La mia vita in una compilation musicale (Ovunque tu andrai)
If I could, then I would
I’ll go wherever you will go
Un ragazzo alto, moro e dall’aria timida si avvicina alla porta della ragazza che ama segretamente. Stringe tra le mani qualcosa: è la collana a cui lei è molto legata, ma che qualcuno le ha sottratto per fare del male a lui. Il ciondolo infatti è realizzato con la kryptonite pura, un veleno per Clark – questo il nome del giovane – che dentro di sé sa che non riuscirà mai a conquistare il cuore della sua amata. Perciò, triste e con l’aria afflitta, riporta il gioiello alla sua proprietaria, lo appoggia alla maniglia e si allontana, prima che lei lo possa vedere. Nonostante questo, sembra dirle in silenzio che la proteggerà sempre da lontano.
Questa è la scena finale di un episodio della serie tv Smallville che io ricordo molto bene perché è accompagnata da una canzone in sottofondo che subito ha fatto breccia nel mio cuore. Una canzone dolce, romantica, abbastanza strappalacrime che credo contenga una dichiarazione profonda. Quando, all’improvviso, partiva in radio, correvo ad alzare il volume, ma nessun riusciva mai a dirmi il titolo di questo brano avvolgente, capace di trasportati in un’altra dimensione.
And maybe, I’ll find out
A way to make it nack someday
To watch you, to guide you
Through the darkest of your days
In un’epoca in cui non c’era Shazam, ho cercato e ricercato il suo titolo, qualcosa che mi permettesse di poterla ascoltare ogni qualvolta ne sentissi il bisogno, perché davvero a volte abbiamo la necessità di ascoltare una canzone, per tirarci su di morale o per affogare di più nelle nostre lacrime.
Mi ero quasi arresa al fatto che non avrei mai saputo il suo nome – come quando vedi un ragazzo sul treno che ti colpisce, e vorresti avvicinarti, chiedergli qualcosa, anche solo l’ora, ma poi tergiversi e lui scende alla fermata successiva e non sai nemmeno come si chiama. Un giorno, però, a distanza di tempo, riprendendo casualmente tra le mani un vecchio quaderno di appunti, trovo quattro parole scritte con la mia grafia su una pagina bianca: WHEREVER YOU WILL GO. Cosa accidenti avrò mai voluto dire con quella frase?
Digito subito quelle lettere su un motore di ricerca e…trovo la mia canzone! O, meglio, credo sia stata lei a trovare me, anche perché non ricordo di essermi mai appuntata quel titolo. Ora finalmente posso perdermi nelle sue note e lasciarmi cullare dalla melodia, senza arrivare mai a consumarla. Sì, perché a volte consumiamo le canzoni, le ascoltiamo talmente tante volte che poi perdono di significato e di emozione. Ma lei no, ogni volta che l’ascolto è come la prima volta. Lei è venuta ovunque con me, nei viaggi in treno o in pullman, mi guida nei miei giorni più bui e mi fa compagnia in quelli più colorati; è riuscita a trovare la strada per tornare da me e ora è nella mia mente e nel mio cuore.
In your heart, in your mind
I’ll stay with you for all time
(“Wherever you will go”, The Calling)