Letteratura,Teatro

The Wooden “0”

Quando si pensa a William Shakespeare ed al suo teatro, non si può non pensare al Globe Theatre di Londra. Vi assicuro  che commettete uno sbaglio se credete che la cosa possa risultare interessante solo agli studiosi del grande drammaturgo oppure soltanto agli  appassionati del teatro elisabettiano; non potreste essere più lontani dal vero. Quando si entra al Globe è come tornare indietro nel tempo di quattrocento anni, quando a Londra si respirava una diversa aria. La mente inizia a vagare: sei sulle rive del Tamigi, un po’ fuori dalla città, in un quartiere popolare; tu, girovago tra i vicoli su cui si affacciano casupole  di fango e legno, strade sterrate in cui transitano carri e carrozze, galline che razzolano per le strade, qualche dama con il suo signore al fianco e  tanto popolo, le locande aperte e illuminate, i mercanti che vendono sulle loro bancarelle mercanzie di ogni genere, ortaggi, verdura e farine.

Ecco fatto. Sei  già dentro ad un opera di Shakespeare e nel suo teatro: il Globe appunto!

Indissolubilmente legato alla  fama del nostro amato scrittore (definibile senza remore il più grande autore inglese di tutti i tempi), il Globe Theatre venne costruito nel 1599 dalla compagnia con cui il drammaturgo si esibiva, una volta trasferitosi a Londra, i Lord Chamberlain’s Men (*). Da allora, opere come il Giulio Cesare, il Macbeth, il Re Lear e l’Amleto videro al Globe la loro prima rappresentazione.

Certamente ricorderete che all’epoca, in Inghilterrai teatri rappresentavano una novità e le rappresentazioni avevano luogo in locande o case private.

Nel 1576 venne eretto il primo teatro stabile, The Theatreedificato dal capocomico James Burbage nei pressi di Londra, ma giusto un paio di anni dopo, a causa di alcune problematiche relative ai costi di affitto, fu presa in considerazione l’idea di trasferirlo in altro luogo. Fu così che l’immobile venne demolito ed il legname con cui era stato costruito venne trasportato nei pressi del Borgo di Southwork, nella zona meridionale di Londraper essere riutilizzato nella costruire di un nuovo teatro.

Burbage aveva decise di comprare il terreno ma per sostenerne le spese aveva la necessità di vendere alcune quote. Uno degli acquirenti fu William Shakespeare medesimo, che contribuì quindi in prima persona alla costruzione di un nuovo teatro, il Globe.

Per ben quattordici anni questo teatro fu il protagonista assoluto della vita culturale londinese ma non ebbe mai vita facile: ad esempio, durante una recita nel 1613, un cannone destinato agli effetti speciali mandò a fuoco il tetto di paglia e l’edificio andò distrutto.

The Wooden O, (l’O di legno),  il teatro di legno (così come lo soprannominarono i londinesi) era in realtà strutturato a forma ottagonale con un oculo centrale,   per filtrare la luce naturale: poteva contenere fino a 3200 spettatori, disposti a pagare un penny per i posti in piedi e due per assistere alle rappresentazioni dalle tre più comode gallerie circolari. Era inoltre protetto da un’ampia tettoia che, in caso di pioggia, riparava i preziosi costumi degli attori. Gli attori, si sa, erano esclusivamente uomini (considerando che fino al 1660 alle donne fu vietato comparire sulle scene)!

Per William Shakespeare Shakespeare (Stratford-Upon-Avon, 23 aprile 1564- Stratford-Upon -Avon, 23 aprile 1616) il teatro era la vita e tutto il mondo, un palcoscenico: sue le parole memorabili in Come vi piace, quando uno dei suoi personaggi pronuncia la famosa frase: «Tutto il mondo è un palcoscenico e tutti gli uomini e le donne solamente degli attori. Essi hanno le loro uscite e le loro entrate. Ognuno nella sua vita recita molte parti».

Poche battute che riassumono l’universalismo shakesperiano, il suo concetto del grande teatro del mondo e dell’uomo come attore, cui però nella vita reale non è concesso il lusso di riprovare una scena malamente recitata.

Oggi, sul  luogo di dove si ergeva il Wooden O,  esiste una nuova struttura denominata The Shakespeare’s Globe, realizzata per il merito e la caparbietà  di un attore e regista americano di nome Sam Wanamaker: la sua inaugurazione è avvenuta  nel 1999.

La progettazione del nuovo teatro fu oggetto di molte critiche, poiché non esistevano dei modelli precisi cui ispirarsi. Alla fine Wanamaker decise di adottare la soluzione dei teatri elisabettiani e degli edifici in stile Tudor, realizzati tra il 1599 ed il 1614, traendo anche spunto da disegni panoramici storici dei quartieri di Londra.

Il  nuovo Shakespeare’s Globe ospita annualmente una sofisticata stagione teatrale da maggio a ottobre, programmando  ogni anno almeno un’opera shakespeariana eseguita da una compagnia composta completamente al maschile, utilizzando gli originali costumi elisabettiani.

Il successo riscosso è davvero enorme sebbene alcuni lo considerino nient’altro che una scaltra operazione commerciale.

Per me, come per molti altri romantici sognatori, esso rappresenta invece, un ambiente in cui ancora è possibile respirare quell’atmosfera shakespeariana sempre attuale, nonostante siano trascorsi più di 400 anni dalla sua morte.

(*) Ancora nell’epoca elisabettiana, l’arte teatrale era stata oggetto di attacchi da parte dei ministri anglicani e del governo, ufficialmente perché considerata corruttrice dei costumi nazionali, in realtà perché ritenuta un pericoloso strumento di propaganda mirante all’ottenimento del consenso popolare. Un elemento, questo, che non era sfuggito all’astuta Elisabetta I che, già da primi anni del suo regno, aveva usato spesso le rappresentazioni a lei dedicate in chiave antispagnola ed anticattolica. In un’epoca dunque in cui il teatro era ancora oggetto di inimicizie altolocate e superiori alle pur crescenti simpatie popolari, era d’uso che i teatranti cercassero amicizie e si mettessero sotto la protezione di personaggi potenti, appartenenti alla corte reale. Al Lord Ciambellano del Gabinetto della regina Elisabetta spettava tra l’altro la funzione di censore delle riviste teatrali nella città di Londra, e quindi la dedica offertagli da Shakespeare e dai suoi commedianti nel battezzare la propria compagnia era una mossa decisamente geniale.

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Barbara Chiarini

Barbara Chiarini nasce a Firenze nel 1967. Laureata in Architettura con indirizzo storico-restauro e conservazione dei Beni Architettonici, si ritiene un architetto per professione, una scrittrice per passione, ed una fiorentina D.O.C. Autrice del libro “Per le Antiche Strade di Firenze”, “Una finestra affacciata dull’Arno” e “Su e Giù per le strade di Firenze”, ella è anche la fondatrice nonche’ uno degli Amministratori di questo Blog.

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