò andare ad esprimere il suo senso più interiore di drammaticità e tormento.

Per il grande successo riscosso, i suoi notturni furono recensiti anche da Robert Alexander Schumann, il quale scrisse in proposito: « […]Chopin potrebbe adesso pubblicare ogni cosa senza il suo nome, tanto lo si riconoscerebbe subito egualmente […] per essere chiamati poeti non c’è bisogno di ponderosi volumi: per una o due vere poesie si può meritarne il nome e Chopin ne ha scritte ben più di una o due.[…] »

John Field (Dublino, 26 luglio 1782 – Mosca, 23 gennaio 1837), compositore e pianista irlandese

Ed in effetti Chopin, pur ammettendo il debito con il suo predecessore, sarà universalmente riconosciuto dalla storia della musica come il vero e proprio Padre dei Notturni: con queste famosissime composizioni conquisterà i cuori e le menti di tutti gli amanti della musica, sia dei ceti nobiliari sia di quelli popolari e, non in ultimo, di molte dame del tempo (tra cui anche la stravagante scrittrice francese George Sand, con cui ebbe una turbolenta storia d’amore).

Il nostro compositore era solito cimentarsi nell’improvvisare notturni quando l’ora si faceva tarda: allora, accanto a lui, si univano gli amici più fedeli. Ma Fryderyk suonava prettamente per sé, per esprimere la sua esigenza di musica, il suo bisogno di sentire e vedere, vedere con gli occhi della musica.

Il suo successo come compositore, la sua associazione (anche se solo indiretta) con l’insurrezione politica, la sua vita sentimentale e la morte precoce hanno fatto diventare Chopin un  dei miti del Romanticismo, insieme ai suoi Notturni:e nel  corso della sua breve ma incisiva carriera egli realizzò ben otto raccolte di notturni e tre numeri singoli, complessivamente ventuno brani.

Di tutti  i tre dell’Opera 9 sono i più celebri. Dedicati a Maria Pleyel, furono i primi di cui l’autore curò la pubblicazione nel 1832. Certamente il Notturno n. 2  in Mi bemolle maggiore è da sempre stato universalmente il piu apprezzato dalla critica e dal pubblico. Ma Chopin amava eseguire spesso, con continue variazioni ed abbellimenti, anche il n.1 , per il suo essere intimo ed intenso come pochi altri: un melodia costruita attraverso il tema di una semplice scala discendente, seguita da un accompagnamento in sottofondo: il risultato è soave, dolce e  un poco nostalgico.

Spartito originale

Oggi, nel giorno della sua commemorazione, ci piace ricordarlo pubblicandolo come brano del giorno.

Sperando di far cosa gradita ne auguriamo a voi tutti l’ ascolto… quando si farà notte!

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Barbara Chiarini

Barbara Chiarini nasce a Firenze nel 1967. Laureata in Architettura con indirizzo storico-restauro e conservazione dei Beni Architettonici, si ritiene un architetto per professione, una scrittrice per passione, ed una fiorentina D.O.C. Autrice del libro “Per le Antiche Strade di Firenze”, “Una finestra affacciata dull’Arno” e “Su e Giù per le strade di Firenze”, ella è anche la fondatrice nonche’ uno degli Amministratori di questo Blog.

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