La mia vita in una compilation musicale (Un lontano amore)
Non volevo scriverla questa storia, l’ho nascosta per tanto tempo come si fa con le cose incompiute a cui non si riesce a trovare la fine.
Ero troppo giovane per amare incondizionatamente, ma abbastanza decisa su cosa fare della mia vita.
Le stagioni si rincorrevano come le canzoni che ascoltavamo su spiagge assolate o al caldo di un cinema abbracciati senza guardare il film.
Intanto Guccini sfornava canzoni incredibili, stimolando impeti e ribellioni, De Andrè ci faceva sognare con Marinella e il suo dramma e noi giovani studenti sognavamo una vita che nella realtà ci deludeva. Vivere a Messina non lasciava margini, la città era oppressa da piccole “famiglie ” che seminavano violenza e corruzione e a chi non si adeguava rendevano la vita difficile.
Non volevo adeguarmi.
I miei sogni volevo realizzarli e consapevolmente feci scelte per il mio futuro ma rinunciai anche a qualcosa d’importante. Mi lasciai alle spalle quello che poteva essere un amore vero.
Confesso che provai a barattare, a trattare sulle condizioni ma, nei miei progetti, di sicuro, i miei figli non li avrei mai cresciuti e educati a Messina.
La mia Sicilia che adoro, per me è bella solo se ne stai lontano, se non sei costretta a vivere cercando favori, amicizie che avvantaggiano, padrini che ti rappresentano.
Su quella piccola 500 rossa mi sentivo libera, in quelle estati afose, col tettuccio aperto, 4 ragazzi felici cantavano Azzurro assieme a Celentano ma io già sapevo che me ne sarei andata.
Ma lui non ne voleva sapere; adorava la sua vita, lo studio che avrebbe ereditato da suo padre e sognava una moglie che le fosse grata per tutti gli agi che avrebbe potuto assicurale.
Scelsi, come sempre, di essere libera e lo lasciai.
Quando venni a sapere del male che gli causai provai dolore e quasi sdegno verso me stessa.
Lo amavo e quell’amore lo avevo buttato via.
Da lontano ci pensavo spesso, Lucio Battisti me lo ricordava con sofferenza, Mina me lo urlava con tutta la forza della sua voce:
-E penso a te.- la bellissima canzone che ancora canto e, inevitabilmente mi fa ricordare. ” Io lavoro e penso a te, torno a casa e penso a te, ti telefono ogni tanto e penso a te.
Ma la frase che mi appartiene e che non scordo è…
“non so con chi adesso sei, non so più cosa fai ma so di certo che mi stai pensando, è troppo grande la città per due che come noi non sperano però si stan cercando”
Le nostre canzoni ci segnano come fanno certe letture come certi amori ma sono i nostri sogni che ci aiutano a prendere decisioni non sempre facili e se poi, in qualche canzone, ritroviamo un pò di noi, di quello che siamo stati, delle decisioni che abbiamo preso, ben vengano anche le canzoni.