Letteratura

Daniel Defoe, il pioniere del romanzo d’avventura

Ogni tanto sarebbe bello naufragare su un’isola deserta per rinnovare la nostra realtà!

In un lontano 3 aprile 1660 nasceva a Londra Daniel Defoe, da molti riconosciuto come il padre del romanzo inglese e il pioniere del genere d’avventura.

Nato a Stoke Newington, un distretto di Londra, dedicò gran parte della vita agli affari e, solo per via del bisogno di ripagare i debiti accumulati, cominciò in età matura l’attività di scrittore.

Rinchiuso in carcere con l’accusa di aver diffamato in un suo saggio la Chiesa d’Inghilterra, nel 1719 pubblicò il suo capolavoro assoluto Robinson Crusoe, ispirato alla reale vicenda di un marinaio naufragato su un’isola al largo del Cile.

Robinson Crusoe, figlio di un mercante tedesco di Brema (nome originale Kreutznaer)

Ad oggi il libro è considerato, insieme con Don Chisciotte, una delle prime forme di romanzo moderno: pensate che è talmente diffuso nel mondo, da vantare il maggior numero di edizioni dopo la Bibbia.

A questo scrittore inglese va infatti assolutamente ascritto il merito di aver ideato un genere di prosa nuovo, quasi da reporter dei tempi moderni, con la capacità di rendere plausibile un racconto che ha invece dello straordinario.

Detto così, per noi che ormai siamo abituati a queste caratteristiche, sembrerebbe poca cosa, ma per l’epoca (a cavallo fra il XVII e il XVIII secolo) era, a dir poco, un’idea rivoluzionaria!

Da ragazza, quando lo lessi per la prima volta fui davvero affascinata dalle vicende di questo romanzo. Essendo una giovanetta, rimasi impressionata prevalentemente dallaspetto avventuroso e da un ritorno agli albori di un uomo che, pur tuttavia, cerca di realizzare un angolo di civiltà nella foresta.

Del resto a chi di noi non è mai capitato di fantasticare su cosa avremmo fatto se fossimo naufragati su un’isola deserta come accadde al protagonista di questa storia?

Daniel Defoe, (Stoke Newington, 1660 – Moorfields, 24 aprile 1731), scrittore e giornalista britannico

La trama del romanzo, per chi non la conoscesse, è facile: un naufrago che appunto è’ costretto a vivere e sopravvivere per anni da solo, su un’isola deserta. Se poi, come me, avete visto una decina di volte Cast Away con Tom Hanks di sicuro avete una vaga idea anche delle vicende (non pensate però che Wilson sia davvero una figura esistita nel romanzo come amico immaginario di Robinson Crusoe, perché vi sbagliereste … Robinson non aveva, purtroppo per lui, un amico immaginario!)

Praticamente, il giovane Robinson, mosso da curiosità e spirito di intraprendenza, disubbidisce al padre e si imbarca per viaggiare per mare. E’ un inquieto, desidera qualcosa di nuovo e incomprensibile persino a se stesso.

Come ormai tutti sanno però, la sua nave fa naufragio su di un’isola sconosciuta e di tutto l’equipaggio, soltanto Robinson riesce a salvarsi, raggiungendo a nuoto la riva.

Ha 27 anni, ma da quel momento rinasce a nuova vita, come il primo uomo che visse sulla terra: fortunatamente, Crusoe non si perderà  d’animo. Tra i relitti della nave troverà tantissimi oggetti che gli serviranno per la sopravvivenza (Defoe ce li elenca tutti, quasi con pedanteria): vestiti, arnesi, chiodi, riso, pane, formaggio, amaca, rum…ecc.ecc. Praticamente come fare spesa in un grande magazzino !

L’intelligenza e il dono della praticità lo spingono a risolvere qualsiasi problema ed il lavoro diventa la sua terapia e la sua religione, facendo da cura  anche alla sua solitudine. Fa un calendario, e per non perder la nozione del tempo, scrive un diario, costruisce ogni sorta di oggetti e mobiletti vari. Prova a coltivare orzo e riso,  cattura e addomestica alcune caprette, esplora lisola, modella vasi dargilla, insomma impara tutti i mestieri della storia umana: praticamente arriva al punto di non desiderare più di tornare in 09, perché alla fine, tutto quello di cui ha bisogno è lì, sull’isola!

L’attore Tom Hanks in Cast Away, film statunitense del 2000 diretto da Robert Zemeckis

Riletto in età più matura, ed esonerata dagli obblighi scolastici, ho colto altre e più interessanti chiavi di comprensione, rivalutando di fatto l’autore, a cui attribuivo solo il dono di avere una gran fantasia. In effetti, in questo romanzo, sono presenti più messaggi, forse più facili da cogliere in epoca odierna piuttosto che in quella in cui apparve nel 1700 .

Bisogna trovare una chiave di lettura di tipo socio-economico, con Robinson che non crea nell’isola un diverso tipo di società, ma fa sorgere un archetipo assai simile a quel grande stato coloniale che era l’Inghilterra di allora, una visione di tipo capitalistico, ma di quel capitalismo che andava allora sorgendo: la classe media, senza i disagi dei più poveri e senza gli obblighi degli aristocratici.

Il tutto ottenuto grazie allo spirito di intraprendenza, alla voglia di lavorare e di fare delle classi meno abbienti, secondo i canoni del perfetto puritanesimo. E infatti entra in gioco anche l’aspetto religioso: la ricorrente lettura della Bibbia a cui Robinson fa ricorso per trovare la forza necessaria per superare le avversità.

Stranamente, Robinson Crusoe viene considerato un libro adatto ai ragazzi, ma presenta caratteristiche che lo rendono molto più fruibile ad un pubblico adulto. Grazie soprattutto allo stile giornalistico con cui è scritto, offre una certa immediatezza di lettura, il che facilita l’attrazione del lettore, che tende subito a identificarsi con il naufrago.

Del resto, il ritorno ad un mondo primitivo e la volontà di fonderlo con quello da cui si proviene rappresenta istintivamente quello che ciascuno di noi intenderebbe fare se si trovasse in circostanze analoghe al nostro Robinson, non riuscendo, purtroppo o per fortuna, ad immaginare un mondo terreno dissimile da quello in cui viviamo !

Volete dunque il mio consiglio? Se non lo conoscete, leggetelo. Se invece l’avete già letto da ragazzi, rileggetelo adesso e scoprirete il Robinson Crusoe che è in voi!

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Barbara Chiarini

Barbara Chiarini nasce a Firenze nel 1967. Laureata in Architettura con indirizzo storico-restauro e conservazione dei Beni Architettonici, si ritiene un architetto per professione, una scrittrice per passione, ed una fiorentina D.O.C. Autrice del libro “Per le Antiche Strade di Firenze”, “Una finestra affacciata dull’Arno” e “Su e Giù per le strade di Firenze”, ella è anche la fondatrice nonche’ uno degli Amministratori di questo Blog.

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